Cap.15

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E che il problema sei tu per tutto!
Ogni cosa che fai, ogni gesto, ogni tuo sorriso ogni tuo sguardo indirizzato a me le mie guance vanno a fuoco.
Lo so che te ne sei accorto e non mi dici niente!
Ma forse ti piace far imbarazzare le ragazze così.
Un po' prendendole in giro.
Ogni volta che ti guardo sento il battito del mio cuore mille.
Non connetto più il cervello con la mia bocca
E le farfalle nello stomaco? Altro che farfalle, sembrano mammut umbriachi che corrono a destra ed a sinistra senza una meta ben precisa.
Non ci posso fare niente se mi fai questo effetto quando ti guardo.
Da vicino o lontano che sia.
E quando mi vieni in contro mi viene sempre l'ansia.
Per te siamo amici
Ma per me è una battaglia da vivere
Perché ogni volta mi blocco e non so come ti devo salutare.
E poi arrivi tu, molto disinvolto, mi prende dai fianchi con una stretta leggera e dolce e mi avvicini al tuo corpo fino a far aderire il mio, stampandomi un dolce bacio sulla guancia.
Mi imbarazza quando mi chiedi un abbraccio ma te le dono lo stesso perché mi piaci. Si hai capito bene mi piaci
Mi sei sempre piaciuto dal primo giorno che ti vidi.
Mi hai colpito il cuore ed hai fatto breccia.
Ma so che per te non è la stessa.
Quindi sto qui a parlare inutilemente.
Addio.

* la ragazza se ne andò dallo sguardo freddo e le guance rosee mentre il ragazzo rimase alle sue spalle aveva perso ormai la luce a cui faceva affidamento giornalmente *

Mi alzai di colpo dal letto.
I miei occhi stavano piangendo.
Perché stavo piangendo?
I miei sentimenti sputati li davanti al suo sguardo sgranato dallo stupore.
Il mio cuore batteva velocemente tanto come correvano le mie parole che impazientivano uscivano dalla mia bocca.
Le mie mani venivano torturare dalle poche unghie che non possedevo, i miei occhi dritti su i suoi che a volte scendevano giù per vedere tutto il resto del viso e le sue espressioni tra basito, sorpreso e sapiente.
Quella mattina non mi sentii affatto bene.
Era stato troppo realistico quel sogno.
Quella mattina lui non venne a scuola.
Perché non c'era?
Gli scrissi

-Oggi non sei venuto a scuola, stai bene?
Domandai semplicemente.

-Hey kookie, ma ti accorgi proprio di tutto tu eh?
Comunque non mi sentivo bene penso di avere il raffreddore.

Per un raffreddore non venne a scuola.
Non sapevo se essere basita o ridere.
Di certo pensai che i ragazzi sono molto deboli rispetto a noi ragazze eppure...

<<Quando glielo dirai?>> mi chiese la mia compagna di banco
<<Cosa? A chi? >> dissi io distogliendomi da un disegno malinconico.
<<Eli... >> mi guardò male.
<<MAI! CHE SEI MATTA? MANCO GLI PIACCIO..>>
<<Tze! Ma togliti che tu piaci a tutti!>> mi disse spingendomi leggermente e facendomi cadere la matita che tenevo ancora in mano.
<<CHI IO? CON STA FACCIA? Dai, ma per favore!>> dissi rimettendo la testa verso il disegno.
<<Ah no? Facciamo un elenco? Bene!
Allora!
Sai disegnare benissimo
Sei alta e magra
Sei molto carina
Sai ballare
Sei solare
Allegra e sai fare amicizia con tutti senza farti molti problemi.
Sai cantare
Hai dei occhi che fanno impazzire tutti, Devo continuare? >> mi guardò alzando il sopracciglio.
Ad ogni cosa che diceva mi scappava un sorriso..
<<Ah si! Fai anche la modella! Dopo tutto questo? Sei quella perfetta, poi di carattere con me non è che coincidi proprio, ma vedendo lui invece si. >> disse sorridendo maliziososamente.
<<ODDIO MA CHE DICI! ZITTA ZITTA ZITTA>> le tappai la bocca.
Diventai un peperone mentre continuavo a disegnare.
Impossibile immaginare una coppia così.
Stonavo con il suo essere e modo di vivere.
Io lo vedevo come un mio gemello al maschile.
Il suo modo di ragionare era identico al mio era un ragazzo saggio con la testa sulle spalle.
Era il ragazzo perfetto..
Già poco reale per essere vero. Ma lo ERA.

Confession Where stories live. Discover now