"Coraggio"

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Gea tentò di non perdere ulteriormente la calma, ma si sentiva come se fosse preda di una qualche crisi isterica. Percepiva il sangue scorrerle come impazzito nelle vene, il cuore pompare e rimbombare come un concerto di tamburi orientali. Improvvisamente, aveva iniziato a farle caldo, così tanto da sentirsi asfissiare. Si era tolta di dosso prima il passamontagna, subito dopo la giacca, infine era passata ai guanti. Come se non bastasse, doveva assolutamente far ragionare il suo cervello. Invece di elaborare soluzioni logiche, finiva per pensare a Paolo. Si sentiva arrossire apparentemente senza motivo, mentre le labbra le pizzicavano al ricordo della sensazione del bacio che lui le aveva dato. E che lei aveva ricambiato. In quel momento, i suoi sentimenti per il ragazzo erano guidati dalla frenesia del potere, che stava agendo su di lei come una droga e sui cacciatori come del veleno. Lentamente, uno di loro era finito per accasciarsi contro la parete di quell'assurdo tunnel, mentre gli altri due ispezionavano i muri aiutandosi con i loro strumenti. Doveva pur esserci una via di fuga. Si sentì sfuggire un fremito di potere dalle mani e la terra vibrò ancora una volta. Per fortuna, non ci furono danni, ma era ovvio che più tempo passava, più lei perdeva il controllo di sé.

"Non mi è mai capitata una cosa del genere", si lamentò, portandosi le mani tra i capelli. Stava sudando e avrebbe tanto voluto togliersi di dosso la maglia, ma si vergognava troppo in presenza di quegli uomini.

"Non vedi niente con la tua vista elfica?", le domandò il Capo dei cacciatori, indicandole un altro punto del tunnel. Gea aguzzò la vista, fino a far sì che percepisse anche il più minuscolo dettaglio. Non le parve di scorgere niente, fino a quando fu il suo olfatto ad aiutarla.

"Puzza di plastica bruciata", mormorò, avvicinandosi di nuovo alle scalette. Ne salì agilmente tre gradini, seguendo l'odore come un segugio. Era una puzza acre, che le arrivava fino in gola. La sensazione era così sgradevole da farle lacrimare gli occhi. Annusò ancora e poi di scatto scese e spinse via i cacciatori con sé. Ci fu un'esplosione così potente da farle perdere l'equilibrio. Rotolò confusa per terra, stordita dal fracasso infernale e improvviso. Quando riuscì a fermarsi, si ritrovò a tossire polvere e a lacrimare. La puzza di plastica bruciata si era intrisa di zolfo e altre sostanze chimiche, che le facevano girare la testa. Le si strinse lo stomaco e la bile le salì in gola, ma riuscì a trattenersi dal vomitare. Alzò lo sguardo verso il polverone che si era formato.

"Fa che sia il tritone", sperò tra sé e sé, non avendo idea di chi altri potesse usare un esplosivo per liberarli. Qualcuno fece dei passi in avanti, riusciva a distinguere solo la figura che avanzava verso di loro. I cacciatori erano svenuti, devastati non tanto dal colpo, ma dalla debolezza che implicava il potere primordiale. Gea tentò di inquadrare meglio chi fosse, ma subito si rese conto che la stazza della creatura era troppo grande e strana per trattarsi del giovane Sande. Attivò il potere degli anelli, pronta a difendere se stessa e gli umani, qualsiasi cosa si trattasse.

"State bene?", tossì la voce della figura. Aveva un accento francese e parve spalancare delle ali, che iniziò a sbattere per far diradare la polvere. Gea lo vide e rimase a bocca aperta. Era un angelo. Aveva le ali di un nero intenso e affascinante, con alcune striature di blu elettrico. I suoi occhi erano simili a bellissime opali in mezzo a quel volto dai lineamenti belli come una statua greca, i riccioli castani lo rendevano più simile all'incarnazione di un dio dell'amore.

Questo è l'effetto che faccio, ridacchiò una voce nella sua testa. Gea scosse il capo e si mise subito sulle difensive. Come aveva fatto a rimanere così incantata dalla figura del Capo dei Mogor? Quello era l'individuo che aveva rapito Coco.

"Così siete voi ad essere dietro a questa faccenda", lo accusò puntandogli le dita contro, pronta a legarlo come un arrosto, se ce ne fosse stato il bisogno. L'angelo caduto alzò le braccia in segno di difesa.

HuntersWhere stories live. Discover now