Heart Pieces

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È trascorsa poco più di una settimana dal risveglio inaspettato di Callie e, nonostante i piani che si erano prefissate le due ragazze, la loro permanenza nella vecchia villetta dei nonni si era prolungata notevolmente. Non che Alyson si fosse dimenticata dei genitori dell'amica, ma il fatto che si fosse risvegliata dopo essere stata morsa ancora la preoccupava. Che fosse immune? Non lo poteva sapere con certezza. Dall'ultimo attacco non si erano più visti infetti aggirarsi attorno alla villetta, tant'è che Aly aveva deciso di provare ad andare a caccia lì attorno, ovviamente senza successo. Callie invece, a differenza di Aly, aveva deciso di dedicarsi a qualcosa che, sin da bambina, le teneva compagnia nelle giornate più noiose e che, in effetti, le riusciva piuttosto bene. Disegnare. Aveva iniziato a prendere come modello la dolcissima Happy, ritraendola sul suo blocco da disegno in varie pose. Anche il paesaggio attorno alla villetta le era d'ispirazione, ma c'era qualcosa, o meglio, qualcuno, che da tempo avrebbe voluto ritrarre ma che in qualche modo le era sempre sfuggita. Se per lei tutto sembrava essere tornato alla " normalità ", qualcun'altro del gruppo sembrava isolarsi o addirittura sparire per ore intere, senza mai dare spiegazioni e cambiando di umore come il giorno e la notte .

" Dove sei stato?! Dimmi che non sei andato di nuovo al ponte "

" Non sono affari tuoi "

" Come scusa? Jackie lo capisci che non è un gioco questo? "

Il ragazzo non interruppe il contatto visivo con la sorella, continuando quella sfida fatta di provocazioni che sembrava divertirlo.

" Esci ancora una volta senza il mio permesso e giuro che te ne faccio pentire. Sono stata chiara? " disse, alzando il tono della voce.

" Non puoi darmi ordini"

" O si che posso e lo faccio! "

" Tu non sei mia madre! " urlò il ragazzo.

Il rumore di uno schiaffo risuonò nella cucina, attirano l'attenzione anche dell'altra ragazza seduta sul divano del salotto.

" Ti odio "

Sussurrò quelle parole abbastanza forte da poterle rendere udibili dalla sorella ritta dinanzi a lui. Poi, con una mano sul viso, corse verso le scale raggiungendo il piano di sopra diretto nella sua camera, sbattendo violentemente la porta.

" Non lo pensa veramente " disse Callie, avvicinandosi alla ragazza.

" Si invece, solo non era mai stato abbastanza coraggioso da dirlo"

" Tuo fratello ti vuole bene, sei l'unica persona della sua famiglia che gli è rimasta "

" Proprio per questo mi odia"

" Che intendi? Non capisco "

" Non importa... "

" Aly, lo sai che non sopporto quando eviti i discorsi. Coraggio "

La ragazza guardó per un attimo l'amica, poi sospiró rassegnata e iniziò a raccontare.

" Quando lui è nato i nostri genitori hanno iniziato a litigare, andavano avanti tutto il giorno e io, stufa di sentire urla e parole di troppo, uscivo di casa e rimanevo nel cortile a giocare con la mia vicina di casa. Col passare dei mesi, la situazione non migliorò, anzi, iniziò a peggiorare in modo drastico finché, una sera, non assistetti ad una scena che rimarrà impressa nella mia memoria per sempre " inspiró profondamente, poi continuó " Ero in cucina in attesa della cena mentre giocavo con Jackie seduto sul suo seggiolone. Adorava quando gli facevo le boccaccie e imitavo i versi degli animali, sembrava proprio pendere dalle mie labbra. Poi, un tonfo secco proveniente dal salone mi ha spaventato e, sapendo che lì poco prima c'erano i miei genitori, sono corsa a vedere. Mio padre stava in piedi davanti al divano mentre mamma era seduta, con le mani strette dietro la testa. Spostai lo sguardo prima su mio padre, poi su mia madre, finché non mi accorsi delle sue lacrime soffocate. Corsi immediatamente verso di lei, parandomi con le braccia aperte dinanzi a lei, come per proteggerla. Avevo solo 9 anni, ma urlai e intimai a mio padre di allontanarsi. " È scivolata, sta bene. Vieni andiamo a mangiare" furono le sue parole. Ma io sapevo. Sapevo che era stato lui, lui l'aveva spinta contro il muro facendole battere la testa, ma non poteva ammetterlo davanti a sua figlia. Ritornai in cucina piangendo e in quel momento incontrai lo sguardo di mio fratello. Aveva appena un anno, mi guardava con i suoi splendidi occhi azzurri come il cielo e in quello stesso istante mi feci una promessa. La promessa di non lasciarlo mai solo. Da lì, I miei genitori si separarono e io vietai a mio fratello di vedere nostro padre, almeno finché non fosse abbastanza grande da poter decidere da solo. Con il divieto di vederlo, speravo che nostra madre passasse più tempo con lui ma così non è stato. Il lavoro, gli impegni... C'ero sempre io assieme a lui finché, diventata adulta, non me ne sono andata di casa e l'ho lasciato solo, mancando alla promessa fatta"

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