Capitolo 5

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POV Giada
Dopo aver passato qualche minuto in bagno per ricompormi, esco dall'edificio e salgo in macchina dove trovo la mia amica ad aspettarmi.
"Però, ce ne hai messo di tempo... Dammi retta, la prossima volta evita tutte quelle fiesta" dice mimando una smorfia di disgusto, il che mi porta a sorridere.
Mette la chiave nel quadro, e al secondo giro la Lancia bianca e nera dà un rombo, e sfrecciamo per la città... Da quando abbiamo comprato quest'auto, non ho mai perso un'occasione per ribadire che quei colori non mi andavano affatto a genio, in quanto sono da tempi immemori un'accanita tifosa del Milan, la storica squadra italiana Rossonera, e di conseguenza possiedo un'odio incondizionato nei confronti della squadra bianconera, che casualmente risulta essere proprio la squadra del cuore di Maria, anche se lei di calcio non ne capisce un gran che. La ripicca? Comprare un'auto bianconera, che ho sempre rifiutato di guidare nonstante la metà dei soldi per comprarla li abbia messi io.

Ad un tratto, per interrompere la monotonia del silenzio e rendere il viaggio più piacevole, Maria pesca un CD e lo inserisce nel lettore.
"Make you love me again, love me ag-..."
Dato che io non amo particolarmente questa canzone, passo avanti, scegliendo la mia preferita in assoluto.
"Guys like me, like girls like you,
and girls like you, like guys like m-"
Lei cambia a sua volta stazione... Allora é guerra!
"Only know you love her when you let her go, and you le-"
NO! Per l'amor di dio, tutto quello che volete ma NON QUESTA! VI PREGO!
Quindi cambio a mia volta...
"Here I am, there you are, why does it seem so far..."
"Step one, we were just two friends hav-"
"Do you want to ride in a big limousine? Tell me do you w-"
"Ma insomma, vuoi che si rompa?"sbraita spazientita.
"Lo farei volentieri se continui con quelle porcherie romantiche..."

Arrivate a casa, ci buttiamo sul divano sfinite e incominciamo a parlare della nostra prima lezione universitaria...
"Ah, a proposito, com'è andata?"
"Cosa, Philip?"risponde assorta nei suoi pensieri.
Adesso la freddo...
"NO!" urlo indiavolata. Ma lo fanno tutti apposta allora?
Mi calmo...
"Non quello..."dico con tono più pacato.
"E allora cosa?"
"Ma la giornata..." rispondo come se fosse la cosa piú ovvia del mondo...
"Ah, beh, dopo che te ne sei andata mi sono scontrata con quel ragazzo, e, dato che frequentiamo lo stesso corso, siamo andati a lezione insieme. Ma sfortunatamente la lezione era già incominciata e ci siamo beccati una bella nota di ritardo dal professore, che a parer mio é un vero rompi palle... E tu? Hai incontrato qualche bel ragazzo?"
"Tu sei sempre uguale, non cambi mai..." mi lascio sfuggire scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
"Scusami, hai ventun'anni e non hai mai avuto un ragazzo, a parte quel 'coso' di Niccolò" si giustifica
"Non mi ci fare pensare, per favore. Quella zecca umana..."
Niccolò era un ragazzo della mia età che al primo superiore mi stava attaccato come una sanguisuga.
Se sapesse di Philip, non direbbe che non ho mai avuto un ragazzo.
"Per non parlare della tua, come dire..." lascia in sospeso la frase per pensare al termine adatto da dire.
"Purezza"
"Ma dico, sei impazzita?"quasi le urlo contro scioccata.
"Scusa, ma é così..."afferma ridendo per la mia buffa reazione.

Ridiamo un po' e socchiudo le labbra per parlare. Dovrei dirglielo? No... Meglio aspettare... Prima vorrei parlare con lui, e cercherò di mantenere la calma.

Preparo da mangiare e pranziamo, tra chiacchiere varie e risate.
Passiamo il pomeriggio vagando per i negozi della città. Lei preferisce le gioiellerie in quanto un'appassionata di gioielli... Io sinceramente preferisco i negozi di elettronica, o meglio ancora i fast food ma... pazienza. Accontentiamola.

La mattina seguente

Fortunatamente, stavolta mi sveglio in tempo. Raggiungo il bagno, sublime come un grazioso elefante, mi posiziono sotto il getto della doccia e comincio a lavarmi. Mi vesto e mi dirigo in cucina ancora mezza dormiente, saluto Maria con un suono indecifrabile, data la voglia matta di andare di sopra e finire il mio discorso con il cuscino. Attacco il frigorifero e lo lascio quando le brioche sono finite...

"Tu devi spiegarmi come diavolo fai a mangiare come un bisonte e ad essere così" dice indicandomi con l'indice.

"Non saprei, tu che dici?" rispondo mangiando un altro pezzo di cioccolata fondente 90%, in segno di scherno... Lei é sempre stata una tipa tendente ad ingrassare, nonostante mangi la metà di quello che mangio io.

Ci rechiamo presso l'edificio universitario e, mentre lei va nella stanza del suo corso, io cerco lo stronzo.
Eccolo.
É davanti alla porta del bagno.
Mi dirigo verso di lui, lo prendo dalla maglia e lo porto in bagno.
Chiudo la porta e lo sbatto violentemente sul muro facendogli male alla testa.
"Come sai che siamo qui?" dico semplicemente con tono freddo e autoritario.
"Anch'io sono contento di vederti" risponde ridendo strofinandosi la nuca nel punto in cui aveva sbattuto. Quella risata beffarda... Ha proprio l'aria di volermi sfidare.
"Ti avverto che non sono di buon umore... Rispondimi. Cosa. Ci fai. Qui." ripeto per l'ultima volta prima di perdere la pazienza.
Lo prendo per il colletto.
"Quello che ci fanno tutti... studio. Non posso? Qualcuno me lo vieta?"
Sapendo che non mi dirà mai il vero motivo per cui é qui, (ovvero spiarmi per assicurarsi che io non dica una parola) lascio la presa e gli parlo, molto vicino al suo volto...
"Tu soltanto permettiti a sfiorarla solo con un dito, o semplicemente feriscila, e io ti darò la caccia fino alla fine dei miei giorni" questo è quanto.
"É passato molto tempo da quando siamo stati così vicini l'ultima volta..."
Io mi stacco ed esco dal bagno, rivolgendogli un'ultima occhiata dispregiativa, dirigendomi nella mia aula...
L'ho avvertito. Ora sta a lui...

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonWhere stories live. Discover now