"La Caccia ai Drow"

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"Porca paletta!", esclamò Coco appena vide in che razza di condizioni si trovasse Paolo. Non lo aveva mai visto ridotto a quel modo in tutta la sua vita. Avrebbe dovuto sentirsi anche lei come una pezza per lavare il pavimento? Stava bene, mai sentita meglio in vita sua. Sande le posò una mano squamata sulla spalla e lei istintivamente andò per stringergliela. Era sempre stata il tipo di persona che ricercava il contatto fisico quando si sentiva agitata. Gea si era avvicinata al giovane cacciatore che giaceva nel letto, gli aveva spostato una ciocca di capelli che gli era calata sulla fronte. Coco si rese conto della delicatezza con cui l'elfa si stava prendendo cura di Paolo. C'era qualcosa di molto più profondo nello sguardo del loro Generale, qualcosa che le fece stringere il cuore. All'inizio aveva pensato che quei due si piacessero e basta, ma era evidente che non c'era solo il piacersi, esisteva un legame molto più forte, un legame vietato dalle leggi dell'Oltremondo.

"Come si spiega una cosa simile?", continuò Sande, fissando Coco incredulo. La ragazza iniziava a credere lentamente alle parole di Romeo, anche se era assurdo! Era umana, lo era sempre stata, non c'era niente che facesse notare che non lo fosse, sapeva utilizzare bene anche la modellazione.

"Forse il rifugio dove mi hanno tenuta si trovava in un'altra dimensione", tentò di convincere se stessa.

"Ciò significa che presto si sentirà male anche lei", si accigliò Gea, alzandosi. La giovane cacciatrice però sapeva di stare bene.

"Se i drow sono coinvolti in questa faccenda, bisogna intervenire assolutamente", intervenne Lunami, adesso con sguardo serio.

"La città è sotto il comando silente dei Mogor, ma penso che alla base di questa cosa ci siano i drow. Non era mai accaduto che gli incubi di questa città fossero così aggressivi e privi di controllo", convenne la gemella.

"L'Equilibrio rischia di essere compromesso", terminò Gea con tono truce.

"I membri del clan Colonie saranno qui a breve però", Sande credeva che quella cosa fosse un loro vantaggio.

"Fino a quando riusciranno a resistere all'influenza del potere primordiale?", lo contraddisse subito Lunami.

"Se solo i portali funzionassero", mormorò Sande, frustrato dalla cosa.

"Mi chiedo perché drow e Mogor vogliano degli umani, piuttosto", osservò Lunami.

"Non i Mogor, solo i drow", lo corresse senza pensarci troppo Coco. La fissarono tutti straniti.

"Sei riuscita ad ottenere informazioni?", le chiesero tutti all'unisono. Annuì, incerta su cosa dire. Tutta quella faccenda del fatto che lei fosse una sorta di principessa perduta ancora non le era chiara. Che i drow volessero realmente prenderla con loro? Perché attaccare i Mogor? Quelle erano risposte che avrebbe potuto darle unicamente Romeo. Si sentiva confusa, perché non riusciva a distogliere i suoi pensieri da lui. Era scappata via, lasciandolo lì da solo, con le ali ancora bagnate e quel piccolo segno di vulnerabilità. Era come un meraviglioso cucciolo sexy e indifeso, che... qualcuno la scosse leggermente. Tornò all'attenzione. Era vero, stavano parlando con lei.

"Probabilmente gli effetti del potere primordiale stanno iniziando", Sande era evidentemente allarmato, ma Coco non capiva perché. Si limitò a scuotere il capo con convinzione.

"Sto bene, ero solo sovrappensiero", si giustificò, ma non parlò del fatto che tra i suoi pensieri c'era preoccupazione per quello che doveva essere il suo nemico naturale.

"Il capo dei Mogor ha detto che volevano sbrigarsi loro della faccenda del fiume Ill. È un problema anche per loro", tentò di essere meno precisa sulle circostanze in cui era avvenuta quella confidenza. Proprio in quel momento, la porta di casa sbatté e un gruppo di cacciatori entrò nella casa. Gli occhi di Coco si illuminarono di gioia e incredulità. Corse da loro, dalla sua famiglia, il suo clan.

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