Calitolo 28

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"Bella tutto ok?"
Scossi il capo, ritornando alla realtà, quando Cloe mi toccò la spalla.
"Si, scusami scendiamo" mi alzai dal mio posto, permettendo anche a lei di scendere dal carro.
Le sue parole mi avevano destabilizzata oltre che delusa.
Aveva avuto una reazione completamente senza senso, da ingrato.
Ricacciai indietro lacrime amare che neppure meritava, facevo troppo per una persona che non apprezzava nulla.
Stare vicino ad Harry era altalenante, l'attimo prima ti trovavi sulla vetta della montagna e l'attimo dopo ti ritrovava a cadere giù per la collina.
Scesi l'ultimo gradino, evitando di incontrare il suo sguardo, era ancora lì, a far finta di ascoltare il suo capo, quando in realtà la sua attenzione era rivolta a me.
Il suo sguardo era corrucciato, misterioso ed incazzo, un mix di emozioni che gli appartenevano alla grande.
"Questa sera si festeggia" urlò Cloe, attirando l'attenzione di tutti i presenti, compreso Smith che la guardava nel peggiore dei modi ed effettivamente aveva ragione "è il compleanno di Isabella" aggiunse ed io volevo solo che la terra si aprisse e mi risucchiasse.
"Cloe" digrignai fra i denti, quando delle persone mi si avvicinarono per farmi gli auguri.
"Perché questa faccia?" Mi domandò, con sguardo innocente, ma di innocente quella ragazza non aveva proprio nulla.
"Avrei preferito non divulgare la notizia" la incenerì con lo sguardo, quando prese a flirtare con un tipo a caso.
Io davvero non la capivo.
"Ma dai, ci divertiremo" enfatizzò, riportando poi l'attenzione su di me.
"Che intenzioni hai?" Domandai seriamente preoccupata.
"Un brindisi frà amici, nulla di impegnativo" scollò le spalle.
Amici, che bella parola, ma potevo davvero considerare tutti così.
Su Niall, Clarissa ed Angie non avevo dubbi.
Ma sugli altri? E lui? Lui chi era?
"Non mi sembra il caso" cercai di farle cambiare idea, festeggiare era l'ultimo dei miei piani per quella giornata e l'umore era calato a dismisura, dopo l'ultima chicca di Harry.
"Oh fa fare a me Bella, non te ne pentirai" sorrise, dileguandosi in un punto a me ignoto del campo.
Chiusi gli occhi, sperando che quello fosse solo incubo, ma quando li riaprì, mi trovai esattamente nella stessa situazione.
Guardai per un'ultima volta Harry, che invece non ricambiò, prima di avviarmi anch'io nella mia stanza, dove contai di restarci fino alla sera.

****
"Sono profondamente delusa"
Ebbene sì, la giornata era trascorsa  secondo i miei piani, ma sapevo che non si sarebbe conclusa come realmente avrei voluto, ossia leggendo quel famoso libro che ormai mi trascinavo dietro da due mesi e andare a letto presto.
"Da cosa?" Mi accigliai, quando Angie e Clarissa, mi sfilarono il cellulare dalle mani.
"Possibile che quella vipera sappia del tuo compleanno e noi no?" disse Angie, indispettita.
"Non volevo che lo sapesse neppure lei" sbuffai, cercando di riprendermi il mio telefono, ma con scarsi risultati.
"E perché mai?" Domandò Clarissa, con fare confuso.
Ma non mi andava di cominciare il solito piagnisteo in cui spiegavo le tante motivazioni che mi spingevano ad odiare il mio compleanno in quel momento.
Non sapevano nulla di cosa avevo scoperto sulla mia famiglia e avevo la netta sensazione che anche loro un giorno si sarebbero stufate di me e dei miei problemi.
Il fatto di non aver avuto tanti amici nella vita, mi rendeva molto insicura e non riuscivo mai a fidarmi e ad aprirmi al cento per cento.
