Capitolo 7.

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Quel momento sembrò durare troppo. Il respiro caldo di Levi, accompagnava con grazia i lenti e ritmici battiti del suo cuore. Avrebbe potuto avvicinarsi e sfiorare le sue labbra, potendone assaporare il gusto fino in fondo. Si lasciò sfuggire un gemito strozzato quando Levi posò una mano sulla sua guancia, scorrendo il pollice lungo le sue labbra rosee.
«Cos'hai, quattrocchi?» mormorò, seguendo con lo sguardo il movimento titubante delle labbra, che pronunciarono poche parole balbettate.
«Nulla... Io... Va tutto... »
Posò il suo sguardo nei suoi occhi azzurro chiaro, molto infossati e coronati da profonde occhiaie. 
«No, c'è sicuramente qualcosa che non va, vero?» la interruppe, guardandosi alle spalle, oltre la finestra da cui provenivano i caldi raggi solari della tramonto, che trascinava con sé il dì e riempiva il terso cielo di arancio, lasciando nel cielo le prime stelle.
«Si sta facendo tardi... Devo andare. »
Con un gesto della mano, la spostò, quasi con indifferenza e rabbia, dalla porta, la aprì e andò via, ancora una volta.
«No, questa volta non ti lascio andare così facilmente!» borbottò, uscendo anch'ella dalla stanza.
Lo seguì anche fuori dal palazzo, mentre attraversava vie strette e buie. Una strana quiete assoluta venne rovinata da tuoni lontani, che ruggirono rumorosamente nel temporale. La meta di Levi era sconosciuta, e, per Hanji, i dubbi si fecero sempre più presenti a rovinare le sensazioni felici della donna.
Sicuramente, qualcosa sarebbe accaduto di lì a poco, quando, con fretta e nervosismo, Levi entrò in quella che sembrava essere una casa sporca e malconcia. Silenziosamente, si avvicinò alla finestra, sbirciando dentro la stanza. Sul letto, contornato da petali di rosa, una donna si era seduta sul ventre nudo di Levi, che la guardava, sorridendo maliziosamente. Lei staccava lentamente i petali dalla rosa che stringeva in mano. Hanji sentì un dolore lancinante al petto. Era quello l'amore? Era soffrire e sperare che, in quell'attimo, la morte venisse a sopraffarla? Allora lei lo amava davvero, poiché desiderò vivamente di morire, non riuscendo, però, a staccare gli occhi dall'uomo, che si accingeva a toccare i fianchi della donna dai capelli neri, di spalle, sopra di lui.
«Dannazione!» strillò, rapita da una rabbia innaturale. Diede inutili colpi in aria, urlando ancora, nonostante Levi non riuscisse a sentirla. Volle entrare e chiedergli spiegazioni, ma come poteva sperare di ricevere risposte, che potessero soddisfare il suo desiderio di sapere il perché? Intorno ad ella, molte persone si fermarono, mormorando fra di loro frasi incomprensibili.
Le lacrime minacciarono di uscire, il suo cuore singhiozzava per il dolore. Urlò di nuovo, in preda alla disperazione e cominciò a piangere, cadendo a peso morto a terra e stringendo le gambe a sé. Faceva così tremendamente male.
La folla che si era venuta a creare, andò via, man mano, che la donna riprese a camminare verso casa, con le persone che la seguivano, per accertarsi che stesse davvero bene. Sapeva che non avrebbe dovuto darsi false speranze, ma l'impressione che Levi potesse amarla davvero, era ancora molto forte in lei. Non si diede per vinta. Non lo avrebbe mai fatto. Si convinse di aver sognato tutto. Era la via più semplice, ovviamente. Non si sarebbe mai avventata su Levi, in quel momento, ma obbligò la sua mente ad elaborare un piano per potergli chiedere se provasse qualcosa per lei o per quella sconosciuta.

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Ciao a tutti :D. Sono tornato!
-YEH!- Finalmente posso aggiornare. :') La prossima parte sarà molto più bella di questa.
Quindi, boh, scusate ancora per l'assenza.

-Levi Ackerman

"I Love Her" | levihanWhere stories live. Discover now