CAPITOLO 17 (Prima Parte)

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Ho freddo. Potevo almeno portare un giubbino per ripararmi dall'acqua del fiume che sembra avere un radar: ovunque mi metto riesce a colpirmi con schizzi gelati.
Un giubbino però avrebbe rovinato l'effetto di questo vestitino attillato e talmente corto da sembrare una maglietta. Mi sento un po' a disagio, nella mia vecchia fazione mettevo sempre abiti lunghi, ma le Intrepide indossano quasi tutte abiti succinti e io non voglio essere da meno. Lui è abituato a uscire con ragazze che si vestono in questo modo e non voglio sembrare una ragazzina inesperta. Cosa che sono realmente, ma spero che vestirmi in maniera così provocante possa aiutarmi ad essere più disinvolta.
Eric sbuca fuori dal tunnel e si blocca appena mi vede. Ha un sorriso al limite dell'osceno e fa scorrere il suo sguardo più volte lungo tutto il mio corpo. La cosa mi imbarazza, non sono abituata a vestirmi in questo modo e soprattutto ad essere guardata con così tanta insistenza. In fondo è quello che volevo, allora perché mi sento così tanto a disagio?
Lui non smette di fissarmi, dovrei esserne felice, ho fatto centro, ma adesso tremo all'idea di quello che vorrà fare. Se una ragazza si mette un vestito provocante lo fa solamente per farselo togliere ed io non so se sono ancora pronta a riprendere da dove ci siamo fermati quella notte.
«Eric, devi giocare alla bella statuina ancora per molto? Sto gelando.»
Dovrei contare fino a dieci prima di dire qualsiasi cosa. Volevo solo farlo smettere di fissarmi in quel modo ma ho peggiorato la situazione. Dire che ho freddo è come spalancare le gambe. L'ho appena invitato a saltarmi addosso.
Lui si avvicina lentamente a me e mi bacia.
Theia, pensa prima di parlare! Mi rimprovero.
Lo sento levarsi la giacca e le mie gambe sembrano diventare gelatina. Non può davvero iniziare a fare i suoi comodi senza neanche offrirmi qualcosa da bere o almeno fare due chiacchiere. Non voglio che accada in questo modo, è tutto troppo veloce e non c'è tenerezza. Siamo in un luogo freddo e squallido e non voglio farlo per la mia prima volta contro un'umida parete di roccia con il vestito sollevato. Non sono il tipo che pretende che sia tutto perfetto, ma speravo in un posto dove non devo preoccuparmi che qualcuno possa sbucare dal tunnel in qualsiasi momento.
«Copriti o il prossimo modulo lo passerai in infermeria con la febbre alta» dice, mettendomi sulle spalle la sua giacca.
Io ne approfitto per spostare la sua attenzione dal mio corpo mezzo nudo a qualsiasi altra cosa.
«Il prossimo modulo? Questo vuol dire che ho superato la prima fase?» gli domando. Faccio qualche passo indietro e poi mi siedo su una roccia.
«Sì, sei passata. Dovremmo festeggiare.»
Mi allunga una fiaschetta ed io ripenso a quanto sono stata male la scorsa notte. Non voglio ripetere l'esperienza ma soprattutto preferisco mantenere integre le mie facoltà mentali per non rischiare di trovarmi contro una parete con il vestito sollevato. Dovrà aspettare, o almeno portarmi in un posto meno squallido.
«No, grazie. Penso che non berrò più alcolici per un bel po' di tempo.»
«Ci ho messo qualcosa di analcolico. Non voglio passare la serata a tenerti la testa.»
«E come farò a scaldarmi senza alcol?» domando pentendomene all'istante.
Cosa mi è preso? Sto flirtando con lui. Eric non è Neem, non farà tutto quello che gli dico e non si fermerà sul più bello come faceva lui. Neem è una persona arrendevole e facile da controllare. Forse è per questo che non ero molto attratta da lui, ubbidiva ai miei ordini come un cagnolino. Eric è tutto l'opposto e non credo che, quando avrò le mani nei suoi pantaloni, mi permetterà di tirarmi indietro.
«Ti scaldo io» dice, tirandomi a sé e costringendomi a sedermi a cavalcioni sulle sue gambe.
Inizia a baciarmi sul collo e io mi irrigidisco, aveva ragione, sono una stupida verginella.
«Eric...io...» balbetto.
Stupida verginella e anche codarda.
«Lo immaginavo, ma ci ho provato lo stesso.»
«Scusami ma ho i miei tempi e poi questo posto...» indico con il cenno del capo le rocce dure e fredde accanto a noi. «Insomma è squallido. Non sono una di quelle che si fa viaggi mentali con candele e petali di rosa, ma un letto almeno...» abbasso lo sguardo e aggiungo: «ma forse io non sono da letto, ma da una botta e via contro una parete».
Solo dopo aver pronunciato quelle parole realizzo che forse Eric vuole veramente solo fare sesso. Quello che mi ha detto nel deposito degli attrezzi, il fatto di non volere che nessuno ci veda insieme, sembrano i pezzi mancanti di un puzzle che sta finalmente mostrando il suo squallido disegno.
Sono una stupida, come ho potuto pensare che lui cercasse qualcosa di più.