Ma tuttavia era strano che quella storia, riuscì a raccontarla proprio a Liam, come se lui potesse capirmi.
"Nulla in particolare" scrollai le spalle "solo non mi piace essere al centro dell'attenzione" diedi una spiegazione, sperando di convincerle e per fortuna ci riuscì.
"Ma tranquilla Isa, come ha detto barbie sarà solo un brindisi"
"Se proprio devo" mormorai fra me e me.
"Comunque dobbiamo iniziare a prepararci" enfatizzò Angie, aprendo la nostra armadio, ma io oltre a dei semplici jeans e qualche felpa, non avevo poi molto altro e sinceramente non ne avevo neppure bisogno.
"Buonasera bellezze" la porta, fu letteralmente spalancata da una Cloe euforica.
"Ciao" fui l'unica a ricambiare il suo saluto.
"Bella, credo che tu abbia bisogno del mio aiuto" iniziò a parlare, spostando Angie e Clarissa dall'armadio con uno spintone.
"Hey ma che modi" urlò la rossa, trucidandola con lo sguardo.
"I tuoi vestiti, senza offesa, sono inguardabili" aggiunse, ignorando le lamentele delle mie amiche.
"Oh grazie" mormora confusa.
"Ecco, prova questo" mi tirò addosso qualcosa di nero, non identificato almeno da me, non sembrava affatto che avesse le sembianze di qualcosa che comunemente avrei indossato.
"Cos'è?" Domandai rigirandomi fra le mano quella stoffa sottile e leggera.
"Un vestitino ovviamente, se volete potete usufruire anche voi dei miei vestiti" si rivolse ad Angie e Clarissa "mi sento generosa oggi"
"Neanche morta" rispose prontamente Angie.
"Ti ringrazio Cloe, ma credo che metterò dei semplici pantaloni" stavo per restituirgli quel vestito, effettivamente molto bello, quando alzò una mano, come a volermi fermare.
"Provalo almeno, sono sicura che ti starà divinamente"
"Mmm, va bene" effettivamente ero curiosa, infondo non costava nulla provarlo.
Sfilai i pantaloni di una tuta e una maglia a mezza manica dal mio corpo, prima di indossare quel vestito.
"Voltati, ti chiudo la cerniera" disse Clarissa, vedendomi in difficoltà.
"Grazie" le sorrisi, spostando i capelli sul lato.
"Wow" Cloe, prese ad applaudire e quando mi guardai allo specchio capì che con quell'abito, avrei attirato troppe attenzioni e non volevo questo.
Era indubbiamente bello, nonostante la sua semplicità, ma metteva troppo in risalto tratti del mio corpo che normalmente restavano nascosti.
"Credo sia un po esagerato, siamo pur sempre in un luogo..."
"Per questa sera non pensare a nulla" Cloe si avvicinò, spostandomi i capelli dietro la schiena "è il tuo compleanno, goditi la serata" e per la prima volta vidi Angie, essere d'accordo con lei.
"Per quanto mi costa ammetterlo, ha ragione" si aggiunse Clarissa, facendomi ridere per la premessa fatta "sei bellissima"
"Oh grazie, siete gentilissime" mormorai imbarazza, troppi complimenti "però vi prego, mettete anche voi qualcosa del genere, almeno sarò meno in imbarazzo" le supplicai con lo sguardo ed ovviamente Cloe, non se lo fece ripetere due volte, cominciando a scavare fra le sue mille cose che si ere portata dietro.
Misi anche un filo di trucco, così leggero da passare quasi inosservato, ma a me andava bene così.
Mi fermai a guardare il mio riflesso attraverso lo specchio, pensando se anche Harry ci sarebbe stato quella sera.
Lo odiavo per il modo in cui mi aveva trattata, alle volte si rivolgeva a me, come ad una estranea e forse quello, faceva più male di molte altre cose che mi aveva fatto.
