Chapter 19

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-Come stracazzo è possibile scusa? Chi cazzo è quel tipo uguale a lui?- trillai continuando a guardarli. Si somigliavano in una maniera impressionante.

-Non ne ho idea, giuro, non l'ho mai visto in giro-

-Per favore andiamo nella sala di sotto, non riesco a reggerne uno di Louis Tomlinson, figuriamoci due- soffiai prima di prendere per l'ennesima volta Niall per il braccio per portarlo con me.

Ironia della sorte, non appena arrivammo di sotto, la prima persona che incontrammo fu Stan.

-C'era Louis qui, l'hai visto?- mi chiese sogghignando.

-Sì, era di sopra e parlava con un tipo che gli assomiglia in una maniera assurda. Per un attimo sono stato convinto di aver avuto un'allucinazione-

-E non sei il solo. Quello è George Shelley, il sosia di Louis. Sai quanta gente chiede ad entrambi se sono fratelli?- Stan mi osservò con un sorrisetto compiaciuto. Replicai con un'imprecazione fatta a denti stretti e decisi di andare in bagno. Avevo bisogno di stare un minuto da solo. Niall sembrò capirlo, infatti non mi seguì.

Da dove diamine spuntava fuori quel tipo adesso? Non che mi importasse più di tanto in fondo. Appena avevo scorto Louis tra la folla il mio primo pensiero era stato quello di andargli a chiedere di ballare con me. Che patetico idiota. Non riuscivo più a riconoscermi, non mi era mai successa una cosa simile. Di solito erano gli altri che lo chiedevano a me.
Mi spruzzai dell'acqua sul collo e una volta sistemata meglio la bandana che portavo per tenere indietro i ricci uscii.

-Ehi bello, sei qui-

-Niall, non credevo fossi qui ad aspettarmi, se lo avessi saputo ci avrei messo sicuramente meno tempo-

-Volevo assicurarmi che stessi bene-

Mi si strinse il cuore udendo quelle parole.

-Grazie- fu tutto ciò che fuoriuscì dalle mie labbra.

-Torniamo in pista? Chi se ne frega se ci sono due Louis Tomlinson, li affronteremo insieme- sorrise il biondo facendomi sentire subito meglio.

_________

Stavo ballando, ma soprattutto mi stavo sforzando per non pensare a niente, ma i suoi occhi, anzi, i loro occhi puntati prepotentemente su di me mi stavano incendiando.

Possibile che Louis fosse davvero così stronzo? Se ne stava lì, appoggiato al muro insieme a quella sottospecie di gemello a fissarmi e a ridacchiare.

-Niall, perché mi fissano e si parlano nell'orecchio secondo te? Mi fanno venire la paranoia!-

-Non lo so Hazza, ma io ho davvero bisogno di andare a casa, tu che fai?-

-Io resto, ci vediamo a casa- ed era ovvio, se Louis era lì io volevo stare lì.

Una volta che Niall se ne fu andato mi guardai intorno nella speranza di scorgere qualcuno che conoscevo e per mia fortuna intravidi Luke, che mi stava venendo incontro.

-Bello, tra mezz'ora chiudono, andiamo fuori a fumarci una canna? Ci sono anche Ashton Calum, Stan e Nick- un sorriso sghembo nacque sul suo volto, -Okay risposi- volevo mettere alla prova Louis per vedere se mi avrebbe seguito, perché sapevo che nonostante gli stessi dando le spalle, il suo azzurro ghiaccio mi stava continuando a scrutare curioso.

Dieci minuti e dieci spallate dopo riuscii finalmente ad uscire da quel casino immane. Notai che esattamente come mi aveva accennato Luke, nella piazzetta davanti a El Granero, c'erano alcuni dei miei compagni di squadra intenti a passarsi delle canne. Salutai tutti con un cenno della mano e mi accasciai sul prato vicino a Calum. Ero ancora dannatamente ubriaco.

-Hola Lou!- sentii dire da Ashton, non mi voltai, sapere che Louis stava camminando alle mie spalle mi fece sentire nervoso, nonostante la felicità nel constatare che una volta sparito io, non aveva perso tempo e mi era venuto dietro come un cagnolino.

-Hola belli, che fate?- replicò andandosi a sedere a qualche metro alla mia destra, con il suo fottuto sosia vicino.

Mi arrivò una canna, ma mi limitai a fare un paio di tiri, prima di passarla a Luke e alzarmi. Ne avevo avuto abbastanza di quella serata.

Louis, quel tizio che gli somigliava, troppo alcol nel sangue e una fame terribile mi spinsero a salutare tutti in fretta e a voltarmi per intraprendere la strada di casa. Una volta svoltato l'angolo mi sentii prendere per un braccio.

Louis. Louis mi aveva seguito e io non ci potevo credere.

-Ehi, ti va se ti accompagno a casa?- disse una voce che non avevo mai sentito. Mi voltai, lo scrutai interdetto. Quel ragazzo non poteva e non doveva assolutamente assomigliare così tanto a Louis Tomlinson. La cosa mi stava facendo impazzire. Ma soprattutto cosa diamine voleva da me?

-Okay- dissi timidamente, non riuscendo a rifiutare.

-Insomma? Ti sei divertito stasera? Mi ha detto Louis che giocate nella stessa squadra... Sai sono stato tutta la sera a chiedergli cose su di te-

Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva dopo aver udito quelle parole. Ecco perché mi avevano fissato per tutto quel tempo.

-Sì?- non sapevo che altro avrei potuto dire.

-Sì, mi ha detto anche che sei fidanzato-

-Sto per chiudere in realtà. La mia ragazza è diventata una palla al piede- e continuai a lamentarmi di Taylor con quel perfetto sconosciuto fino a che non arrivai sotto il portone di casa mia.

-Siamo arrivati, è veramente tardi- commentai dopo aver letto l'ora sullo schermo del cellulare, -Tu dove abiti?-

-Abbastanza lontano da qui...-

Non so bene cosa diamine mi passò per la testa in quel momento, forse l'alcol, forse il fatto che talmente tanto rivedevo Louis tra i suoi lineamenti che quasi mi faceva male lo stomaco, ma : -Vuoi salire?- fu tutto quello che mi ritrovai a dire.

-In realtà non aspettavo altro Harry...-

Note : NON VE LA PRENDETE CON ME, È SUCCESSO DAVVERO E NON È COLPA MIA.

VI AMO SEMPRE.

Como Cuando Las Hojas Se CaenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora