"La cacciatrice e l'angelo"

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Coco era autorizzata ad accedere in Accademia e Organizzazione solo su esplicito invito di membri interni. Per fortuna, quella mattina a raccattarla all'entrata era arrivata Lumina. Si moriva di freddo, nonostante la primavera fosse ormai alle porte. L'elfa sopraggiunse di corsa e salutò gli spiriti guardiani, che chinarono il capo dinanzi a lei in segno di rispetto.

"L'angioletto?", le domandò, facendole l'occhiolino.

"Non so dove sia", borbottò Coco imbarazzata. Neanche disse quella cosa, che percepì lo spostamento d'aria familiare delle sue ali. Alzò il capo e lo vide in tutta la sua magnificenza.

"Di nuovo lui, Generale Liw$$?", si lamentarono gli spiriti all'unisono.

"Mister Cicciobello rientra tra le mie amicizie", sorrise maliziosa l'elfa.

"Non percepisco la mente di vostra sorella nei dintorni", avvertì immediatamente Romeo. Lumina si rabbuiò.

"Sta bene, ma è rientrata a Lot. Abbiamo inviato nostro padre a controllare. Ci ha lasciato le sue istruzioni", sospirò.

"Perché ha deciso di andare via?", la cacciatrice non riusciva a capire.

"Vorremmo saperlo anche noi. Abbiamo trattenuto a stento il ragazzone", continuò la gemella Liw$$. Da quelle parole, Coco intuì dovesse essere successo qualcosa tra i due. Raggiunsero la loro strana e allegra combriccola.

Paolo era evidentemente furibondo, sbuffava ogni cinque secondi e non ascoltava minimamente le parole che gli stava rivolgendo l'elfo dai capelli cerulei. Accanto a lui, in silenzio, Sakura li osservava con espressione mesta. Aveva sempre quel tipo di espressione come dipinta sul volto. A Coco non piaceva quella ragazza, che si era rivelata essere una Guardiana temibile. Altro che creatura indifesa perché estranea al mondo della caccia! Era uscito fuori che appartenesse ad un clan di ninja assassini prezzolati. Probabilmente, erano dei mercenari più spregevoli dei cacciatori. Uccidevano anche persone.

"Ho capito! Noi ci occuperemo di quei bastardi!", sbottò Paolo, mandando a quel paese Apollonius e iniziando ad allontanarsi. Sakura fece per seguirlo, ma lui la spinse lontana da sé.

"Va' via", le ringhiò contro. Coco decise di seguirlo senza pensarci un attimo.

"Anche tu! Che cavolo! Lasciatemi solo!", le sbraitò contro. Coco gli si avvicinò con fare minaccioso e gli sferrò un pugno in faccia, cogliendolo di sorpresa. Si fece male alla mano, ma se ne fregò. Aveva imparato che quando Paolo era in quelle condizioni l'unico modo per rivolgersi a lui erano rabbia e violenza.

"Cos'è successo? Dimmelo. Ora!", gli ordinò.

"Ieri sera siamo finiti a letto", dichiarò Paolo, incrociando le braccia davanti all'ampio petto.

"Oh!", si limitò Coco. Non c'era nessuna malizia, soltanto apprensione.

"Qualcosa è andato storto dopo?", tentò di capire.

"No, era perfetta! Era meravigliosamente perfetta! Se prendessi un fottuto dizionario, accanto alla parola perfezione troverei soltanto la sua foto ed il suo nome!", esclamò. Non riusciva a stare fermo.

"Mi chiedo dove io abbia sbagliato. Che cacchio gira nella testa di voi femmine? Forse avrei dovuto corteggiarla di più? Avrei dovuto portarle una preda della mia caccia? Che cacchio ne so?", continuò a sbottare da solo.

"Era la prima volta per lei, forse si è spaventata", ci pensò su la cacciatrice. La sua prima volta le aveva messo una paura da matti, colpa del sangue e di un preservativo rotto. Per fortuna, era corsa subito ai rimedi con la pillola contraccettiva.

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