Avrei voluto chiedergli spiegazioni, sapere cosa aveva scaturito quella reazione così esagerata, ero stanca di avere sempre dubbi su di lui e pensare sempre di aver sbagliato in qualcosa.
Decisi, che lo avrei affrontato, avrei trovato il momento adatto, non volevo  che anche il ricordo della sera precedente, fosse cancellato da quella mattinata così strana.
Infilai degli stivaletti bassi, che arrivavano alla caviglia e dopo un'ultima occhiata, raggiunsi le altre.
"Siamo bellissime" disse Cloe, cominciando ad ancheggiare per i corridoi delle camerate.
"Almeno ha usato il plurale"ridacchiò Clarissa, contagiando anche me, ma ero piuttosto agitata.
Avevo fatto di tutto per evitare una situazione simile ed ora mi ci ritrovavo dentro, senza via di fuga.
"Dove dovremmo andare?" Chiesi confusa, continuando a seguirle.
"Nel giardino dietro la mensa, Niall pensava agli alcolici" spiegò Angie, con un sorriso a trentadue denti.
Ultimamente avevo trascurato la loro love story, dovevano assolutamente aggiornarmi.
"Alcolici?" Domandai, strabuzzando gli occhi, cosa diavolo gli era passato per la mente?
"Si, il tipo del bar aveva qualche bottiglia da parte per le occasioni speciali" intervenne Cloe.
"E le ha date a noi, per il mio compleanno?" Mi accigliai.
"Diciamo che so essere molto persuasiva" e mi tappai le orecchie, quando cominciò a spiegarci dettagliamene i suoi metodi infallibili.
"Non era il caso, ma grazie del pensiero" enfatizzai, sospirando pesantemente.
Quella serata era appena iniziata e non prometteva nulla di buono, ma sicuro come la morte non avrei bevuto neppure un goccio di alcool, non lo reggevo e volevo assolutamente evitare scene imbarazzanti delle quali me ne sarei pentita amaramente il giorno dopo.
"Era il caso credimi" ammiccò, avanzando di qualche passo, quando vidi i ragazzi già lì ad attenderci.
C'erano tutti, i soliti, tranne lui e stranamente nonostante era evidente che non fosse venuto, io continuai a cercarlo con gli occhi per tutta l'ora successiva.
*****
"Fermiamoci qui"
Dopo aver mangiato un panino alla buvette, ci recammo alle spalle delle mensa, sedendoci sul prato del giardino.
Come promesso, il ragazzo del bar, aveva preso per noi una decina di bottiglie di liquori di vario genere, molto dei quali, non ne conoscevo neppure l'esistenza.
"Proporrei un Brindisi iniziale per la mia amica"
Niall, afferrò una prima bottiglia di vodka, riempendo uno ad uno dei bicchierini di plastica.
"Ad Isabelle" disse Liam, alzando il bicchiere per primo e con lui, lo fecero anche gli altri.
"Grazie" sorrisi appena, portando quel bicchiere sotto al mio naso e storcendolo per l'odore forte che emanava, ma pensai che uno, non mi avrebbe fatto poi così male.
Chiusi gli occhi, quando la bevanda fredda scese lungo la mia gola, infuocandola.
Era una sensazione fastidiosa, ma al secondo sorso, sembrava già andar meglio.
"Manca il più bello" piagnucolò Cloe, posando il capo sulla mia spalla ed istintivamente mi venne da allontanarmi.
"Chi?" Domandai, pur sapendo a chi si riferisse.
Era lui il più bello li dentro e purtroppo non ero l'unica a pensarlo.
"Harry innamorato sbarra gay" ridacchiò al suo terzo bicchiere di vodka.
"Ancora con questa storia?" Portai gli occhi al cielo, ma forse, riflettendoci, era meglio che lei lo consistesse così, almeno avrebbe tolto i suoi occhi maliziosi da lui.
