Capitolo 10.

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Il mattino seguente Hanji si svegliò stranamente felice, sentendo uno strano profumo invaderle le narici, arrivando al cervello e mandandolo in tilt. Si girò di lato, restando stesa sul fianco, e si guardò intorno, nella piccola stanza in cui riposava. Analizzò il luogo, osservando attentamente l'ambiente circostante. Addossata alla parete, sembrava "sorvegliare" la stanza, una sedia, cui sopra era stato lasciato un mucchio di fogli bianchi, probabilmente da compilare. "Che palle" -pensò- "Altra roba su cui lavorare" sbuffò, distogliendo lo sguardo. Quel profumo continuava a darle alla testa. Non riusciva a capire di cosa si trattasse, ma era così piacevole che Hanji si limitò ad apprezzarne l'odore, senza farsi troppe domande, finché l'attenzione cadde sulla porta socchiusa, accanto alla scrivania, dove era stato poggiato un biglietto, da quello che poté vedere di sfuggita, quando Levi irruppe nella stanza, riversando l'intera attenzione sul suo sguardo, intriso di stupore, nel vederla sveglia ad un'ora molto più tarda, da come era solita svegliarsi.
«Finalmente» sbottò, entrando completamente nella camera e sedendosi sulla sedia, liberandosi dell'ingombrante massa di fogli, con una tale rabbia quanta frustrazione.
«Mi hai preparato la colazione, Levi?» chiese, mettendosi seduta e avvicinando le gambe al petto, stringendole con forza.
«Che ore sono?» continuò a porgergli domande, chiudendo e riaprendo gli occhi lentamente, ancora assonnata.
«Dovrai pranzare direttamente, visto che è già ora di pranzo» rispose, alzando le spalle, in un gesto veloce e improvviso.
«Oh. Hai cucinato qualcosa?»
«Sono la tua cameriera, per caso?»
Un'improvvisa immagine raffigurante Levi, vestito da cameriera, le si proiettò nella testa. Credette di sanguinare, finché non passò una mano sotto al naso, realizzando fosse solo un'illusione. Trattenne nella mente quell'immagine per un po', rovinata poi dalla figura opaca di Levi, alzatosi dalla sedia.

«Mangia».
«Non ho fame, Levi» ribatté, sbattendo le mani sul tavolo, come una piccola bambina.
«Mangia» ripeté, sottolineando l'ordine con voce minacciosa.
«Imboccami tu, allora» rispose, incrociando le braccia e assumendo uno sguardo di sfida.
Non se lo fece ripetere due volte, Levi, che le ficcò il panino in bocca, facendo sussultare la donna, che cominciò a masticare, cercando di parlare.
«Dobbiamo raggiungere gli altri, per una piccola esplorazione oltre le mura. Va' a prepararti. Siamo già in ritardo» la informò, porgendole gli occhiali, che aveva fatto cadere a terra, nella sua camera.
Controvoglia, si alzò, prendendoli e masticando ancora un pezzo del panino rimasto in bocca. Una volta ingoiato il tutto, riprese a parlare, dicendo che si sarebbe preparata subito, per poter raggiungere gli altri il prima possibile. Quindi, entrata nella stanza, si vestì, togliendosi e lanciando altrove il pigiama, che finì proprio sulla testa di Levi, che aveva aperto la porta, per riprendere qualcosa che, diceva, di aver lasciato nella stanza. Senza preoccuparsi, poiché ormai aveva già messo la camicia bianca, che lasciava intravedere a malapena il petto, si avvicinò a lui, per portargli la giacca. Si ricordò del biglietto sulla scrivania, non appena si avvicinò di nuovo all'oggetto. Prese in mano il foglietto e lo lesse ad alta voce.
«"Ho lasciato un bicchiere di latte sul tavolo per te. Ti aspettiamo fuori", firmato da Historia. Chissà dov'è finito» commentò, ironicamente. La cosa, però, che le turbava di più era il comportamento di Levi, che aveva deciso di aspettarla, piuttosto che andarsene con gli altri. Attese di sentire che i suoi passi si fermassero, nel corridoio, proprio davanti all'ingresso, prima di rimettere il biglietto sulla scrivania.
Pronti, uscirono entrambi dal palazzo, guardando appena oltre il piccolo giardino posizionato davanti, chiuso da un cancelletto di legno, dipinto di bianco. Tolta la chiave, che lo teneva fermo, uscì per prima Hanji, che si fermò ad aspettare l'uomo, intento a fissare una donna, che rivolgeva a lui lo stesso identico sguardo.

"I Love Her" | levihanWhere stories live. Discover now