Capitolo 30

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POV Maria
"Logan, non ti sembra di averne bevuti già un po' troppi?" chiedo notando nella sua mano l'ennesimo bicchiere di vodka alla pesca.

Io ho già un tremendo mal di testa a causa della musica che a momenti buca i timpani, per non parlare della confusione, gente sudata che si struscia addosso ad altra gente sudata, luci colorate che si muovono in continuazione e mandano in tilt il sistema nervoso. Insomma, non è un posto che fa pe me, e solo adesso comincio a capire perché Giada sia stata così risoluta nella decisione di non venire.

"Ma no... pff, cosa dici. Piuttosto bevi anche tu, non hai preso neanche un bicchiere" detto questo mi mette sotto al naso quello che credo sia almeno il quinto bicchiere. L'odore pungente dell'alcol non fa che aggravare il mio malessere, perciò prendo la decisione di andare a casa.

Non appena mi accorgo che Logan quasi non si mantiene in piedi, e per reggersi si appoggia al bancone, mi convinco che dobbiamo assolutamente andare a casa.

"KENDALL!" urlo, ma con scarsi risultati in quanto il volume della musica è ben più alto di quello della mia voce, ed è già tanto che sia riuscita ad udirmi io stessa.

Mi volto verso Logan, e lo prendo sulla mia spalla e, difficoltosamente a causa del suo peso superiore del mio, lo porto a sedere su un divanetto.

"Torno subito" lo informo, prima di mischiarmi anch'io dentro la folla per cercare l'unica via di salvezza possibile: Kendall.

Idiota, poteva anche risparmiarsi di andare chissà dove in questo postaccio.

Ed ecco che la mia vocina interiore si diverte a maledire Kendall in tutti i modi possibili, e stavolta non posso fare a meno che essere d'accordo con lei.

Guarda, guarda. Non si vede da nessuna parte, chissà dove stracacchio è finito questo imbecille.

D'un tratto scorgo una figura simile alla sua parlare con un altro ragazzo. Mi avvicino per squadrarlo meglio e mi convinco che è lui.

Grazie al cielo!

"Kendall" lo chiamo, ma non risponde.

"KENDALL" stavolta lo strattono per il braccio. E che cavolo, i nervi ad un certo punto si fanno sentire.

Finalmente si gira verso di me e mi chiede cosa sia successo, lasciando in tronco il discorso che evidentemente stava facendo con il suo amico.

"Logan è ubriaco fradicio e io ho un mal di testa pazzesco. Andiamo a dormire, non ce la faccio più" lo imploro.

Kendall velocemente saluta e liquida quel ragazzo e mi rivolge tutta la sua attenzione.

"Dov'è Logan adesso?" chiede mentre iniziamo ad incamminarci

"L'ho lasciato su un divano, ah, eccolo lì!" esclamo una volta individuato il soggetto in questione.ve

Mi avvicino, e mi schiaffeggio mentalmente appena mi rendo conto in quali penose condizioni sia ridotto: sdraiato sul divanetto, finge di essere ad un concerto rock e mima di suonare una chitarra elettrica.

"E' più grave di quanto pensassi"

"Già" rispondo guardandola a dir poco scioccata, e insieme ci affrettiamo ad andare verso di lui e sollevarlo di peso.

"Ehi, ehi ehi, calma ragazzi, so camminare" si lamenta Logan poiché io e Kendall lo teniamo per le spalle.

"Sei sicuro?" chiede Kendall

"Ma ceeeerto" risponde ovvio, prolungando di molto la 'e'.

Io e Kendall ci scambiamo una breve occhiata, e dopo di che decidiamo di lasciarlo camminare.

Logan compie due passi, si gira verso di noi ed esulta contento: "Visto?" prima di poggiarsi ad un muro per evitare di perdere l'equilibrio.

Io alzo le braccia al cielo, Kendall si affretta ad accorrere in suo aiuto per evitare che cada rovinosamente per terra, e insieme ci dirigiamo in auto diretti verso la casa di Jo, la fidanzata di Kendall.

Una volta arrivati a destinazione, trasciniamo il dormiente Logan davanti la porta della casa, dove picchio un paio di volte e attendo l'arrivo di un qualche santo cristiano che ci venga ad aprire.
Per fortuna le mie preghiere non tardano ad essere esaudite, poichè una ragazza bionda, alta e molto carina ci viene ad aprire.