"Mi incuriosisce" disse invece, facendomi deglutire rumorosamente "e poi quelle mani, Dio, me le immagino su ogni parte del mio corpo" aggiunse, provocandomi uno strano senso di nausea.
"Capisco"commentai appena, mandando giù il secondo bicchiere, seguito subito dopo da un terzo, forse un quarto, ad un certo punto smisi di contarli, mi sentivo meglio e a me bastava questo.
"Pa-passamela" biascicai, cercando di sfilare la bottiglia dalle mani di Niall.
"Sei ubriaca Isa?" Ridacchiò, non permettendomi di prenderla.
"Forse un pochino" iniziai a ridere senza un motivo preciso, ma il mio sorriso affievolì, quando da lontano vidi arrivare il mio più gran problema e non ero proprio nelle condizioni adatte per affrontarlo, o forse sì?
"Hey guarda chi si è fatto vedere" urlò Louis, alzando il bicchiere in direzione di un Harry totalmente indifferente ai richiami dell'amico.
"Meglio tardi che mai" ammiccò Cloe, sorridendogli, ma lui neppure la stava guardando, ero ubriaca ma non ceca.
Andò a sedersi ai piedi di un albero, come sempre in disparte, accendendosi una sigaretta.
Sarà stato l'alcool, ma continuai a fissarlo senza vergogna, nonostante mi avesse appena colta in flagrante.
Gli sorrisi in modo sfacciato, alzando il bicchiere in segno di saluto, il suo sguardo si incupì, era infastidito e a me quello fece solo divertire ancor di più.
"Balliamo?" Propose Liam, accendendo la radio sul suo cellulare.
Clarissa, subito si alzò, afferrando Louis per le braccia, ero più che sicura che da sobria non l'avrebbe mai fatto e neppure io quello che stavo per fare proprio in quel momento.
Mi alzai, con qualche difficoltà, aggiustando l'orlo del vestitino che era salito un po troppo su, scoprendo gran parte delle mie gambe.
Barcollando mi avviai proprio nella sua direzione, fregandomene del suo sguardo corrucciato e confuso, quando mi sedetti al suo fianco.
Portai le braccia in grembo, allungando le gambe sull'erba fresca.
Sentivo il suo sguardo bruciare sul mio profilo, ma stranamente non mi imbarazzava, ero molto più sicura e disinibita del normale.
"Sei arrivato tardi" dissi di punto in bianco, ma sapevo che quella sera avrei creato solo danni con la mia bocca.
"Tardi per cosa?" Sospirò, riportando lo sguardo davanti a se.
"Per il mio compleanno" risposi con ovvietà.
"Per quello sono stato il primo" ribattè con tono serio "questa è solo una pagliacciata" aggiunse, dando uno sguardo disgustato ai ragazzi stesi a terra completamente andati.
"Già, sei stato molto carino ieri sera" mi lasciai sfuggire, sorridendo come un'ebete "ma poi hai rovinato tutto" il mio cervello era completamente scollegato e le parole andavano per conto proprio, sperai solo di non esagerare.
"Cosa avrei rovinato?" Domandò, mettendosi subito sulla difensiva.
"I tuoi gesti" risposi, poggiando la testa contro l'albero e chiudendo gli occhi "perché mi hai trattata in quel modo?" Chiesi, girando la testa nella sua direzione.
"Non ti ho trattato in nessun modo" sfuggì al mio sguardo "hai bevuto troppo, dovresti andare a dormire" aggiunse con tono di rimprovero.
"Si papà" ridacchiai, facendo nascere sul suo viso l'ombra di un sorriso, ma che comunque lui fu molto bravo a nascondere.
"Dico sul serio, hai esagerato" continuò a rimproverarmi come se fossi una bambina.
"Sei arrabbiato con me?" Tentai di capirci qualcosa, ormai la figura della stupida la stavo facendo, tanto valeva trarne anche dei benefici.
