Capitolo 2

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POV Giada

La lezione scorre a gonfie vele, e per mia fortuna il professore é un tipo cordiale, e sa spiegare. Sa rendere semplici i complicati e intrinsechi concetti quali relatività generale di Einstein, meccanica quantistica e buchi neri... Immensi corpi celesti con una potenza distruttrice infinita, da cui sono sempre stata affascinata. Ricordo che presentai l'argomento 'buchi neri' all'esame di terza media, con la scetticitá e l'incredulità di insegnanti e preside, abituati ad argomenti quali: adolescenza, droga, fumo, alcool, la fame nel mondo... anche se poi alla fine ne uscii con 10 e lode.

L'aula é accogliente, i sedili sono disposti a collina, garantendo a tutti i presenti un'ottima visuale delle lavagne di fronte a noi, ormai piene di equazioni. Che mal di testa!! Non ho mai visto così tante lettere in una volta. Ma ho paura di dovermici abituare...

POV Maria
Cerco con lo sguardo il mio indirizzo, e penso a come sarà la mia futura vita da psicologa, se potró aiutare persone in cerca di se stessi, in cerca della propria mente... Già, la mente, il cervello, l'organo con la struttura piú complicata al mondo, avvolto nei misteri piú assoluti... Altrimenti come si spiega che una mamma arrivi perfino ad uccidere suo figlio?

Ad un tratto, i miei pensieri vengono distratti da un colpo piuttosto forte che mi obbliga a tastare la spalla destra per vedere se è ancora integra, data l'intensità della spinta... Quando alzo gli occhi vedo davanti a me un ragazzo, un bel ragazzo... Se Giada sapesse ciò che sto pensando, so che mi manderebbe senza indugio a quel dannatissimo paese che ormai ospita tutta la popolazione mondiale.
"Chiedo scusa, tutto a posto signorina?"chiede premuroso.
Aww, quanta professionalità.
Ma smettila, pensa a come reagirebbe Giada se ti sentisse sclerare in questo modo...
Ci mancava che Giada fosse presente anche nella mia mente... Ma non ero io la psicologa? Certo, una psicologa che sente la vocina interiore che rompe le palle continuamente non é molto professionale...
Ti ho sentito sai?
Shhh, smettila...

Mi risveglio dai miei sogni proibiti e rispondo al ragazzo che ho di fronte.

"Si, sono ancora tutta d'un pezzo..."
"Oh, beh, lo vedo"
Lo guardo confusa cercando di capire se la sua frase e le sue continue occhiate maliziose possano dar l'impressione che in lui vagheggi un doppio senso...
"Beh, tu quale corso segui? Io sto andando all'indirizzo di psicologia"
Oh mio Dio, é il mio giorno fortunato...
Entusiasta rispondo: "Oh, si anch'io sto per andare lí"
"Bene, se vuoi ti accompagno..."si offre.
"Volentieri..." accetto con grande piacere.
Accenno un mezzo sorriso timido e incomincio a seguirlo in mezzo a quel groviglio di corridoi che hanno tutta l'aria di formare un complesso labirinto, dal quale per noi studenti non esiste via di scampo.

Arrivati davanti ad una porta in stile ionico, ci incamminiamo all'interno dove notiamo che la lezione é già iniziata da un bel po', e tutti hanno già preso il loro posto in quell'enorme aula universitaria. Notiamo che l'insegnante ci fulmina con lo sguardo, e perciò, sia io che quel ragazzo di cui non conosco neanche il nome, ci prepariamo ad una bella predica della domenica mattina. Infatti... Quel vecchietto dai capelli e baffi bianchi, avvicina gli occhiali, probabilmente per squadrarci meglio, e comincia a strizzare gli occhi cercando di mettere a fuoco l'immagine che gli si presenta davanti, raffigurante me e quel ragazzo dagli occhi così neri...
Coff, coff
Cos'hai da dire contro di lui?
Niente, solo che sei troppo sdolcinata mia cara
E tu rompi troppo le palle, MIA CARA...
Ti ricordo che io sono te...
Oh, ma per l'amor di dio... Pensi davv-

"Le sembra questo l'orario di presentarsi a lezione signor Henderson..., e in quanto a lei, signorina...?" inizia a sbraitare il vecchio di nemmeno un metro e mezzo di altezza.

Questo già mi sta sulle palle, cominciamo proprio bene la mia vita universitaria...
"Berti, Maria Grazia Berti..." rispondo timidamente.
"Bene, signorina Berti, che questa mattina le sia di esempio..." dice scrivendo qualcosa di incomprensibile, data la sua grafia altamente professionale, su un foglietto giallo che poi mi consegna...
'Nota di ritardo, data ecc...'
"Le chiedo scusa professore" recito intimorita, anche se in realtà sto pensando tutt'altro: ma vada a farsi fottere...
Prendiamo posto, sotto gli occhi curiosi dei presenti, io accanto a quel ragazzo, e finalmente il professore si degna di staccare il suo sguardo malefico da noi due, continuando la lezione da dove aveva interrotto.
"Sai, non so neanche come ti chiami..."prendo parola ignorando la lezione.
"Ah, scusami, io mi chiamo Philip"rispone porgendomi la mano, che prontamente stringo.
"OK, allora piacere di conoscerti, ma come mai hai un nome straniero?"
"Mio padre é americano e mia madre é italiana, ma sono nato e ho sempre vissuto in Italia..."

POV Giada
La lezione é andata magnificamente, gli argomenti erano davvero interessanti, e le due ore sono passate in un battibaleno...
Chissà se per Maria sarà stata la stessa cosa... Non ci vorrà molto per scoprirlo dato che me la trovo davanti in tutta la sua incaz-, no, stranamente oggi é tranquilla. Le sorrido cordialmente, finché non vedo lui...
Proprio lui... Che diavolo ci fa qui?
"Ciao Giada, lui é in mio amico, si chiama Philip..." inizia Maria con un sorriso che le va da un orecchio all'altro.
Che cosa?
Io, con un sorriso di plastica, che penso mi sia venuto una schifezza, a giudicare dallo sguardo contrariato della mia amica che di sicuro mi stará dando mentalmente della asociale, stringo la mano che mi porge il ragazzo, la stessa mano, che quattro anni fa stava per darmi la morte...
"Piacere, io sono Giada..."

E che l'incubo inizi sul serio...

SHOW ME • James Maslow & Logan HendersonWhere stories live. Discover now