Capitolo 26

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"È così bravo"
Le continue lusinghe di Cloe nei riguardi di Harry, cominciarono seriamente ad infastidirmi, quando queste non erano poi affatto legate a quello che stava facendo in quel momento; ossia giocare al calcio.
Trovavo alquanto ridicole quelle ragazze che pur di attirare l'attenzione di un ragazzo, si abbassavano a livelli così bassi e mi era chiaro che Cloe fosse una di quella.
A tratti, era anche una ragazza divertente, coi i suoi modi ambigui di fare, ma delle volte era davvero insopportabile, strafottente e gatta morta, fin troppo.
Continuò a saltellare sul posto come una perfetta cheerleader, mentre io non ero assolutamente in vena di mettermi a fare il tifo come lei.
"Ci mancava solo la troia di turno" mi girai in direzione di Clarissa, notando come stesse fulminando con lo sguardo Louis, che aveva appena dedicato un goal proprio a Cloe, sembravano tutti impazziti ad eccezione di Niall, che come promesso ne dedicò uno ad Angie.
"È solo un po....eccentrica" commentai, continuando a guardare come cercasse di mettersi in mostra.
Ma tuttavia, i miei occhi ben presto corsero verso un'altra figura, che correva e palleggiava come se avesse fatto questo per la tutta la vita.
Harry era davvero bravo e aveva già segnato tre goal e a dispetto di quanto pensassi, non aveva neppure esultato, si limita a scambiarsi delle occhiate di fuoco con Smith e di tanto in tanto lo coglievo anche a guardare nella mia direzione.
"Mi aveva promesso una dedica" piagnucolò Cloe, quando arrivò anche il quarto.
Alzai gli occhi al cielo per la sua stupidità, ma sopratutto per la superficialità di Harry che dispensava promesse di ogni tipo come fossero frutta al mercato.
"Niall ha mantenuto la promessa" replicò soddisfatta Angie, alzandosi dalla panchina per avvicinarsi a Niall.
La partita era appena finita e i ragazzi avevano abbondantemente vinto.
Smith, uscì dal campo come una furia, la sua superiorità in quel caso non aveva prevalso e come previsto, non parve essere molto d'accordo, dato che iniziò a discutere con l'arbitro per un mancato rigore.
Non ne capivo tanto e sinceramente la mia voglia di comprendere qualcosa, calò quando vidi Cloe, avvicinarsi ad Harry mentre si asciugava il sudore dalla fronte con la maglia.
Lui non si accorse neppure di questo, infatti quando lei gli gettò le braccia al collo come una piovra, rischiò di cadere all'indietro.
E magari fosse accaduto.
"Sei eccezionale" sorrise lei, continuando a tenere quelle luride mano sulle spalle di lui.
D'altro canto Harry, si allontanò seppure di poco, scrollandosela di dosso.
Non potei negare che tirai un sospiro di sollievo per quel gesto, seppur ingiustificato, non doveva fregarmi nulla di lui, poteva flirtare e scoparsi chi voleva e avevo la netta sensazione che con Cloe non si sarebbe tirato indietro come con me.
L'avrebbe baciata senza problemi, perché infondo, lei non dava problemi come la sottoscritta.
Godeva di quei pochi attimi, non dando importanza a nulla.
Ma io non ci riuscivo, non avrei mai sopportato che le stesse labbra che avevano toccato le mie, si posassero su altre, forse ero antica, inesperta ed anche stupida, ma non avrei mai cambiato le mie abitudini e i miei principi per nessuno, neppure per Harry.
Se voleva me, doveva volere solo me, ma era chiaro che così non fosse.
Cercai di non continuare a guardare quella scena disgustosa, quando Cloe continuò imperterrita a far scendere la sue mani lungo il torace si Harry senza un minimo pudore, non era di certo una ragazza che si vergognava per la presenza di altri.
"Ti sei divertita?" Quasi balzai sul posto, quando Niall mi pose quella domanda.
Ero troppo soprappensiero ultimamente e tendevo sempre  più ad isolarmi dagli altri, credevo di stare meglio così, ma poi mi bastava incrociare i suoi occhi, per capire che da sola non sarei andata poi molto lontana.
"Sei stato bravo" finsi un sorriso, non rispondendo alla sua reale domanda.
Divertirmi, era un qualcosa che non mi capitava da tempo ed era strano per una ragazza di soli ventun'anni, in quella fase tutto era concesso.
Non eri né troppo piccola né troppo grande, ma nonostante questo sentivo su di me un macigno che non mi permetteva di godermi appieno la mia giovinezza.
"Se lo dici così, mi fai pensare il contrario" ridacchiò, venendosi a sedere al mio fianco e trascinando sulle sue gambe una Angie completamente rossa in viso.
"Ho mal di testa" mentì, prendendo a giocare con un braccialetto che avevo messo quella mattina, me lo aveva regalato mio padre per i miei diciotto anni, ma non lo avevo mai messo per paura di perderlo.