"No" rispose prontamente "ma non dovevi fare quello che hai fatto stamattina" il suo tono si fece più duro "ma ne parleremo quando sarai lucida"
"Sono ubriaca, non stupida e tu sei davvero un ingrato" aggiunsi, offesa da quel tono così prepotente.
"Non ti ho chiesto nulla, potevi anzi dovevi restate in quel carro" replicò, stringendo le mani a pugno ai lati del suo corpo, così forte da far diventare le sue bocche bianche.
"Ti è così difficile capire che ero preoccupata per te" mi ritrovai quasi ad urlare, ma Dio, doveva saperlo e doveva smettere di riprendere ogni mio comportamento.
Facevo delle scelte e me ne prendevo anche le conseguenze, ma lui non poteva rimproverarmi ogni volta.
Rimase in silenzio, passandosi ripetutamente le mani fra i capelli.
"Rovini tutte le cose belle che abbiamo" quasi piagnucolai, dovevo darmi un contegno, ma non ci riuscivo.
"Devi rispettare gli ordini" disse dopo minuti interminabili di silenzio e fu allora che scoppiai.
"Ordini? Mi stai davvero parlando di ordini Harry?"
"Esattamente" deglutì, guardandomi per un attimo con la coda dell'occhio "in quel momento stavamo lavorando ed io avevo la responsabilità di quella ispezione e tu come al solito metti a repentaglio tutto" sbottò.
"Quindi ora è colpa mia?" Urlai, spostandomi in modo di essere davanti a lui.
Doveva avere il coraggio di dirmele in faccia certe cose.
"In quel caso si" rispose "e per quanto tu possa avermi aiutato, non aspettarti un ringraziamento" aggiunse evitando il contatto visivo, faceva sempre così quando era in difficoltà.
"Non è quello che volevo" sussurrai appena, inginocchiandomi al suolo.
"E che volevi?" Chiesi, guardandomi finalmente.
"Che tu stessi bene" ammisi, torturandomi le mani fra loro "non c'è nulla di più importante" sussurrai, allungando una mia mano verso la sua posata sulla sua gamba.
Rilasciò un lungo sospiro, non perdendosi nessuno dei miei movimenti, i suoi occhi erano fissi sulle nostre mani.
La mia era posata sul palmo della sua e la differenza era abissale.
"Lo stesso vale per te" disse, sfiorandomi con le sue dita "poteva succederti qualcosa" la sua voce divenne ancora più roca del normale e se possibile ancora più sexy, era un qualcosa di completamente illegale.
"Anche a te" risposi, avvicinando il mio corpo fra le sue gambe aperte e fiondandomi nel mezzo.
"So difendermi" disse, ma non c'era più traccia di quel tono burbero che aveva usato poco prima, sembrava più sereno.
"Lo so" posai il capo sul suo petto, prendendo a giocherellare con la collana a croce che indossava ogni giorno, senza toglierla mai ed io ne sapevo pure il motivo "ma a volte vorrei essere io a farlo, come tu hai sempre fatto con me" mi meravigliai di come la mia voce uscì decisa e lineare, nonostante la grande quantità di alcool che avessi in corpo.
"Non devi dimostrami nulla" disse, avvolgendo una mano attorno ai miei fianchi.
"Ma vorrei dirti tante cose"sorrisi appena, alzando il capo verso di lui.
"Del tipo?" Si avvicinò, facendo quasi sfiorare i nostri nasi.
"Che mi manchi" soffiai sulle sue labbra.
I suoi occhi vacillarono, alternandosi su occhi parte del mio viso.
"Che- che stai dicendo?" Balbettò, mordendosi il labbro.
"Che mi manchi" ripetei "mi manca dormire fra le tue braccia"
"Isabella" sospirò, sembrava frustato da qualcosa, era combattuto "stai meglio senza di me" sembrava ancora una volta un rimprovero, ma contro se stesso, stavolta.
"No e tu? Stai meglio senza di me?" Chiesi con un groppo in gola e il cuore a mille.
