Capitolo 31

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Harry's pov
La mano di Isabelle tremava nella mia e avrei fatto di tutto affinché quel momento non arrivasse mai.
Prendersela con lei, era il più grande errore che Smith potesse fare.
Nulla mi avrebbe più fermato, me l'avrebbe pagata, su questo non avevo dubbi.
Il suo passato era tempestato di mistero e di troppi morti che si portava sulla coscienza.
L'idea che da quel giorno, la sicurezza di Isabelle non sarebbe stata sotto la mia completa visione, mi faceva ammattire, così come il fatto che in quel momento stesse soffrendo.
Non lo ammettevo, ma stavo male, cercavo di apparire forte e coraggioso per lei, quando in realtà sarei potuto scoppiare da un momento all'altro.
Ero convinto, che per tutta la notte non avrei fatto altro che sognare quel momento di poco fa, quando su quella fottuta scrivania si era sciolta fra le mie braccia, fidandosi di me, come forse non aveva fatto con nessuno.
L'avrei protetta sempre, se necessario anche da me stesso, avrei messo da parte tutto ciò che potesse ferirla e tutto ciò a cui non era ancora pronta.
Mancavano pochi passi per svoltare l'angolo ed il tremolio della sua mano, non fece che aumentare.
La portai così vicino alla mia bocca, baciandone il dorso, lei sorrise, ma sapevo che stava solo cercando di non piangere e forse anch'io ci stavo provando.
Non avevo mai pianto per una donna e se mai l'avessi fatto per lei, non me ne sarei vergognato, perché lei man mano mi stava ridando la vita, senza neppure accorgersene.
Ero caduto in baratro buio, nel quale ognuno aveva paura a tendermi la mano per paura di caderci a sua volta, lei no, lei l'aveva fatto e continuava a farlo giorno dopo giorno, nonostante fossi consapevole di non meritarlo.
"Siamo più forti di lui" gli dissi, afferrando il suo volto fra le mie mani e baciando quelle labbra che mi sarebbero mancate come l'aria.
Me ne fregai del fatto che Smith ci stesse guadando, doveva crepare d'invidia quel vecchio bastardo.
"Ci-ci vediamo domani" balbettò con un groppo in gola ed io non potei far altro che stringerla fra le mie braccia ancora una volta, prima di farla andare.
****
L'insonnia, era un qualcosa con la quale combattevo da più di un anno, ma quella notte fu la più dura di tutte.
Il mio pensiero corse subito a lei, non sapevo se ora stesse nel suo nuovo letto e se l'avessero accolta nel migliore dei modi.
Non sapevo nulla, volevo chiamarla, ma forse dormiva, quindi optai per un messaggio, sperando con tutto me stesso che rispondesse.

Isabelle's pov
Deglutì rumorosamente, quando Smith mi lasciò sola, fuori la porta che rappresentava un nuovo inizio per me.
Dall'interno, nonostante fosse tardi, proveniva un caos assurdo e questo non fece altro che aumentare la mia ansia.
Bussai, aspettando che qualcuno mi sentisse e che avesse il buon senso di venirmi ad aprire.
Passarono cinque minuti e finalmente ciò accadde.
Una ragazza brunetta, mi aprì guardandomi da cima a fondo prima di ritornare al mio viso.
"Sei la nuova?" Domandò sbuffando una risata e io davvero non riuscì a capire cosa la divertisse così tanto.
"Si" mormorai, rabbrividendo per una folata di vento che arrivò dal fondo della porta principale lasciata aperta.
"Mmm, vieni" disse, facendomi spazio.
Al suo interno, la situazione era orribile, non avevo mai visto tutto questo disordine in vita mia, nonostante non fossi una maniaca dell'ordine, mi piaceva comunque rispettare degli spazi che avrei condiviso con alte persone, ma probabilmente loro non la pensavano così.
A dispetto di quanto potessi immaginare, quella stanza era abbastanza affollata.
Oltre me, infatti c'erano quattro ragazze, che senza neppure salutarmi, si limitarono a fissarmi e a sghignazzare fra di loro.
"Sono Isabelle" mormorai, posando la mia valigia a terra.
"Non te lo abbiamo chiesto" commentò una di quelle, facendo ridacchiare tutte le altre.
"Come preferisci" sbuffai "ditemi solo dove devo dormire" asserì, avevo ben intuito che dal quel giorno la mia permanenza lì dentro sarebbe stata un inferno, Cloe aveva proprio ragione quando parlava di questo reggimento.
"Sei l'amica di Cloe? È venuta da voi no?" Domandò sempre la stessa, come se in qualche modo fosse il portavoce di tutte, forse il capo.
Che assurdità.
"Si" mi limitai a rispondere.
"Perché sei qui?" Continuò, facendomi salire il nervoso, volevo solo dormire e magari mandare un messaggio ad Harry, mi mancava già.
"Scelta del mio maresciallo, posso sapere qual'è il mio letto?" Ridomandai.
"Quello" lo indicò e per poco non tirai un urlo, quando vidi in che condizioni versava.
Un ammasso di vestiti, probabilmente sporchi, erano gettati alla rinfusa sul letto, dove, in teoria avrei dovuto dormire io.
"Potreste togliere le vostre cose?" Tentai con la gentilezza, ma date le loro facce, non avevo fatto centro.
"No, fallo tu" rispose un'altra e odiavo davvero tanto il fatto di non sapere neppure con chi stessi parlando.
"Una domanda..." Assottigliai lo sguardo "ma quanti anni avete? Due?" Portai le mani sui fianchi e a quel gesto i loro visi, tornarono seri.
"Ascoltami bene Cenerentola" il capo si avvicinò a me e d'insisto indietreggiai.
Era molto più alta di me, ma sopratutto molto più robusta e quell'espressione, mi mise seriamente paura "non so come tu eri abituata nella lontana America, ma qui le regole le facciamo noi" sussurrò, troppo vicino al mio volto.
Mi presi un attimo per pensare e non potevo mostrarmi debole fin dall'inizio, se ne sarebbero approfittate e non volevo questo, volevo solo stare tranquilla.
"Ascoltami bene oggetto non identificato, in America siamo più accoglienti, quindi vedi di adattarti e sopratutto leva quei quattro stracci dal mio letto, non sono la tua serva al massimo posso curarti il livido che ti lascerò in faccia se non ti dai una mossa" dissi tutto d'un fiato, meravigliandomi in prima persona di esserci riuscita.
"Ah però, che caratterino" commentò l'amica "mi piace" aggiunse, facendomi l'occhiolino.
Fantastico.
"Come hai detto che ti chiami?" Domandò di nuovo la moretta.
"Isabelle" risposi decisa "e tu, c'è l'hai un nome?"
"Fiamma" replicò, guardandomi un'ultima volta, prima di voltarsi verso le sue amiche "levate tutto da quel letto" asserì, prima di raggiungere il suo.
Isa-Fiamma 1-0.

Mission of love [H.S.]Where stories live. Discover now