"Scusa Jo, non potevamo rimanere un minuto di più con Logan in queste condizioni" si scusa subito Kendall baciando affettuosamente la sua ragazza.
"Non preoccuparti, mi stavo annoiando da sola"

E detto ciò entriamo dentro casa, dove lasciamo Logan su un divano.
"Io sono Jo" si presenta la ragazza bionda dall'espressione solare.
"Ah, io sono Maria" mi presento a mia volta stringendole la mano.
"Quindi, come ti è andata? Abiti con i quattro ragazzi più pazzi di questo mondo"
A questa buffa affermazione mi scappa una risata, e mi incammino insieme a lei verso un divano bianco.
"Per farla breve..." inizio sedendomi seguita da lei "Io e la mia migliore amica ci siamo trasferite qui, ma lei ha scordato di prenotare un hotel. Lei stava per essere investita, e James che si trovava lì, l'ha salvata, e allora i ragazzi si sono offerti di ospitarci, specialmente James" specifico.
"Uh, direi che è scoppiata la scintilla allora..." dice Jo con un'espressione birichina in volto.
"A dirla tutta non lo so... Si vede che si piacciono molto, ma fin'adesso non è successo un granchè tra loro due..."
"E tu? Hai scelto il tuo?"
Mi guardo attorno, assicurandomi che nessuno oltre lei mi senta, e annuisco leggermente, e nascondendo un evidente sorriso sulle labbra.
"Chi?" chiede Jo impaziente.
"Il cretino con la sbronza" rispondo ridendo.
"Logan? Beh, sei andata bene. Logan è un bravo ragazzo, molto scherzoso e alla mano. Ma alla fine tutti e quattro sono bravi ragazzi"
Mentre sto per risponderle, sento un urlo esasperato da parte di Kendall, al che io e Jo ci guardiamo allarmate e ci alziamo dal divano.

"Cosa c'è?" chiedo incuriosita più che allarmata.
"Ti supplico, aiutami a convincerlo a salire di sopra a dormire"
Sposto il mio sguardo verso Logan, il quale continua a ripetere come un bambino di tre anni: "Non voglio andare a dormire"

Lo prendo di forza per la spalla e lo faccio alzare dal divano su cui è seduto.
"MUOVITI!" urlo notando che rimane impalato. Finalmente le sue gambe danno qualche segno di vita, e insieme possiamo incamminarci di sopra.
"Vuoi una mano?" chiede Kendall dal piano di sotto.
"Genio, ormai sono arrivata" rispondo sentendo una risata da parte di Jo.

"Ma quanto diavolo pesi?" chiedo in un momento di nervosismo.
"Allora, qual è la stanza?" chiedo, anche se dubito fortemente che abbia le facoltà mentali per rispondere, o per capire la domanda.

Fortunatamente con il dito indica una porta chiusa, perciò la apro e noto all'interno una stanza con due lettini.
Accendo la luce e lo poggio su uno dei due lettini al centro della camera.

Vederlo così, con gli occhi chiusi, i lineamenti distesi che gli danno un'aria da bambino, mi porta una tenerezza tale che non posso fare a meno di sedermi sul lettino e accarezzargli il volto.
Lui sospira e apre gli occhi, sorridendomi ampiamente. Ricambio il sorriso e mi alzo dal letto per andarmene.
"Ehi" mi richiama tenendomi il braccio.
"Cosa c'è?" chiedo.
Inizia a brontolare e a girarsi e rigirarsi sul letto. "Vieni qui"
Sbianco totalmente.
"Perchè?" domando, anche se subito dopo me ne pento.
"Perchè tu mi fai stare bene" risponde ovvio, alzandosi a sedere.
"Non capisco" affermo guardandolo dubbiosa. Lui sorride nuovamente mostrando quelle meravigliose fossette.
"Con te sto bene, quando sorridi per me è tutto a posto, quando ti vedo la mia giornata si illumina, e quando incontro il tuo sguardo mi batte forte il cuore" inizia ad parlare. Sarebbe tutto perfetto se non fosse che la sua voce è impastata dall'alcol.
"Logan, dormi" sussurro.
"Perchè tu sei bella, stupenda, unica, fantastica..." continua il suo discorso ignorando quello che ho appena detto. E' stupendo sentirsi dire questo genere di cose dalla persona che ami, ma è orribile sapere che in questo momento non è lui che sta parlando, ma l'alcol.
"Perchè..." lascia in sospeso la frase, e intanto si avvicina al mio volto.
"Perchè..." porta la sua mano sul mio volto, avvicinandolo ancora di più al suo, mentre mi accarezza dolcemente.
"Perchè ti... ti amo" afferma poco prima di addormentarsi profondamente e cadere a peso morto sul letto, lasciandomi come una cretina ad immaginare ciò che sarebbe potuto succedere.

Sbuffo.
"Ti pareva che non andava a finire così?"


SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora