Capitolo 16

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Se non fossi uscita all'istante da quella casa, sarei stata benissimo capace di rientrare in quel commissariato sotto l'accusa di omicidio colposo.
Quindi penso sia meglio evitare.

Cammino per le strade di Los Angeles, senza una meta precisa.
É bello vedere il caos mattiniero della città: macchine che sfrecciano, nonni con i nipotini, gente con giacca, cravatta e ventiquattrore, donne con i loro mariti e figli, e ragazzi che marinano la scuola.
La mia attenzione si focalizza su un bar, pieno di persone sole e senza uno scopo nella vita, e penso che quello è il posto che fa per me.
Entro, salutando i presenti, e faccio il mio ordine. Dopo aver ottenuto il mio gelato, mi siedo su un tavolino a caso, gustando quella deliziosa bomba calorica al melone.
Assorta nei miei pensieri, vedo qualcuno che sposta la sedia di fronte a me, e si ci siede sopra.
"Logan, che ci fai qui?" esclamo con sorpresa.
"Non mi andava di stare a casa, e sono venuto qui. Tu piuttosto?"
"Stessa cosa. Per sfuggire al mio istinto omicida."
Logan sorride alla mia affermazione: "Chi ti ha fatto arrabbiare?"
"Maria. Alcune volte é davvero un'amica perfetta, ma quando vuole é una vera scassa palle..."
Lui sorride, poi risponde:"Lo fa perché ci tiene a te."
"Si, ma non è mia madre. Mi sono trasferita proprio per non averla tra le scatole, e adesso c'è lei, che è anche peggio... Alcune volte penso veramente che ci sia un complotto nei miei confronti..."
Lui corruga le sopracciglia, poi si alza, e paga per entrambi, contro la mia volontà.
"Vieni, camminiamo un po'" 

Mi alzo anch'io e ce ne andiamo dal bar. Cominciamo a camminare per le vie, rievocando i racconti di tutte le marachelle dei ragazzi.
Mi sta raccontando di quando si sono fatti quasi arrestare, per aver distrutto l'appartamento del vicino che li aveva ingaggiati per pulirlo, all'epoca in cui nessuno di loro aveva un lavoro.
Ora Carlos lavora in un supermercato, Kendall é un barman, Logan studia e... James... lui è stato meno fortunato. Non ha lavoro, e deve accontentarsi di stare sul divano mattina, sera, e ora anche la notte. Ma non penso che alla fine gli dispiaccia più di tanto.
Poi mi parla della sua famiglia, e lì mi viene in mente di Philip. Cosa avrei fatto una volta incontrato? E soprattutto, è qui per fare un piacere al fratello, o per altro?
Non so se dirglielo o no, ma sento che in questo momento parlarne con qualcuno è la cosa migliore da fare. Lui, é la persona più adatta a cui dirlo.
La mia espressione cambia di botto, diventando cupa. Mi faccio coraggio e parlo.
"Logan, dovrei parlarti. In privato."
Il divertimento di pochi minuti prima si era trasformato in un'aria tesa che metteva ansia.
Logan, visibilmente preoccupato, annuisce.

E camminiamo in una strada non circolata, che raramente viene percorsa da qualche auto.
"Logan, ascoltami bene. É una cosa che mi sto tenendo dentro da tre anni, e non l'ho mai condivisa con nessuno. Non lo sa neanche Maria. Tu sei il primo a cui lo dico, e ti prego di credermi"
Lui annuisce, guardandomi corrucciato, come se si sforzasse di capire cosa sto cercando di dirgli.

Allora, devo trovare un modo non diretto, per dirgli che suo fratello é uno spacciatore e serial killer. Un gioco da ragazzi, no?
Prendo un bel respiro, e attacco il discorso.
"Allora. Stamattina hai detto che tuo fratello verrà a trovarti in questi giorni."
"Si, viene domani. Perché, lo conosci?"
"Dipende dal nome. Si chiama Philip?"
Dimmi di no.
"Si, Philip Henderson"
Appunto.
"Beh, siamo stati insieme tre anni fa" confesso con un filo di voce.
"Già. Lui vive in Italia con mia madre, da quando i miei hanno divorziato, e io sono rimasto qui con mio padre. Da buon primogenito, dovevo aiutarlo con il lavoro."
"Ma vedi, le cose non sono andate bene tra di noi."
"Ah, capito. Vi siete lasciati e ti crea imbarazzo rivederlo" afferma lui.
"No, non è così semplice come credi. Nello stesso tempo, Maria era fidanzata con Davide, un suo amico di infanzia, e tutto filava liscio finché..."
Lui mi esorta a continuare:"Finché? " Quando si tocca il tasto 'Maria' lui è il primo ad essere sull'attenti.
"Finché lei non mi chiamò in lacrime, dicendomi di raggiungerla al più presto perché mi doveva parlare."
"Ma questo cosa c'entra con mio fratello?"
"Aspetta, ci sto arrivando. Io la raggiunsi, quella sera di quattro anni fa, e lei mi spiegò che aveva appena scoperto che Davide trafficava droga."
Lui sembra interessato al discorso, e io perciò continuo.
"Incazzata come una bestia, mi dirigo da lui, che era ad una festa, e dopo aver fatto a pugni con lui..."
"Non avevo dubbi, guarda..."
Sorrido, e continuo
"... mi sfogai con Philip, di cui nessuno sapeva il mio legame. Insomma, nessuno sapeva che eravamo fidanzati, neanche Maria. Mentre lui parlava con me, ha cominciato a insinuare che lei si era inventata tutto. Poi compose un numero, e parlò al cellulare fissandomi, dichiarando che era sua madre. Camminando in mezzo alla strada, una macchina si trovò a passare, veloce come un razzo. Io cercai di scansarmi, ma lui mi spinse verso di essa, e fu così che mi procurai questa."
Mi alzo la manica della giacca, mostrandogli una cicatrice che andava dalla spalla all'avambraccio.
Logan pensa un po', e poi finalmente, spezza quell'orribile silenzio frustrante che si era andato a creare.
"Stai cercando di dirmi che mio fratello é uno spacciatore, amico di Davide, e che peggio, avrebbe cercato di chiuderti la bocca perché sapevi troppe cose?"
Annuisco.
Di nuovo quel silenzio.
"Maria lo sa?"
"No. Sono tre anni che mi tengo dentro questo schifo, e tu sei il primo a saperlo. In qualche modo, sento che di te mi posso fidare."
Mi fissa, e continuiamo a camminare, e io mi sforzo di capire se sia stata una buona idea quella di raccontargli tutto. Insomma, non l'ho detto né a James, e, ben più grave, neanche a Maria. Spero tanto che si decida a credermi, anche se so che sarà molto difficile per lui accettare una cosa simile.

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonWhere stories live. Discover now