La sua presa sul mio fianco aumentò, così come l'intensità dei suoi occhi mentre guardava nei miei.
"Ti accompagno in camera" sospirò, invece, lasciandomi con l'amaro in bocca.
"Ho capito" sussurrai, cercando di alzarmi "ho capito tutto" barcollai e le sue mani mi afferrarono in tempo per la vita, evitandomi così di cadere come una pera secca al suolo.
"Credo di no, ma è meglio così" eravamo finiti viso contro viso e questo mi fece venir ancor più voglia di baciarlo.
"Credo di volerti baciare" trasformai i miei desideri in parole e la sua espressione sorpresa era impagabile.
"Sei solo ubriaca" ripetè per l'ennesima volta, ma facendo risedermi fra le sue gambe.
Non voleva accompagnarmi in camera?
"So quello che voglio anche da sobria, ora ho solo il coraggio di dirtelo" sussurrai, poggiando la fronte contro la sua.
"Dovresti volere di meglio" digrignò fra i denti, abbassando gli occhi.
"Sei così complicato" sbuffai esausta e stufa per quelle risposte senza senso, avrei preferito che mi rispondesse che lui non mi volesse piuttosto che continuare a confondermi.
"Non mi dici nulla di nuovo" Reclinò la testa all'indietro, posandola contro l'albero, allontanandomi di nuovo.
Ma io non mi arresi, non quando mi sentivo così coraggiosa e decisa a fargli cambiare idea, perché in cuor mio sapevo che non gli ero così indifferente.
"Ma nonostante tutto io sono ancora qui" mi avvicinai, accarezzando dolcemente il suo viso e facendo scontrare i nostri nasi.
"Isabelle" il suo respiro si spezzò.
"Non me ne andrei mai, se solo tu me lo chiedessi" esalai un respiro tremolante, quando nel mordersi le labbra, sfiorò le mie.
"Non-non posso chiedertelo" mormorò continuando a torturarsi quelle labbra alle quali non riuscì più a resistere.
In un gesto improvviso, le baciai.
Ma lui restò fermo ed immobile, serrando gli occhi, continuai a lasciare una scia di baci agli angoli delle sue labbra poi sul suo collo, ma a quel punto le sue mani afferrarono il mio viso e mi allontanò.
"Per-perché?" Chiesi con voce rotta, perché l'aveva fatto? Perché non voleva che lo baciassi?
"Non è giusto" continuò a mantenere gli occhi chiusi e a scuotere il capo energicamente.
"Non è giusto?" Ridacchiai amaramente, riuscendo ad alzarmi alla meglio da terra.
Fu allora che aprì gli occhi, guardandomi dal basso.
"La verità è che non mi vuoi quanto ti voglio io, non si tratta di cosa è giusto e cosa no" le lacrime, nascoste dietro ai miei occhi lucidi, minacciavano di uscire, così come il mio labbro che prese a tremare.
"Smettila di dirlo" urlò, era fuori di se, il viso rosso di rabbia, la mascella serrata, gli occhi sbarrati "smettila di dirlo, quando non sai un cazzo di me, quando non sai neppure perché mi comporto così" cercò di abbassare i toni, ma era chiaro quando fosse incazzato.
"Allora dimmelo, dimmi cosa hanno le altre più di me, dimmi perché la notte ho gli incubi e quando mi sveglio vorrei solo te al mio fianco ma non ci sei, dimmelo" urlai con ormai il viso inondato di lacrime.
Si alzò, non smettendo mai di guardarmi e quasi mi vergognai del mio aspetto disperato.
"Perché potrei essere ancor peggio degli incubi che hai ora" malinconia dietro le sue parole, forse rimorso, ma molto dolore ed incertezza.
"Come può una cosa che mi fa stare così bene, farmi del male?" Domandai, sperando che capisse, non ne potevo più di fingere, non quando rischiavo di perderlo per un'altra.
