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Ieri sera sono rimasta spiazzata da quelle parole e non ho chiuso occhio tutta la notte. Oggi è domenica e non ho idea di cosa fare per occupare la giornata senza che i miei mi trovino un "impiego utile alla società" come lo chiamano loro.
Suona il campanello e rispondo al citofono:

- Chi è?- chiedo.

- Sono io, Luke. Fammi entrare per piacere.- dice. Entro in panico: come mi comporto? Gli chiedo spiegazioni o lascio correre? Mi tremano le gambe e sto sudando freddo. Mi decido ad aprire il cancello e poco dopo bussa alla porta. Incerta abbasso la maniglia e me lo ritrovo davanti in tutta la sua bellezza. Oggi ha i capelli un po' arruffati che lo rendono ancora più perfetto, una maglietta leggera bianca, un giubbotto di pelle nera e dei pantaloni neri strappati, con le immancabili Adidas Superstar.

Mi guarda serio, tanto che non riesco a decifrare la sua espressione.

- Devo parlarti.-

- Okay entra, non c'è nessuno in casa, i miei sono fuori a fare la spesa.-

- No, non qui. Vestiti e ti aspetto qui sotto.- dice criptico.

- Va bene.- rispondo richiudendo la porta.

Corro in camera e guardo disperata il mio armadio alla ricerca dell'illuminazione su cosa mettermi. Vedo una bella felpa con il cappuccio rosso bordeaux che abbino con dei jeans stretti e strappati con i risvoltini e decido di mettermi le mie Vans dello stesso colore della felpa.
Mi faccio una riga nera sugli occhi e metto il mascara e un rossetto color pesca e raccolgo i capelli in uno chignon disordinato visto che non sono riuscita a piastrarmeli.

Prendo il telefono, la mia borsetta e lo raggiungo dove mi sta aspettando vicino alla mia moto.

- Eccomi sono pronta.- esclamo facendo un mezzo sorriso.

- Sei bellissima.- mi guarda estasiato e poi si ricompone e mi fa montare sulla mia moto. Che devo ammettere che guidata da lui sembra ancora più bella.

Gli stringo le braccia intorno alla vita e mette in moto. Restiamo in assoluto silenzio finché non sento che si ferma e si parcheggia.

- Perché mi hai portato qui?- gli chiedo. Ci trovavamo sulla spiaggia Rockway beach, una delle mie preferite dove andavo sempre con mia zia e... Luke.

- Vieni camminiamo.- dice e iniziamo a passeggiare sulla sabbia a piedi nudi  con il caldo vento di novembre che ci accompagna. È stato un anno insolito con le temperature dato che a novembre ci sono ancora 20 gradi.

- Allora.... riguardo a ieri sera.... che cosa.... intendevi?- chiedo cauta.

- Fin da quando eri piccola provavo qualcosa per te, ma mi sono sempre detto che era stupido innamorarsi della propria cugina, tanto non sarebbe andata a buon fine questa storia. Ma quando ieri ti ho ritrovato dopo tanto tempo e ho visto quanto sei diventata bella e dolce, mi si sono aperti gli occhi e mi sono detto
"chissene frega se è mia cugina, la amo!" Allora ho fatto quello che ho fatto, ma sono stato troppo impulsivo, non ho ragionato per mezzo secondo... e ti ho baciato.- spiega e poi mi guarda dato che non ho spiccicato parola.

- Ecco io...non so cosa dire... sono confusa.- sussurro con la testa piena di pensieri.

- Non devi esserlo, per me è tutto chiaro: noi possiamo diventare una coppia, senza che nessuno lo sappia!- esclama convinto prendendo il mio viso tra le mani.

- Ma è sbagliato e non si può! Noi siamo cugini e per principio due parenti non possono stare insieme. E poi non voglio avere una relazione in segreto con te. Se la devo avere voglio che tutti lo sappiano....- ribatto appoggiando le mie mani sui suoi polsi.

- Quindi tu non sei innamorata di me?- mi chiede deluso e arrabbiato.

- No... cioè sì, ma non posso, sarebbe troppo doloroso per entrambi.- lo guardo dritto nei miei stessi occhi riflessi nei suoi.

Toglie le mani e le lascia giù a penzoloni e mi guarda deluso e triste come non lo avevo mai visto.

- Va bene. Questo lo accetterò, ma sarò sempre ad aspettarti nel caso cambiassi idea. Non posso cambiare i sentimenti che provo per te, lasciami almeno darti un ultimo bacio.- chiede  con la disperazione negli occhi. Io acconsento e avvicina le sue labbra alle mie e le fa combaciare perfettamente, e piano piano approfondisce il bacio, tanto che ricambio anche io e mi sento bene.
Ho le farfalle nello stomaco, quando la parte razionale di me mi fa staccare da lui.

- Basta, non possiamo. Ora riaccompagnami a casa e ci vediamo domani.- dico triste di aver interrotto il bacio.

- Va bene. Cugini per sempre?- chiede porgendomi la mano.

- Cugini per sempre.- affermo sorridendo e finalmente anche lui lo fa.

Ritorniamo sui nostri passi e mi siedo sul sedile dietro della moto, ma lui si siede al contrario verso di me.

- Che fai?- gli chiedo ridendo.

- Ti va di fare una cosa da fuori di testa?-

- Di che cosa si tratta?- domando diffidente.

- Scappiamo da qui! Prendiamoci una pausa, solo noi due. Per fare qualcosa insieme dato che non ci vediamo da non so quanto tempo. Che ne dici?- esclama come se fosse una cosa normale.

- Ma ti sei fumato qualcosa di strano sta mattina?- scherzo pensando che mi sta pendendo in giro. Ma mi guarda serio.

- Dico seriamente! Parlane con i tuoi genitori, non serve che dici dove andiamo perché questo non lo so neanche io, ma fallo per favore! Ne abbiamo bisogno!- continua.

- Va bene lo farò, ma ora portami a casa che ho da fare un sacco di compiti.- scoppio a ridere.

- E da quando fai i compiti?- mi chiede sarcastico.

- Da quando, purtroppo esiste la scuola.- esclamo dandogli un colpetto sulla spalla che fa finta di massaggarsi.

Ridiamo e poi lui si gira dalla parte giusta e inizia a guidare verso casa mia.
Quando arriviamo mi fa scendere e mi avvio verso la porta, quando lui mi prende un braccio e mi fa girare.

- È ancora valida la proposta di venire a vivere da te?- chiede con occhi speranzosi come il loro colore, verde.

- Certo che si! Speravo che me lo richiedessi!- esclamo eccitata e mi dirigo saltellante verso la porta d'entrata per suonare il campanello che lui mi richiama di nuovo.

- Ehi! Non mi hai abbracciato!- esclama. Allora gli corro incontro e gli salto addosso stile scimmia.

Sento una cosa bagnata sul collo, alzo il viso e mi accorgo che sta piangendo.

- Sei un miracolo Jordan. Il mio miracolo.- sussurra tirando su col naso.

- E tu sei il mio Luke. Ti voglio bene e per questo che non ci separeremo mai più.- dico per rassicurarlo e lui mi stringe ancora di più tra le sue braccia.

Jordan on the road (COMPLETATA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora