La fissai con sguardo di rimprovero. - Cosa c'è?! - sbuffò, guardando altrove. Si abbandonò sulla sedia di plastica nera davanti alla mia, sistemandosi la coda di cavallo spettinata con le mani.

- Ti ho fatto una domanda -.

- Ho parlato con Travis. Stavo per scappare come ieri, ma mi ha vista -.

- Ciao, ragazze. Cosa vi porto? - ci interruppe gentilmente una cameriera. Notai l'infinità di macchie di caffè sul suo grembiule rosso allacciato il vita: molto probabilmente lavorava lì da poco. - Un tè alle erbe e... - ci pensò su un attimo - Avete i biscotti al burro che fate di solito? -.

- Sì, certo. Per te? - mi domandò. - Una cioccolata calda - risposi ricambiando il sorriso con un po' meno entusiasmo. Quella ragazza mi faceva tantissima tenerezza a pelle. Un po' inesperta e forse imbranata data la sua immagine sbarazzina, ma con quel carisma ci sapeva fare con i clienti!

Aspettavo l'arrivo delle stagioni fredde solo per avere il piacere di degustare quella bontà. Al liceo ne bevevo in quantità industriali, ma non me ne sono mai stancata. La cioccolata calda era un po' come un caminetto accesso nel bel mezzo di un rigido inverno russo.

La ragazza ci lasciò un sorriso sincero prima di andare via con i nostri ordini annotati su un taccuino. - È nuova qui al bar? Non l'ho mai vista - disse Jodie, manifestando in tutta sincerità la sua continua curiosità. Era una delle persone più impiccione e curiose che avessi conosciuto al mondo. E anche se era molto educata e -apparentemente- buona, quel suo vizio la faceva perdere tanto.

Feci spallucce, prima di sostenermi con i gomiti sul tavolo e seguire con lo sguardo la ragazza di prima, che ora stava passando le ordinazioni ad un altro cameriere aldilà del bancone iper moderno che caratterizzava il locale. 

- Quindi? Che ti ha detto? - ripresi l'argomento precedente, sorvolando sulla sua futile domanda. Ero determinata nel sapere cosa le fosse accaduto.

- Chi? -.

- Travis! - ribadii sgranando leggermente gli occhi. Si appoggiò allo schienale della sedia, giocando con la scatola dei tovaglioli sul tavolo.

- Niente di che. Mi ha detto che alla fine si è trasferito sul serio e che era felice di rivedermi - spiegò parlando velocemente.

- Tutto qua? - sbottai basita. Non poteva aver avuto una reazione del genere per una così semplice chiacchierata convenzionale.
- No, in effetti - ridacchiò sotto pressione.

Alzai entrambe le sopracciglia. E cosa aspettava a raccontarmi tutto? Non per curiosità, ma volevo sapere cosa era successo di cosi scioccante ad una delle mie amiche.

- Ecco - squittì la ragazza di prima, lasciando due tazze e un piatto di biscotti sul nostro tavolo. Sparì nello stesso modo con cui era comparsa, lasciandoci alle nostre chiacchiere.

Espirò tutta l'aria dai suoi polmoni mettendosi dritta sulla sedia. Afferrai la mia tazza da cui risaliva un irresistibile profumo.

- Voleva portarmi nella sua camera per poter parlare in serenità ma io stavo venendo da voi. E poi, ad essere sincera, non mi andava proprio di andare con lui - mi spiegò con calma. - E di cosa voleva parlare? - chiesi. - Non lo so. Lui ha insistito perché andassi con lui, voglio dire: non aveva cattive intenzioni... -.

- Ma...? - la spronai a continuare. - Alla fine ha capito che non era il caso e se n'è andato - disse con nonchalance.

- Mh... - mormorai, portandomi alle labbra la tazza bollente. Non so se fosse una mia impressione, ma tutta quella situazione puzzava di bruciato. Scossi la testa, non volendo continuare con quell'argomento.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Where stories live. Discover now