Capitolo 32

14.2K 383 83
                                    

Quella sera controllai l'orario almeno una decina di volte.
Ero così euforica per il mio appuntamento segreto con Harry.
Avevo sempre temuto a fare le cose di nascosto, fin da piccola, ma ora me ne fregava ben poco.
Dovevo raggiungere un obbiettivo e al momento quello principale, era passare quando più tempo possibile con Harry.
Feci finta di dormire, quando le ragazze rientrarono in stanza, sperai che si mettessero a letto e che quindi non dovessi inventarmi anche con loro una scusa per poter uscire di lì.
Indossavo il pigiama, nel caso qualcuno mi avesse incontrata nei corridoi, potevo sempre simulare un attacco improvviso di sonnambulismo, poteva funzionare.
Le ragazze presero a chiacchierare fra di loro di argomenti alquanto strani, di  cui non ne capì neppure la tematica.
Nonostante questo, non potevo dire di stare completamente male in quella stanza, mi bastava solo che non mi causassero problemi, per il resto poteva andare più che bene.
Mancavano pochi minuti alla mezza notte e l'unica ancora sveglia, intenta a leggere quello che pensai fosse un libro horror dalla copertina, era proprio Fiamma.
Ma non potevo farmi bloccare da questo, Harry mi aspettava ed io non vedevo l'ora di passare un'intera notte con lui.
Scostai le coperte, toccando con i piedi scalzi il freddo pavimento della stanza.
Avanzai verso la porta, sperando che presa dalla righe di quel libro non se ne fosse neppure accorta, ma mi sbagliavo.
"Dove vai Cenerentola?" Alzai gli occhi al cielo per quel suo modo beffardo di chiamarmi.
"Al bagno" inventai al momento, ma una piccola risata che uscì dal pronto della sua gola, mi fece capire di essere  stata davvero poco credibile.
"Certo salutami il tuo principe quando finisci di fare pipì" sghignazzò.
Evitai di risponderla, limitandomi a mandarle solo un'occhiataccia, prima di dileguarmi fuori dalla stanza, nel silenzio più totale.
Come una stupida, non avevo portato con me neppure una giacca e ora stavo letteralmente tremando dal freddo, ma non potevo tornare indietro, non quando ero già in ritardo.
Come previsto un soldato di turno, era fermo sulla soglia della porta ad ispezionare l'esterno, ma quando mi avvicinai a passi incerti, si voltò nella mia direzione, sorridendomi ampiamente.
"Isabelle?" Domandò, guardandomi dalla testa ai piedi ed io mi sentì ancora più stupida per aver tenuto addosso la mia camicia da notte.
"Si, sono io" risposi, incerta su cosa aggiungere. Dov'era Harry?
"Tranquilla so tutto, Harry sta per arrivare..."
"Harry è già qui" la sua voce imbronciata e alquanto infastidita colpì quel ragazzo alle spalle, ignaro del fatto che probabilmente, Harry aveva assistito a tutta la scena.
"Oh, ciao Harry" quel tipo si grattò la nuca, imbarazzato di essere stato colto in flagrante.
"Ti avevo detto di farla uscire di qui, non di provarci con lei" lo trucidò con lo sguardo, ma dopo questo il suo sguardo  incrociò il mio "andiamo"
Passai al fianco di quel ragazzo, affiancando subito ad Harry, che non perse tempo ad avvolgere un suo braccio sulle mie spalle.
"Dove andiamo?" Domandai entusiasta.
"La prossima volta esci nuda, fai prima" sbottò, non rispondendo alla mia precedente domanda.
"Cosa? No io, era tardi non potevo cambiarmi" cercai di giustificarmi quando in realtà non avrei dovuto farlo.
"Infatti dovevi cambiarti, se prendevo a pugni quell'odiota il piano sarebbe saltato" sbuffó, continuando a non guardarmi neppure.
"Dovevo?" Mi accigliai "e chi lo dice?"
"Io" rispose con ovvietà, continuando a camminare verso una zona a me conosciuta.
"Mmmm, meglio che ci intendiamo caro Harry Styles, io non prendo ordini da nessuno" canzonai con voce provocatoria.
"Permettimi di dirti due cose invece" replicò lui, spingendo la porta del carro dove avevamo dormito insieme la prima volta.
"Prego" assottigliai lo sguardo, quando mi trascinò verso il fondo.
Prese posto su di una poltrona, trascinandomi sulle sue gambe.
"Non mi piace condividere Isabelle e voglio essere l'unico a godere di questa vista" sfiorò le mie gambe per poi stringendole nella morsa della sua mano.
"È stato solo un caso, sai bene che non esco mai vestita in modo indecente" mi infastidì.
"Lo so, era solo per chiarirti il concetto, non hai idea di quanto possa essere possessivo verso le cose che mi appartengono" sussurrò.
"E quanto tempo devono aspettare ancora queste cose che ti appartengono per avere un bacio?" Domandai, riducendo gli occhi a due fessure. Morivo dalla voglia di un suo bacio, doveva darsi una mossa.
"Non credo se lo meritino" fece una smorfia, reclinando la testa all'indietro.
