Capitolo 14

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POV Maria
I nostri volti sono tremendamente vicini, proprio come quella volta. Solo che ora non ci sarà nessuno ad interromperci. Carlos ne avrà per altre due ore, Kendall forse anche di piú, e James e Giada... Non credo. Sono usciti da appena mezz'ora. É il nostro momento. Quello che aspettavo da quando l'ho visto per la prima volta, in quella strada, con quegli occhioni neri profondi, come due abissi inesplorati.
Il cuore sta facendo 90 battiti al secondo, mi tremano le gambe. La stessa identica sensazione che mi pervase quando baciai per la prima volta Davide.
Davide.
Quello stronzo.
Non me ne frega piú niente di lui, quindi, quasi come vendetta, decido di eliminare quegli ultimi millimetri che ci separano.

Ma...
Come sempre la sfiga mi segue, e mi raggiunge anche ora.
D'un tratto sentiamo un telefono squillare. Logan, visibilmente seccato, si alza e va a prenderlo.
"É il tuo" dice porgendomi il cellulare.
"Il mio?"
"Si, dovresti riconoscere la tua suoneria"
Si, lo so. Dovrei. Ma sono così rimbambita che non ricordo neanche il mio nome.
Trascino il cursore verso il pulsante verde e rispondo alla chiamata.

"Pronto?"
"Parlo con la signorina Berti?"
Comincio a preoccuparmi. L'ultima volta che ricevetti una chiamata che iniziava in questo modo, era per il dottore che mi informava dell'incidente della mia migliore amica.
"Si, sono io"
La mia espressione dubbiosa, attira l'attenzione di Logan, che si avvicina per saperne qualcosa.
"La prego di seguirci in commissariato al più presto"
"I-in commissariato?" balbetto confusa.
Ma che...
"Che commissariato?" chiede Logan più confuso che mai.
"Faccia in fretta" conclude la voce all'altro capo della cornetta, e chiude la chiamata.
"Cosa é successo?" domanda Logan allarmato.
"Non so, mi ha detto di andare in commissariato"
"Ma chi era?"
"Non lo so. Penso sia stato in poliziotto "
"Ma almeno ti ha detto che é successo?" chiede preoccupato.
"No, mi ha detto soltanto di recarmi lí il prima possibile"
"E allora andiamo"

Prendiamo i giubbotti, e ci dirigiamo nella sua auto, pronti a sfrecciare per le vie di Los Angeles, per raggiungere questo cazzo di commissariato.
Superiamo i limiti di velocità, passiamo con il rosso...
"Logan, ti prego, rallenta." lo prego stritolando il cuscino del sedile.
Grazie a Dio, questa tortura finisce, e parcheggiamo di fronte al commissariato.
"Tu pensi che c'entri Giada? O James?" domando in preda al panico.
"Spero tanto di sbagliarmi, ma ho paura che sia cosí." dichiara intimorito più di me.

Scendiamo dall'auto, e ed entriamo nell'edificio. Un poliziotto alla guardiola, ci saluta cordialmente, e ci chiede come mai siamo qui.
"Abbiamo ricevuto una chiamata che ci ha invitati a venire qui il più presto possibile, ma non abbiamo idea del perché"
"Lei é la signorina Berti?" domanda l'uomo in divisa.
"Si, sono io"
"La stavamo aspettando. Venga, la accompagno nell'ufficio del commissario"
Detto questo, il poliziotto ci accompagna gentilmente, e ci lascia davanti ad una porta trasparente.

Timidamente bussiamo, e quando una voce maschile dice: "Avanti" ci affrettiamo ad entrare in stanza, dove trovo Giada in manette, insieme ad un'altra tizia mezza svestita.

James, in piedi, fa capolino in mezzo a loro, con lo sguardo preoccupato rivolto verso Giada.
Logan decide di rompere il ghiaccio.
"Buongiorno commissario. Perché ci avete convocati? E perché é in manette?"chiede indicando Giada.
Il commissario, un uomo sulla trentina, caratterizzato da un pizzetto nero dello stesso colore dei capelli corti, e dagli occhi verde chiaro, si alza e viene verso di noi.
"Innanzitutto buongiorno, e mi scuso per avervi fatto venire qui in fretta e furia senza darvi una spiegazione. Come potete vedete, queste due ragazze, di cui una della due é sua amica, hanno fatto una rissa in un bar. Il fatto é che la sua amica, c'è andata giú pesante, e la qui presente..."
Sfoglia un fascicolo, e continua:"Jefferts Nicole, ha sporto denuncia contro di lei."

Eh? Ma quando crescerà? Lo vuole capire che la vita non é un incontro di pugilato?
"Giada, parla sul serio?" domando esterrefatta dalla spiegazione del commissario.
Lei abbassa lo sguardo.
"James, che é successo?" chiedo preoccupata.
"Poi te lo spiego." dice in tutta risposta.
"Ma tu, tutto a posto?" domanda Logan rivolgendosi a Giada.
"Io si, piuttosto, chiedetelo a lei se é tutto a posto, che ne ha più bisogno" risponde guardando con occhi iniettati di odio la ragazza alla sua destra.
"Ferreri! É già in un mare di guai, perciò eviti le battute di spirito." la rimprovera il commissario.
Segue una breve pausa.
"Allora, chiariamo una cosa. Lei é incensurata, é una studentessa e si é recentemente trasferita qui dall'Italia per motivi di studio. Se la sua fedina penale venisse macchiata, non avrebbe occasione di entrare a far parte dell'Università per cui dovrebbe svolgere un esame la settimana prossima. Per questa volta, sono pronto a chiudere un occhio, ma se si ripresenta una situazione simile, non la passerà liscia. Adesso fuori tutti, prima che cambi idea. E non si faccia più vedere." dichiara il commissario poggiandosi sulla scrivania.
"La ringrazio" dice Giada mentre le toglie le manette.

Usciamo dal commissariato, ed entriamo in auto, pronti per tornare a casa.

POV Giada
Sento la sguardo di Maria penetrare fin nella ossa. Non dubito che sia arrabbiata, però quella se l'era proprio cercata. Vorrei vedere la sua reazione se qualcuna ci provasse con Logan davanti a lei.
"Cioè, fammi capire, io ero preoccupata per il fatto che potesse succederti qualcosa, quando invece sei stata tu a fare male a qualcun altro?" dichiaro stranita.
"Beh, meglio un altro che non io" risponde indifferente con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino.
"No! Non é affatto così. Io non so che devo fare con te, ti rendi conto che sei diventata un maschio? Fare a pugni in un locale del genere, ti sembra una cosa che fa una comune studentessa?"
Nel discorso, entra a far parte James.
"Però dovresti stare a sentire perché ha fatto a pugni, e non limitarti a sgridarla."
"Qualcuno ha chiesto il tuo parere?" gli chiedo acida.
"No, ma non sei sua madre, e non puoi dirle quello che deve o non deve fare." James prende le mia difese.

Accorgendomi che Maria sta per perdere le staffe, cerco di calmare la situazione.
"Quello che James sta cercando di dire é che ho avuto un buon motivo per prenderla a schiaffi"
"E dai, sentiamolo il motivo" mi sfida Maria guardandomi dallo specchietto.
"Bene. Quando eravamo nel locale, quella troia, si é avvicinata a noi, e ha cominciato a infastidirlo."
"Beh, se stava dando fastidio a lui, che c'entri tu? Penso che James si sappia benissimo difendere da solo"

L'ha detto davvero? Ora la ammazzo. Tanto, ormai che ci sono, stendiamone un'altra.
"Ma stiamo scherzando? Quando le ho detto gentilmente di andarsene, ha cominciato a usare parole non tanto piacevoli, ha cominciato a insultare e provocare. Tu saresti stata lì a guardare perché sei un coniglio, mentre io, che offro guerra al primo che passa, non la mando giù questa cosa. Tu fatti insultare, che per me ci penso io"
"Ragazze, basta litigare. Quello che é successo é successo. É inutile farne un dramma" James cerca di calmare gli animi.
"Quello che é successo è successo un paio di palle. Il responsabile sei proprio tu: se non l'avessi portata in quel posto, tutto questo non sarebbe successo!" sbraita Maria.

"ORA BASTA!"
Colui che fin'ora non aveva spiaccicato una parola, adesso ha zittito tutti.
"James, tu sei un coglione che sei un coglione, ma anche tu Maria, non sei sua madre, e non puoi dirle quello che deve fare. E tu Giada, dovresti imparare ad avere un po' più di autocontrollo perché non puoi sempre picchiare chi ci prova con James."
Logan ha ragione, e noi abbiamo torto.
Segue un breve silenzio.
"Mi dispiace" dichiaro con un filo di voce.

Non risponde nessuno, ma sento il braccio di James che circonda la mia spalla.
"Grazie " sussurra in modo che possa sentire solo io.
"Per cosa?"
Lui non risponde, e mi stringe ancora di più.

Arriviamo a casa. Troviamo Kendall e Carlos piú preoccupati che mai.
"Che é successo? Perché hai lasciato un biglietto con scritto:'Siamo in commissariato. Torniamo subito'? Proprio una cosa normale, come dire: 'Siamo andati a fare la spesa. Torniamo subito.'"
Carlos si riferisce a Maria, che timidamente risponde:"E cosa avrei dovuto scrivere?"

Finalmente questo inferno di giornata è giunto al tramonto, e domani mi sveglierò all'alba di un nuovo giorno.
Infiliamo i pigiami, e, dopo esserci augurati la buonanotte, andiamo tutti a nanna.

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonWhere stories live. Discover now