Devo andarmene da qui, quello che ho detto mi ha mostrata per quello che sono: patetica.
Cerco di alzarmi ma lui mi stringe più forte.
«Pensavo che non ti importasse il dove» mi sussurra.
«Forse il posto no, ma m'importa il perché» ringhio.
«Quello l'avevo capito» dice sorridendo.
Lo guardo allibita. Sa cosa desidero e se ne frega. Se non lo avessi fermato lui si sarebbe divertito e poi mi avrebbe scaricata senza problemi, tanto nessuno avrebbe mai scoperto nulla.
Gli tiro uno schiaffo ma lui mi blocca stringendomi il polso.
«Quello che non capisco è perché reagisci sempre così male.»
«Sai come stavano le cose e tu ci hai provato lo stesso!»
Sono a un passo dal liberare tutto il mio veleno.
«Ti sei presentata mezza nuda, cosa avrei dovuto pensare? E poi non intendevo andare fino in fondo, solo farti scoprire parti di un ragazzo che ancora non conosci.»
Questa poi, mi sta parlando come se fossi una bambina Abnegante! Conosco quelle parti e so cosa farci, ho fatto pratica con Neem. Solo che con lui era diverso, mi sentivo sicura e rilassata, ma con Eric è tutta un'altra cosa. Lui mi sconvolge completamente. La prima volta che mi ha baciata ho provato sensazioni che Neem non è riuscito a scatenarmi in mesi passati ad annaspare nelle mie mutandine.
«Le conosco, non sono così inesperta come credi» dico usando lo stesso fastidioso tono di voce degli Eruditi. «Stavo insieme a un ragazzo l'anno scorso...»
«No, un momento. Se sei già stata a letto con qualcuno perché mi hai fatto credere di essere ancora vergine?» mi interrompe lui.
«Non siamo andati fino in fondo, ma ci siamo andati vicini» rispondo arrossendo.
«Ho capito. Ti ha scaricata perché non eri brava e adesso tu hai paura che accada di nuovo» insinua.
«No! L'ho lasciato io perché non volevo seguirlo negli Abneganti!» esclamo indignata.
«Era un aspirante Rigido?» Scoppia a ridere. «Qualcosa mi dice che non ti ha fatta divertire molto.»
Mi infastidisce ammetterlo ma ha ragione. Però non è stata tutta colpa sua, ero io il problema. Stavo con lui solo perché volevo essere come Althea, provare le stesse cose che provava lei, ma non ha funzionato. Avrei dovuto essere, non dico innamorata, ma almeno attratta fisicamente da Neem.
«Neem è un bravo ragazzo ed era anche abile in certe cose. Il problema ero io...»
«Sei frigida?» mi interrompe di nuovo.
«Cretino!» esclamo colpendolo al petto con la mano aperta. «Non era il ragazzo giusto per me, speravo che lo fosse ma non lo era.»
«Sapevo anche questo, me l'ha detto la tua finta sorella» dice prendendo la lettera di Althea dalla tasca dei pantaloni.
«Dammela!»
«Non ancora. Non vuoi prima sapere...come diceva lei...» fa scorrere lo sguardo sulla lettera e poi continua: «Che effetto fa sentire le dita di un vero uomo che accarezzano il caldo paradiso che hai tra le gambe?»
«Te lo sei inventato, lei non scriverebbe mai certe cose.»
«Hai ragione, me lo sono inventato, però so che tu sei curiosa di scoprirlo» dice con sguardo sornione.
Certo che lo sono, ma vorrei che fosse un ragazzo che è per metà te e per metà Neem a farmelo scoprire. Un ragazzo che mi fa scaldare come Eric ma che è dolce come Neem. Un ragazzo che non avrebbe mai fatto quella crudele battuta sulla mia virtù.
«Anche se fosse?» domando, ricominciando a flirtare.
Eric non risponde. Mi solleva il viso con le dita e mi bacia. Un lungo bacio dolce e lento che mi fa sciogliere.
So che non dovrei lasciarmi andare, non fa parte dei miei piani concedergli subito ciò che vuole, ma non riesco a resistere alla sua passione. Lui ha il potere di farmi perdere completamente la testa e questo mi spaventa ma sento che è così che deve andare. È solo un piccolo assaggio, niente di più. Non mi sto svendendo, ma lo sto solamente stuzzicando, gli offro un frammento di ciò che lo aspetta se mi dimostrerà che fa sul serio.
Lascio che la sua mano scivoli sul mio seno e gli permetto di scendere sempre più giù, fino ad arrivare oltre il limite consentito.
Questa volta non intendo tirarmi indietro, anche se il solo pensiero mi fa tremare, voglio sentire quello che si prova quando un vero uomo mi accarezza proprio lì.
Non riesco a credere che gli sto permettendo davvero di farlo, mi ero promessa di non concedergli niente fino a quando non fosse stato pazzo di me, invece eccomi qui con il vestito sollevato e la mia mano che scende velocemente verso quella parte del suo corpo che ha insinuato essermi totalmente sconosciuta.
Theia, nessuno comprerà la mucca se può avere il latte gratis.
Scaccio dalla mente le parole di Johanna. Mi sento così serena e appagata, non voglio rovinare tutto con le mie stupide paranoie.
Lui non se ne andrà, non mi abbandonerà.



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