Capitolo 25

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POV Giada
Apro gli occhi.
Stordita.

Sono costretta a richiuderli momentaneamente per via della luce intensa che illumina la stanza.
É una stanza bianca, enorme.

Un momento.

Ma sono su un lettino, ho dei tubicini attaccati dappertutto, e... ho una flebo con del sangue attaccata al mio braccio tramite un filo.

É un ospedale.

Ho un male tremendo alla testa... bendata per giunta...

Ad un tratto, i macchinari intorno a me cominciano a fare uno strano rumore, dei bip sempre più veloci, che presto si appiattiscono, fino a diventare un suono uniforme, mentre io mi sento sempre più debole ed esausta.

Infine, sfinita, chiudo gli occhi, incerta avrò la fortuna di riaprirli ancora una volta.

POV Maria
D'un tratto, mentre dormo appoggiata a James, vengo svegliata dai passi frettolosi di un team di dottori.
Un momento.
Vanno verso la stanza di Giada.

"James svegliati" dico scuotendolo leggermente.
Un grugnito viene emesso dalla sua bocca.
"James, sta succedendo qualcosa."

Alza finalmente il capo, mezzo dormiente.
"Che vuoi dire?"
"Dei dottori sono corsi velocemente verso Gia-"

"...libera..."

NO.
Non può essere.
"Sveglia gli altri! Presto" mi avverte James ora divenuto sveglio più che mai.

Detto questo, si allontana, raggiungendo la zona vietata in cui è Giada, e mi affretto a svegliare gli altri ragazzi.

POV James
Non può essere. Non può finire così. Non lei.
Senza pensarci due volte, spalanco la porta che divide me da lei, e mi incammino verso la sala in cui è rinchiusa.

"...libera"
Una scossa.
"...libera..."
Un'altra scossa.
Riesco a intravedere il suo corpo, immerso nelle scariche elettriche del defibrillatore, che reagisce agli stimoli inarcandosi.
La testa bendata, la pelle pallida... Non può essere...
"NOOOO!!"
Urlo disperato poggiandomi al vetro trasparente che lascia intravedere il suo corpo pallido e inanimato.
"Ti prego, nooo!"
Scoppio in un pianto disperato, e continuo a battere i pugni su quel vetro, finché quattro infermieri non mi tengono per le braccia, impedendomi qualsiasi movimento.
Nel frattempo, tutto trascorre lento. Come se il tempo si fosse fermato.
Le lancette dell'orologio scorrono lentamente, mentre i ragazzi vengono verso di me, cercando di trattenermi, mentre cerco di dimenarmi gridando il suo nome.
L'elettrocardiogramma è piatto, e gli infermieri ci obbligano a tornare in sala d'attesa.
"No! Devo stare qui con lei. Non può essere morta, non può morire. No, lei non può. LEI NON PUÒ, CAZZO!"
Qualcuno mi inietta inaspettatamente qualcosa, che mi induce uno strano effetto.
Subito cado in un sonno profondo, mentre delle braccia sostengono il mio corpo molle e privo di forza.

Mi sveglio in una stanza bianca, steso su un letto. Accanto a me trovo i miei migliori amici.
"Hey amico. Dico, sei impazzito? Ti metti a strillare in un ospedale?" dice Logan.

Sono ancora molto stordito, ma il mio pensiero va subito a lei.
"Come... come sta?"
Deglutisco, timorato di ricevere una risposta per niente affermativa.
Carlos sorride in pieno, e risponde.
"Ce l'ha fatta. É fuori pericolo. Per ora sta riposando, ma si sveglierà presto."

Che sollievo. Mi viene un sorriso spontaneo.
Noto anche di avere una minuscola benda sul taglio che mi ero precedentemente procurato.

"Posso vederla?" domando timoroso.
"Non credo. Dopo la sceneggiata che hai fatto..." inizia un Logan incerto.
Mi alzo dal letto, deciso più che mai di raggiungerla, costi quel che costi...
"Dove vai..."
Kendall mi riprende, preoccupato.
"Vado da lei"
"Pensi che te la facciano vedere dopo il casino che hai combinato?"
"Io DEVO vederla"

Così, mi avvicino alla stanza in cui è situata, dove il dottore, appena si accorge di me, corruccia lo sguardo, e cerca di allontanarmi.
"Lei non può stare qui"
"Lo so. Però la prego, me la faccia vedere, soltanto un istante. Il tempo di guardarla..."

Lui sospira, e poi, rassegnato, si arrende.
"E va bene. Ma solo qualche minuto. Ha bisogno di riposo. L'abbiamo appena strappata letteralmente dalla morte."
Gli sorrido, grato:"Grazie"
Entriamo in stanza, tutti e quattro, ma mi sorprendo nel vedere i ragazzi rimanere fermi in sala d'aspetto.
"Non venite?"
"No amico. Noi veniamo dopo, adesso devi stare da solo con lei."

Sorrido loro, ed entro.
Che effetto mi fa vederla con una benda in testa, e numerosi macchinari collegati a quel suo corpo che, sebbene minuscolo, ne ha passate tante, tra cui la morte...
Prendo un sedia, e mi siedo vicino a lei.
Il suo respiro é debole, ma costante.
Le prendo la mano, e la porto al mio volto, per riuscire a sentirla ancora una volta.

"Ciao bellissima."
Non posso trattenere una lacrima.
"Lo sai che questi scherzi non si fanno. Ti sembra il momento giusto di far finta di morire? Beh, non lo è. Sei troppo importante per andartene."
Nessuna risposta. Soltanto le mie lacrime che scendono ininterrottamente.
"Sai, quando ti ho salvata da quell'auto, quella sera, e ti ho stretta tra le mia braccia la prima volta, ho capito subito che con te sarebbe stato diverso. Mi hai capito? Con te. Solo con te. Concedimi l'onore di farti  stringere di nuovo. Non ti chiedo altro, solo di resistere per me e per Maria. Ti vuole un sacco di bene, e non sarebbe giusto farle una cosa simile. Anch'io ti voglio bene. Tanto. Troppo."
Non é vero. Io la amo, che é diverso.

"E... Solo una cosa."
Mi avvicino al suo volto pallido, e le lascio un bacio sulle sue labbra violacee.
Dopo ciò, mi alzo dalla sedia, e vado via da quella stanza, dopo averle rivolto un ultimo sguardo.

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonWhere stories live. Discover now