Ero arrabbiata con lui, ma nonostante questo avevo un assurdo bisogno di abbraccialo, di sentirgli dire che tutto sarebbe andato bene, che nulla sarebbe cambiato fra noi, ma inevitabilmente, nulla sarebbe più stato come prima.
Sapevo, che non appena avrei rimesso piede a Boston, la mia vita sarebbe stata completamente sconvolta, tutte le bugie sarebbero venute a galla e io temevo davvero che quello che avevo scoperto fin ora, fosse il male minore.
Non ero poi così forte, come volevo che la gente credesse e quella situazione, giorno dopo giorno, mi stava distruggendo; non avrei retto ancora per molto, non quando a questo si aggiungevano altre delusioni da una persona che un tempo ti faceva sentire così viva.
Anche se per poco, lui mi aveva dato tanto.
"Prendi un'aspirina che dobbiamo festeggiare e tu non puoi mancare" disse facendo ridere Angie per le rime fatte.
"Festeggiare cosa?" Domandai, facendo finta di essere realmente interessata quando Harry e Cloe si avvicinarono a noi.
"La partita ovviamente, abbiamo vinto" rispose Angie tutta sorridente.
"Allora che si fa?" Repressi la voglia di alzare gli occhi al cielo, quella domanda alquanto stupida fu posta da miss me li scopo tutti io.
"Birra delle bouvette" si aggiunse Louis, posandole un braccio attorno alle spalle.
Con la cosa dell'occhio, vidi Clarissa alzarsi ed avviarsi verso la stanza e l'unica cosa che volevo fare in quel momento, era imitare le sue mosse.
"E magari qualche giochino per ammazzare il tempo" aggiunse Cloe, ovviamente trovando l'appoggio di molti presenti.
Harry, rimase zitto, afferrando una sigaretta da una sacca che aveva precedentemente lasciato a terra e portandosela alle labbra.
"Perfetto" esclamò Niall, sbattendo le mani fra loro "ci vediamo dopo le docce alla bouvette" e con questo iniziarono a dileguarsi tutti.
"Ci vediamo dopo Isa" mi salutò Angie con un bacio sulla guancia.
"Faccio prima io la doccia" urlò Cloe, cercando di sorpassarla, frà quelle due sarebbe scoppiata una guerra più grande di quella che stavo provando io interiormente.
Mi alzai, quando capì di essere rimasta sola, anzi con Harry che continuava ad aspirare fumo, guardando un punto fisso davanti a se.
"È tutto ok?" La sua voce, uscì quasi in un sussurro, tanto che pensai di essermela immaginata, ma quando mi perforò con i suoi occhi, in attesa di una risposta da parte mia, capì che quella non fosse solo un'allucinazione.
"Si grazie" risposi, ricambiando lo sguardo.
"Dopo verrai?" Portó le braccia al petto, incrociandole, che diavolo gliene importava?
Ma risposi lo stesso, non avevo neppure le forze necessarie per litigarci.
"Non credo, ho mal di testa" mormorai a bassa voce e a furia di dirlo, stava davvero per venirmi un'emicrania.
"Come mai?" Domandò, passandosi una mano fra i capelli bagnati dal sudore.
"Stanchezza" risposi un po' a disagio, non mi era mai piaciuto mettere a nudo certe particolarità della mia persona e l'insonnia era una di quelle, sopratutto negli ultimi giorni.
I miei occhi, erano sempre contornati da occhiaia, erano stanchi, sempre lucidi e spesso mi dava persino fastidio la luce del sole.
Avrei solo voluto un giorno per me, un giorno senza vedere nessuno, un giorno in cui potessi essere invasa dall'oscurità più totale, un giorno per pensare e forse per capire, per capire dove stessi sbagliando, per capire cosa fosse giusto e cosa non lo fosse, ma non c'era mai tempo e quello mi aveva sempre fregata.
"Dovresti riguardarti" era serio, ma non credevo fosse realmente interessato alla mia salute "sei assente oggi" aggiunse con disappunto.
"Non credo tu abbia sentito la mia mancanza" mi lasciai sfuggire, mordendomi la lingua l'attimo dopo, ma io ero fatta così, certe cose non riuscivo a tenermele.
"Non è importante quello che sento io" ribattè, dopo un attimo di esitazione "ma sicuramente il tuo corpo risentirà della  mancanza di riposo"
"Recupererò, partendo da stasera" replicai stizzita, sembrava un fottuto psicologo alle volte, quando quello ad avere dei seri problemi mentali era proprio lui, ma ovviamente quello lo tenni per me, non volevo risultare indelicata.
"Bene"
"Bene" sospirai "ci si vede in giro" aggiunsi, prima di girare i tacchi e rintanarmi nella mia stanza, dove ci sarei stata fino al giorno seguente, o almeno speravo.
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"Sto seriamente per prenderti a capelli"

Mission of love [H.S.]Where stories live. Discover now