[06]: frustration

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scarlett

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scarlett.

la cena stasera è particolarmente silenziosa. me ne sto al mio posto, con la bocca cucita, mentre suzzico a malapena il cibo che mia madre ha messo in tavola. justin è seduto proprio di fronte a me, come sempre, e so che nemmeno lui riesce ad alzare lo sguardo.

i suoi capelli sono ancora umidi perché è da poco uscito dalla doccia (nessuno ha notato il frullato alla fragola appiccicato su tutto il suo corpo, meglio per me) e ha addosso solo una t-shirt bianca e dei pantaloncini, il suo normale outfit per la notte. non che io lo abbia fissato di nascosto abbastanza a lungo per notare ogni particolare, come ad esempio la stringa dei pantaloncini, quella di sinistra è più lunga.. o la piccola macchia sul colletto della maglia.

- allora... -

jeremy si schiarisce la gola, mettendo fine al silenzio che fino a poco fa era interrotto solo dal suono delle posate contro i piatti di porcellana.

- come è stata la tua giornata, cara? -

chiede a mia madre, ma so che lo fa solo per rendere questa cena meno imbarazzante.

- oh, è andata bene. marleen ed io siamo state al nuovo centro commerciale fuori città, è molto grande. c'è anche una sezione per la pesca sportiva, scommetto che ti piacerebbe tanto. -

con la coda dell'occhio posso notare che justin adesso mi sta guardando, e ad un tratto anche respirare normalmente mi riesce difficile. prendo un sorso d'acqua per calmarmi, ma sento ancora i suoi occhi addosso. quando alzo i miei su di lui, questo abbassa bruscamente la testa. tipico.

non gli ho rivolto la parola da quando l'ho lasciato in mezzo al parco, grondante di frullato. ho preso aaron per mano e l'ho trascinato via, lontano, scusandomi un milione di volte per quello che era appena successo. ma lui non si è sbilanciato nemmeno per un attimo, ha continuato a dirmi che non era colpa mia (cosa assolutamente vera) e che non dovevo preoccuparmi. mi ha inoltre detto che desidererebbe una seconda uscita, magari stavolta senza fratellastri nei dintorni. ho riso a quella battuta, e anche lui lo ha fatto. ci sarà decisamente una seconda uscita.

- invece voi, ragazzi? cosa avete fatto? -

rimango in silenzio, impietrita. non mi preoccupo di rispondere o di inventare storie, non sono dell'umore.

- siamo stati in giro. -

si limita a dire justin, e quando alzo gli occhi, i suoi sono su di me. non si spostano, stavolta, ma non riesco a decifrarli. non sono arrabbiati come questo pomeriggio, non sono neanche lontanamente dispiaciuti, ma mi mettono in soggezione. così mi schiarisco la gola, e mi alzo da tavola, togliendo di mezzo le stoviglie che ho usato.

- sono un po' stanca, me ne vado a letto. -

dico velocemente, liquidandoli tutti. mi lasciano andare senza troppe storie. so che hanno capito che qualcosa non va, sono i nostri genitori, capiscono sempre tutto, ma onestamente non ho la voglia di raccontare loro tutta la storia. se justin ha voglia di farlo, allora che lo faccia. e se vuole raccontare anche che gli ho rovesciato in testa un frullato intero senza motivo, non mi importa. adesso ho solo voglia di dormire.

siblings. ✩ jdbWhere stories live. Discover now