Cap.20

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Autogestione.
Una sola parola per spiegare il grande significato di essa.

Per via di ribellione studentesca, gli alunni degli altri plessi hanno iniziato ad occupare il loro istituto per vari motivi che ahimè la mia mente momentaneamente non ricorda.
(non ricorderò forse mai..)
Il consiglio studentesco del nostro plesso incuriosito dal fatto, iniziò a chiedere in giro cosa stesse succedendo.
Dopo varie ore si formò un'assemblea.
Si parlava di problemi scolastici, termosifoni, pulizia ed altro.

Eravamo tutti in cortile, vicino le scale di sicurezza dell'istituto commerciale, sotto un sole cuocente.
Eravamo abbastanza ammassati.
I rappresentanti di classe e di istituto si misero in cima alla scalinata per parlare dei vari argomenti.
Eravamo tutti in un semi cerchio messi uno accanto all'altro.
Di quel che si discuteva mi importava davvero ben poco.
Ero lì annoiata in prima fila davanti a tutti fino a quando non sentii una dolce risata che catturò il mio sguardo.
Vidi un gruppo di ragazzi spingersi e ridere.
E tra quelli c'era lui.
Quel sorriso, quel suo modo di fare, quei vestiti, quello zaino messo in una certa maniera, lo scollo della maglia che lasciava intravedere una collanina, quel suo essere se stesso mi stava facendo impazzire che solo alla vista mi faceva arrossire.
La mia compagna di classe si accorse che lo stavo fissando e iniziò a spingermi verso di lui ma io troppo distratta non mi accorsi che ero fin troppo vicinoa tanto che per accidenti gli toccai lo zaino.

<<Kookie!>> si girò verso di me con aria dolce

Me lo ritrovi davanti senza accorgermene.
'merda' pensai tra me e me
<<Luuucaa.. >> dissi con un tono sconvolto.

'come merdina ci sono finita qui? Ero lì sotto accidenti! ' pensavo mentre sentivo delle ragazze ridere.
Mi girai ed erano le mie compagne.
Da prendere a ceffoni entrambe.

Mi spostai di soppiatto ritornando più o meno dove ero all'inizio.
Mentre con il fisico ero lì la mia mente era altrove.
Precisamente il miei occhi erano fissi su di lui.
Non so cos'era che mi catturava di lui.
Non sono mai stata il tipo di ragazza che gli piacevano quelli 'normali' quelli 'uguali' a tutti.
Ma lui mi ammaliava per quanto io mi rifiutassi.
E ripensandoci non so cosa di preciso mi piacesse di lui.

Il giorno dopo vi era l'autogestione.
Entrati in classe.
La prima ora era svolta normalmente, per fare l'appello e saper quali erano i progetti della mattinata.

Suonò la campanella.
<<Ahahah t'immagini c'è Luca dietro la porta e mi spunta davanti ahaha >> dissi ridendo di una mia fantasia con la mia compagna mentre stavo per tirare giù la maniglia.

Non l'avessi mai detto.
Non l'avessi mai detto.

Me lo ritrovi di faccia, ero sconvolta, basita, paralizzata dalla situazione.

'ECHECAZZO! Proprio davanti la porta della MIA classe si doveva trovare?!' pensai maledicendomi.

<<Kookie!>> disse altrettanto basito per non so quale motivo.

'Ma porco Giuda! Perché questo stupido nomignolo pronunciato dalle tue labbra mi fa questo effetto e mi rimbomba nel cervello?! '

<<Hey>> dissi sorridendo.
<<Che fai qui sopra?>> chiesi.
Una motivazione DOVEVA averla.
<<Sono con Francesco... HAAHAH>>
Mi rispose velocemente finché l'altro ragazzo assumendo toni e posizioni buffe, lo fece ridere di gusto.
Ed io li impalata davanti la porta con la mano ancora alla maniglia a fissare quella scena.
<<Esci eli!! >> disse la mia amica che era letteralmente appiccicata a me.
Venni spinta dalla massa si compagne che premevano dietro di me.
Solbazai fuori dalla classe facendo un piccolo salto risultando esattamente di fronte l'aula dove si era infilato il ragazzo.
Ero nuovamente rimasta li ferma a fissare ciò che succedeva all'interno della sala.

CAMBIERÒ MAI?

Confession Where stories live. Discover now