"È solo illusione" fece un passo verso di me, il viso ancora contratto in una smorfia infastidita "io non ti faccio stare bene, non quando il risultato è questo" aggiunse guardando il mio viso, prima di distogliere lo sguardo.
"Il risultato è questo quando fai lo stronzo" gli puntai un dito contro "quando mi tratti male senza un motivo preciso, quando ci provi con un'altra" deglutì, portando lo sguardo verso Cloe che al momento stava pomiciando allegramente con uno dei soldati di cui non ricordavo neppure il nome.
Harry seguì la traiettoria del mio sguardo, fermandosi proprio su ciò che stavo guardando io ed una risata amara uscì delle sue labbra.
"Lei? Credi davvero che mi interessi lei?" Domandò retorico, tornando a guadare me.
"Vivo con questa paura" ammisi, abbassando gli occhi "non voglio perderti" mormorai, asciugandomi col palmo della mano un'ennesima lacrima.
Non vidi nulla, ma sentì solo il rumore dei suoi passi avvicinarsi a me.
Afferrò il mio viso, a coppa fra le sue mani, portandolo all'altezza del suo.
"Mi stai uccidendo stasera" la sua espressione si addolcì, ma era ancora così combattuta, sembrava che stesse soffrendo, avrei voluto curare ciò che lo faceva stare male con le mie stesse mani.
"È solo la verità" sussurrai, sciogliendomi al suo tocco.
"Sei così bella" prese ad accarezzarmi il viso, così delicatamente, cosa se avesse paura di rompermi, ma non ero così fragile, almeno non fin quando continuò a parlare "ma-ma io-io devo lasciati an-dare" balbettò, facendo scivolare una mano dietro la mia testa e l'altra dietro la mia schiena.
Un vuoto enorme, si creò alla base del mio stomaco, provocandomi un dolore assurdo al petto.
Faceva così male essere rifiutati.
"Basta" quasi urlai, quando nonostante quelle parole, continuò a tenermi stretta fra le sue braccia, non capiva che così mi faceva ancora più male "lasciami, lasciami per sempre, sono solo una stupida" mormorai, quando finalmente sciolsi quell'abbraccio straziante.
"Isabelle aspetta" mi circondò da dietro e le sue braccia finirono sul mio petto, ma non c'era malizia in quel gesto, solo tanta ma tanta disperazione.
Non lo guardai, continuando a dargli le spalle.
"Sto solo cercando di proteggerti" soffió nel mio orecchio "e se questa dovesse essere l'ultima notta che ci parliamo, devi sapere che tu sei stata l'unica donna che ho voluto così tanto nella vita" si appoggiò a me e mi parve di sentire la mia pelle inumidirsi quando il suo viso si posò su questa, ma era impossibile, Harry non piangeva e sicuramente non per me "non dimenticarlo mai" aggiunse sottovoce, ma lo sentì comunque.
Allentò le presa sul mio corpo, come se fosse disposto a lasciarmi andare ed io non persi tempo a correre e correre ancora per poter stare da sola, come sempre, come da tutta la vita.

Harry' s pov
La vidi correre, lontano da me, con la certezza che quello era un addio.
E fu allora che riuscì a dare libero sfogo alle mie lacrime che a stento ero riuscito a trattenere fino a quel momento e furono proprio quelle a farmi capire che forse era troppo tardi, che forse nel mio cuore era appena entrata un'altra persona che difficilmente sarei riuscito a farla uscire.
Che forse, mi stavo innamorando.

Buongiorno ragazze e buona festa della mamma alle vostre mamme o chi lo è ( dedico infatti questo capitolo ad
a_n_n_a_i_r_a_m811 ❤️)
Tornando a noi, cosa ne pensate del comportamento di Isa, ha fatto bene ad esporsi così tanto con lui e delle dichiarazione di Harry fatta a se stesso?
Forse si sta innamorando, forse? 🙊
Buona lettura, alla prossima xx.

Mission of love [H.S.]Where stories live. Discover now