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Special POV: OLIVIA ACKLEY

Sapevo che i paramedici non potevano dire ai pazienti e ai loro familiari che le ccose sarebbero andate bene. Sapevo che non potevano fare promesse o far finta che andasse tutto bene. Sapevo che non potevano farlo. Ma quando qualcuno che significava il mondo per te era steso su una barella per un overdose, le regole non sembravano così importanti ed era difficile non desiderare che i medici ti rassicurassero. Ashton era diventato di un colore misto tra grigio e bianco.

Sinceramente?

Pensavo che sarebbe morto dentro l'ambulanza.

E quindi quando avevano chiesto a Michael di andare con lui e non me, avevo perso il controllo. Mi ero messa a urlare. E urlare. E urlare. E a piangere. E a tirare calci a Luke quando mi trattenne dalle porte che si chiudevano. Piansi. E piansi. E piansi. E volevo diventare Romeo e Giulietta con Ashton e finirmi –così da non dover sopportare il dolore di presentarmi in ospedale per sentirmi dire che non c'è l'aveva fatta.

Perché se non c'è la faceva ero sicura che sarei morta anche io. Le mie ossa si sarebbero disintegrate, il mio cuore sarebbe stato preso dalle fiamme e il mio corpo si sarebbe congelato. Niente avrebbe più avuto significato se lui fosse sparito dalla mia vita.

Per non dire poi che era tutta colpa mia. Tutto questo era colpa mia. Ashton mi aveva detto tante volte quando stavamo insieme che non aveva mai toccato una droga in vita sua e che quando le fans gli dicevano che avevano problemi di droga lui si sentiva devastato. Ascoltava le loro storie e come scappavano dalla dipendenza attraverso la musica. Ascoltava le loro storie e mi aveva giurato che non sarebbe mai diventato così e che non avrei dovuto farlo neanche io.

Non avrebbe fatto niente se fossimo stati insieme. Non sapevo da quanto tempo stesse usando queste sostanze per sentirsi meglio, ma ero abbastanza intelligente da sapere che era successo da quando ci eravamo lasciati. Era successo da quando gli avevo strappato via il cuore e mi ero rifiutata di ridarglielo. Ero stata egoista. Avevo visto solo il mio dolore e mi ero dimenticata del suo.

Ero concentrata su me stessa e adesso lui era un casino. E potenzialmente morto.

"Sbrigati!" Urlai all'autista con voce acuta e vista offuscata dalle lacrime.

La mano di Luke mi accarezzò un braccio ed io lo allontanai. Non volevo conforto, da lui o da altri. Volevo vedere Ashton e dirgli che mi dispiaceva e che lo amavo ancora più di tutto.

"Liv, sta andando il più veloce possibile." Mi disse Melissa, i suoi occhi erano bagnati come i miei.

Ma 'il più veloce possibile' non era abbastanza. Avevo bisogno che volassimo; volevo che il piede di quest'uomo fosse premuto sull'acceleratore così tanto da toccare terra. Questo non era abbastanza veloce, per niente.

Non riuscivo a respirare, i singhiozzi mi chiudevano la gola e stavo ansimando.

Non poteva essere morto. Non poteva essere morto. Non poteva essere morto.

Special POV: ASHTON IRWIN

Lei era la prima cosa che avevo visto quando avevo aperto gli occhi e potevo giurare di essere in paradiso. L'unica cosa che sembrava fuori posto era il fatto che avesse occhi rossi e gonfi e il mascara sulle guance.

Com'era possibile che qualcuno fosse così distrutto e bello allo stesso tempo?

Lei era un sogno. Era quella dea dai capelli rosa che adesso mi stava guardando come mi guardava prima. Come se mi amasse di nuovo.

C'era una maschera sulla mia faccia e l'aria che stavo respirando era fredda.

"Liv?" Chiesi con voce attutita, ma non c'era nessuna domanda. Conoscevo il suo viso, la sua voce, il suo corpo, tutto.

all mine | ft. michael clifford (traduzione italiana)Where stories live. Discover now