"Ah davvero?" Mi indispettì "scommettiamo che lo farai nel giro di pochi minuti?" Ammiccai, guardandolo con sfida.
"Stai davvero scommetto con me?" Sbuffó una risata.
"Non ne vedo altri" sussurrai, sfiorandogli il petto con le dita, coperto da una leggera maglia sportiva.
"Non devi vedere altri" replicò rafforzando la presa sulle mie gambe.
Quel suo essere così, mi eccitava, anche troppo.
"Quindi accetti?" Chiesi, inarcando un sopracciglio.
"Mi sembra ovvio bimba, sappi che ho un grandissimo autocontrollo" si pavoneggiò ed io non persi tempo a mettere in atto la mia vendetta.
Noi donne, avevamo un certo potere per certe cose.
"Bene, testiamolo allora" mi alzai dalle sue gambe, sotto il suo sguardo confuso e curioso allo stesso tempo.
"Che intenzioni hai?" Domandò con voce greve.
"Tante Harry" usai la sua stessa risposta di poche ore prima "ma la prima è farti impazzire" sorrisi, prima di avvicinarmi fra le gambe aperte e mettermi nel mezzo.
"Isa" il suo fu quasi un rimprovero, ma quando il mio volto si avvicinò al sul collo, prendendo a baciarne ogni singolo millimetro, lo sentì deglutire pesantemente.
Le mie mani, presero ad accarezzare parte di questo, prima di scendere sul suo petto tonico e bollente.
Le mie carezze lo stavano tormentando e lo capivo da come si agitasse sul posto, ogni qual volta raggiungevo l'ombelico, ma non mi sarei spinta oltre, mi vergognavo da morire.
Alzai una gamba, posando il ginocchio ai lati della sua, facendo la stessa cosa anche con l'altra, ritrovandomi così a cavalcioni su di lui.
Le mie labbra, ben presto trovarono spazio sulla sua mascella definita, accarezzandogli i capelli.
Le sue mani, quasi tremavano quando si posarono sui miei fianchi, che di tanto in tanto, oscillavano contro i suoi.
"Allora vuoi baciarmi?" Sussurrai, superando con le mani la stoffa della sua maglia e toccando finalmente la sua pelle.
"No, resistito ancora" fece un mezzo sorriso tirato, aveva perfino iniziato a sudare.
"Ne sei sicuro?" Afferrai la sua mano, portandola sulla mia gamba e accarezzandola dal basso verso l'alto.
"Si-sicurissimo" balbettò, quando presi a muovermi con più ritmo su di lui.
Era tutto così naturale ed era strano da parte mia, ma lo volevo, volevo essere una sola cosa con lui.
"Mmmm, vedremo" mormorai, passando al piano b.
Mi avvicinai di nuovo al mio collo, ma stavolta non mi limitai a quei timidi baci che gli avevo lasciato fin ora.
Al contrario presi a mordere e succhiare un punto ben preciso, sul quale il giorno seguente avrebbe trovato un bel segno.
Quando dal profondo della sua gola, uscì un verso animalesco, capì di aver fatto centro e che la strada per la vittoria era sempre più vicina.
Abbinai a questa dolce tortura altro.
Plasmai i nostri corpi, facendo sfiorare ripetutamente i miei seni al suo petto, ogni qual volta oscillavo i fianchi.
"Cazzo" digrignò fra i denti, stringendo gli occhi.
Fu un attimo, un solo attimo in cui non capì bene come ciò fosse successo, ma mi ritrovai catapultata sotto il suo corpo, stesa su quella panca.
"Questa me la paghi" ringhió, prima di accettare il fatto che avesse perso.
Le sue labbra, colpirono le mie con prepotenza, mordendole e succhiandole con forza.
Si posizionò meglio fra le mie gambe, aperte ai lati del suo corpo, riprendendo da dove avevamo lasciato.
"Hai visto una battaglia, non la guerra" ansimò, infilando le sue mani al di sotto delle mia camicia da notte, prima di raggiungere l'orlo delle mie mutandine, ma non fece nulla, si limitava solo a sfiorarmi i fianchi, la pancia.
I nostri baci schioccare e i nostri respiri ansimanti, erano gli unici suoni presenti in quel posto.
"Vincerò anche quella" gemetti, quando prese a muoversi con più decisione fra le mie gambe.
"Puoi scordartelo" mormorò, prendendo fra i denti un lembo dalla mia camicia all'altezza della scollatura "goditi la tua unica vittoria piccola" ammiccò.
"È già la seconda volta che vinco" portai le mie gambe sui suoi glutei, avvicinandolo ancora di più a me.
Dopo aver rilasciato un lungo respiro, continuò a parlare.
"E cosa avresti vinto eh?" Afferrò il mio mento con due dita, guardandomi negli occhi.
"Ogni parte di te" sostenni il suo sguardo "sei mio" aggiunsi e vidi il suo sguardo addolcirsi all'istante.
"Piccola mia" sussurrò "sei la parte migliore di me" disse, facendo così battere il mio cuore all'impazzata "la più bella, dolce e pura parte di me"
"Harry" sussurrai commessa "sei...sei importantissimo" accarezzai il suo viso.
"Non immagini quanto lo sia tu per me" replicò, baciandomi ancora.

Mission of love [H.S.]Where stories live. Discover now