Capitolo 31

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Alexis non aveva mai corso così tanto in vita sua, spinto dal puro istinto di raggiungere il ragazzo che aveva usato, maltrattato, insultato e spezzato il cuore.

Aveva promesso a sé stesso, molti anni prima, che l'avrebbe protetto e difeso da chiunque, affinché niente di ciò accadesse.
Ed infine, era stato proprio lui a trattarlo come non meritava.

Adriel era sempre stato lì, pronto a sostenerlo, amarlo, a dargli tutto ciò di cui aveva bisogno, senza che se ne accorgesse.

Era giunto alla conclusione di quell’enigma che era la sua vita, i pezzi del puzzle, si stavano incastrando e ciò che sentiva, ora più che mai, era di rimanere al fianco di Adriel.

Arrivò nell'appartamento con il fiatone e i muscoli delle gambe indolenziti, lasciò la porta spalancata, sperando vivamente che lui fosse là dentro.

E lo trovò proprio in mezzo alla sua stanza, un libro sulle gambe, gli occhi celesti, puntati su di lui.

Non si erano parlati da quel giorno, quando aveva sentito il rumore del suo cuore che andava a pezzi.

Non lo aveva guardato in viso da quel giorno e ora poteva notare la stanchezza e la sofferenza nel suo sguardo.

Non lo aveva toccato da quel giorno e le sue mani ora bramavano quel corpo che conosceva perfettamente ma che avrebbe voluto riscoprire un altro miliardo di volte.

Adriel notò un cartoncino tra le sue dita e si domandò cosa fosse mentre riportava lo sguardo sul viso di Alexis, ombrato da un'emozione che non seppe decifrare.

"Adriel..sono un idiota" esordì, non appena ebbe ripreso un po' di fiato.

Il moro non fu stupito da quelle parole che suonavano come delle scuse.
Conosceva Alexis, sapeva come non riuscisse a far del male volontariamente a qualcuno e quando ciò accadeva, si sentiva terribilmente in colpa.

Ma non c'era nulla che lui potesse fare per alleviare un po' di quel dolore che portava dentro, pesante come un macigno.

"No, prima che tu possa dire qualcosa, non voglio delle scuse o che ti senti in colpa o cose del genere. È andata così e me ne farò una ragione, ho solo bisogno di allontanarmi, proprio come hai fatto tu ma in modo più drastico. Ho bisogno di trovare un po' di pace e qua dentro, al momento non ci riesco affatto" disse, facendo notare ad Alexis, le valigie aperte sopra la scrivania, pronte per essere riempite.

I suoi occhi color miele, si sgranarono e avvertì un vuoto all'altezza del petto alla sola idea di avere Adriel, lontano da sé.
"No!" esclamò secco, facendo trasalire il più piccolo dallo spavento.

"Ne ho bisogno Alexis! Non posso convivere con te e i miei sentimenti sotto lo stesso tetto! Perché non ti rendi conto che sto mal-"
Le parole gli morirono in gola quando Alexis, si fiondò diritto su di lui, afferrandolo dietro la nuca per attirarlo a sé, facendo scontrare le loro bocche in un bacio bollente di passione e sensazioni appena svelate.

Adriel sentì una scossa lungo la schiena e mentre la ragione urlava che quello fosse un subdolo modo di fargli cambiare idea, il suo corpo, come una calamita, era attirato a quello più slanciato dell'altro.

Presto fu uno scambio di saliva e sciocchi, una voglia di scoprirsi, di buttarsi e di non lasciarsi andare.

Alexis si staccò dalle labbra ansanti di Adriel e alzò la mano dove teneva la foto, mostrandogliela.
"Amami come hai sempre fatto" gli sussurrò e il moro, a mani tremanti, accarezzò la foto per poi girarla e trovare le parole che ricordava perfettamente di aver scritto.

"Rimani qui e amami come sai fare tu.. Voglio essere felice Adriel, voglio amare ancora e voglio essere tuo.. Completamente tuo" sussurrò di nuovo, facendo alzare gli occhi di Adriel, più celesti del cielo e più profondi del mare.

Non capì cosa stesse succedendo, perché ci fosse quella foto tra loro due e perché Alexis stesse dicendo quelle parole, era troppo stordito dal battito del suo cuore impazzito come non mai.

Si ricordò di quando si era accorto del battito accelerato, mentre guardava colui che aveva creduto suo fratello.
Così, lentamente, posò una mano sul petto di Alexis, all'altezza del cuore, alternando lo sguardo dai suoi occhi, alle labbra invitanti.

E finalmente lo sentì, forte, pulsante, veloce, allo stesso ritmo del suo e nessuna parola avrebbe potuto dimostrare ciò che sentiva sotto il suo palmo.

Si aprì in un sorriso, sincero, ampio e lucente, di quelli che Alexis non vedeva più da tempo.
"Ci abbiamo messo una vita a capirlo" mormorò, riferendosi a quell'amore che avevano scoperto così tardi, senza aver capito che in realtà, si erano sempre appartenuti.

"Credo che l'abbiamo capito nel momento giusto" rispose Alexis, circondando la vita del più piccolo con le braccia, stringendolo a sé.

Adriel posò la foto al sicuro e circondò il collo del castano, posando la fronte sulla sua mentre dolcemente i nasi si sfioravano e i respiri si mescolavano.

"Dillo" sussurrò Alexis, sulle sue labbra, sfiorandole con le proprie.

"Ti amo"







**






La mattina successiva, l'appartamento del trio più ambito di New York, sembrava essere un rifugio per innamorati.

Tra baci e coccole, si ritrovarono tutti in cucina, in modo imbarazzante per Ardian.

"Che cazzo! Devo ancora digerire l'idea, non potete mica pomiciare davanti a me di prima mattina!" sbottò, entrando in cucina e trovando i suoi due fratelli stretti e con le lingue incastrate in gola.

Wyatt ridacchiò divertito dietro le sue spalle, felice per Adriel che finalmente era riuscito ad ottenere, come lui, il suo uomo.

Alexis sbuffò, alzando gli occhi al cielo e tornò a preparare la colazione per tutti.

"Ah ora che state insieme, in caso di litigio, non chiedete di schierarmi, okay? Sono il fratello di entrambi, vi ricordo!" esclamò, passando l'indice puntato da uno all'altro.

"Puoi fare quello che ti pare, tanto farò schierare Wyatt dalla mia parte!" rispose il moro con un'alzata di spalle.

"Non puoi farlo, è il mio ragazzo" obbiettò il biondo, ottenendo uno sguardo innamorato dal suo compagno.

Voltò il viso, allungandosi a baciare le labbra di Wyatt, davanti ad un Adriel sorridente.
Notò il rossore sulle guance del minore e si stupì un poco dell'imbarazzo che ancora provava dopo tutto quel tempo.

Ma poi guardò Alexis, il suo Alexis e capì che quando si era veramente innamorati, ogni sguardo, ogni bacio, ogni volta che si faceva l'amore, era sempre come la prima volta.

Six LettersWhere stories live. Discover now