Capitolo 22

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Ardian buttò la maglia fradicia di sudore nel borsone e fece la stessa cosa con i pantaloncini, di fretta.


Sapeva che Wyatt era da solo a casa che lo aspettava e non aveva nessuna intenzione di farlo attendere oltre.



"Ehi Myers" richiamò la sua attenzione, un compagno di squadra.


"Stasera c'è una festa. Sei dei nostri?"



Ardian, come da una settimana e mezza a quella parte, scosse la testa, sorrise e rifiutò l'invito.



"Lascialo stare, il nostro capitano ormai ha la moglie che lo aspetta a casa" scherzò un altro, beccandosi un dito medio alzato dal biondo che non si fece intaccare da quelle frecciatine.



Quando hai vent'anni e ti diverti, ti sembra di avere il mondo in mano ma poi un giorno, scopri che in realtà il mondo intero si racchiude dentro a una persona con cui non puoi vivere senza e solo allora, capirai il vero senso della vita.



E Ardian lo stava scoprendo, poco a poco, con quel ragazzino dagli enormi occhioni scuri.


Non aveva idea di cosa provasse di preciso ma gli bastava passare del tempo con lui per stare bene e forse, quel tipo di sentimento, non aveva bisogno di spiegazioni.



"A proposito, si sa qualcosa dell'aggressore?"



Ardian raggelò nel rivivere il ricordo di Wyatt disteso a terra, coperto di sangue e senza sensi.



L'immagine più brutta che avesse mai vissuto.



"No ma appena lo trovano, gli farò molto male" sbottò, improvvisamente nervoso.



Nell'ira, diede un calcio al proprio borsone, facendolo finire dall'altro lato dello spogliatoio, con gli occhi di tutti puntati su di sé.



Passò una mano tra i capelli umidi di sudore e scosse la testa, sospirando.



"Amico sei proprio cotto di quel tipo" aggiunse uno dei suoi compagni, di fronte alla scena.



Ardian abbassò lo sguardo e senza dire altro, andò a farsi una doccia, con calma, senza più avere tanta fretta.







**







Quando tornò a casa, era passata più di un'ora dell'allenamento e la prima cosa che vide fu Wyatt, felice e sollevato nel vederlo.



"Mi stavo preoccupando, hai fatto molto tardi" disse, dondolandosi sui talloni mentre l'altro davanti a sé, si spogliava di giacca e lasciava le chiavi sul comò.



"Devo per forza dirti dove vado o non vado e cosa faccio?" ribatté con tono acido, stupendo il piccolo, che a occhi sgranati, si ritrovava a corto di parole.



"No, certo che no.. Hai fame?" tentò di salvarsi Wyatt, ottenendo solo un diniego con il capo e dopo poco, la porta della stanza di Ardian che si sbatteva.



Fissò il corridoio a lungo, chiedendosi cosa avesse sbagliato e arrivò alla conclusione che forse, aveva avuto una brutta giornata ed era nervoso oppure si era stancato della sua continua presenza in quella casa.



Mezz'ora dopo, la porta si aprì di nuovo, il collo di Wyatt si allungò fino a dolere per poter guardare Ardian, il quale ne uscì tutto in tiro, bello da far svenire e con tanto di quel profumo da stordire cento persone.



Era così perfetto che Wyatt si incantò a guardarlo con le labbra schiuse e l'espressione sognante.



"Io esco, vado a una festa, non aspettarmi" esordì infine con naturalezza.

Six LettersWhere stories live. Discover now