la mia voce trema, e non so nemmeno perché.

ugh, riprenditi scar.

- quel vecchio negozio di dischi vicino la scuola? -

- esatto. -

- uh, forte. -

- già. -

le mie mani si torturano tra loro, e anche i miei piedi sembrano avere vita propria, dato che adesso si sono messi a tamburellare nervosamente a terra.

- lo sai, quando eravamo al primo anno e lui all'ultimo, un po' mi inquietava. -

alzo immediatamente la testa su di lui, come un sussulto, e lo vedo passare velocemente sulla difensiva.

- voglio dire.. stava sempre dietro di te, a controllare tutti quelli che ti si avvicinavano. perennemente pronto a difenderti. ero convinto che avesse una cotta per te o qualcosa del genere. -

ad un tratto l'argomento "justin" diventa troppo da sopportare. deglutisco, abbassando la testa, e sento le mie mani tremare. cerco di tenerle ferme e a posto, ma il mio corpo perde il controllo fin troppo facilmente quando si parla di justin.

- beh, o almeno lo ero prima di scoprire che siete fratelli. -

- io e lui non siamo fratelli. -

sbotto, quasi arrabbiata. anche se non sto guardando aaron, vedo con la coda dell'occhio come la sua espressione sia crollata al mio atteggiamento burbero. adesso avrei voglia di schiaffeggiarmi.

mi mordo le labbra, costringendomi finalmente a controllarmi, e riporto i miei occhi su di lui.

- voglio dire, mia madre e suo padre stanno insieme ma.. non siamo proprio fratelli. non esattamente. -

cerco di giustificarmi, tentando di sembrare il meno a disagio possibile. per fortuna, aaron sorride, annuendo.

- oh, certo. capito. -

dice, e mi sembra abbastanza tranquillo, adesso. devo decisamente imparare a non perdere la testa ogni volta che qualcuno nomina justin.

- senti, ti va un frullato? il chiosco qui dietro ne fa di buonissimi. -

di nuovo, gli sono grata per come cerca di mantenere un clima piacevole tra noi. quindi sorrido, annuendo.

- certo, mi sembra grandioso. -

- che gusto? -

- fragola. -

- perfetto. torno in un attimo. -

lo guardo alzarsi e allontanarsi rapidamente per essere il più veloce possibile, e non posso fare a meno di notare che il suo sedere è davvero.... basta così, scar.

distolgo lo sguardo, e so di stare arrossendo. prendo il mio cellulare in modo quasi automatico, lo sblocco e apro instagram, anche se l'unica ragione per cui l'ho preso è per non pensare al culo divino di aaron.

- dov'è? non lo vedo più. -

questa voce... alzo gli occhi dal telefono e mi guardo intorno. conosco questa voce.

- ti ha sentito! -

e conosco anche questa. continuo a guardare in giro, ma non vedo nessuno.

- chiudete la bocca! -

mi alzo da dove sono e, appena mi volto, non posso fare a meno di notare i cespugli dietro la panchina frusciare in modo anomalo. ruoto gli occhi e giro intorno alla pianta, accompagnare ad altri sussurri non proprio sussurrati.

siblings. ✩ jdbWhere stories live. Discover now