Capitolo 1.

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Risate. Chiacchierate fra amici. Voci assordanti. Rumori ambigui. Sporcizia. Sporcizia ovunque. Tutto ciò che Levi odiava si trovava al primo piano della casa in cui, con alcuni membri della Legione Esplorativa, abitava da giorni. Avevano deciso di festeggiare tutti insieme, nonostante non ci fosse un vero motivo ai festeggiamenti. Ma non importava. Per i giovani, l'importante era far baldoria. E Levi non riusciva più a sopportare tutto quel baccano che si era creato, da quando Eren, forse ubriaco, aveva cominciato a cantare qualcosa a Mikasa. Il risultato, però, fu solo una straziante e orribile cantica.
Levi aveva quindi deciso di scappare via da quella stanza disordinata e di lasciar perdere gli ubriachi che lanciavano oggetti un po' ovunque, rischiando addirittura di distruggere o di macchiare il legno di cui era fatta la vecchia casa.
Lì, sul tetto, la vista era meravigliosa.
Alzando lo sguardo alla volta celeste, osservava come la notte avvolgeva tutto quello che stava intorno a lui e lo ricopriva di una contemplativa aria di mistero. Serenamente, sembrava che ogni forma di vita lasciasse che l’invisibile oscurità imprimesse nel proprio lato più vulnerabile, le tracce della sua presenza. Era ora tarda e tutti, nei dintorni, erano chiusi nelle proprie case a godersi la pace della nottata, uno stacco dalla vita quotidiana, mentre sotto i suoi piedi le persone ancora festeggiavano.
Solo Levi, dondolando leggermente le gambe, sembrava godere la disponibilità del buio a farsi ammirare. Osservava come la notte aveva inghiottito la città portando calma e lieta serenità, in altre zone. Le luci delle piccole stelle che in cielo brillavano, donavano quel minimo scintillio per far capire che ogni cosa stava solamente riposando, non aveva ceduto il passo alla morte. Morte, primo pensiero che gli risalì nella mente, osservando le tenebre. Ma quei pensieri così tristi e malinconici furono cacciati via da una voce stridula alle sue spalle:
«Caporale!»
Levi non degnò di uno sguardo l'intrusa, che sembrava aver rovinato l'atmosfera.
«Cosa c'è, Hanji?» chiese, infastidito.
«Perché siete qui da solo? La festa è appena iniziata!» strillò la ragazza, esaltata. «Caporale, sa, Eren è totalmente ubriaco!» continuò, ridendo. «Ci stiamo tutti divertendo. »
«Be', io non mi sto divertendo. » sbottò lui, scoccandole un'occhiataccia. Hanji rimase in silenzio per un po', finché, sospirando ampiamente, decise di avvicinarsi e sedersi affianco a lui.
«È successo qualcosa, Levi?» azzardò lei, chiamandolo per nome. Lo faceva rare volte, ma si sentiva davvero vicina a lui, quando osava farlo.
Levi la guardò e i loro sguardi si incrociarono improvvisamente.
«Stavo pensando...» mormorò lui.
Hanji si sporse verso di lui e gli domandò: «A...A cosa stava pensando, caporale?» riprese a trattarlo con rispetto.
Levi rispose con un'alzata di spalle e ritornò a guardare davanti a sé, mentre Hanji sperava ancora in una risposta.
Passò altro tempo e Levi ricominciò a parlare: «Mi erano tornati in mente alcuni ricordi...» fece spallucce, sussurrando.
«Su, caporale!» sorrise ampiamente Hanji. «Non è il momento di pensare a cose così tristi!»
«Mh... Già. » si convinse.
Hanji si alzò di scatto e gli porse la mano. «Forza, andiamo dagli altri!»
Levi guardò intensamente la sua mano, prima di accettare e annuire, e finalmente gliela strinse, distogliendo lo sguardo, leggermente imbarazzato.

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"I Love Her" | levihanWhere stories live. Discover now