<< Allora fai tu, basta che non sia troppo veloce>>

<< Puoi fidarti di me>> sentirmi ripetere quella frase non mi faceva per niente bene. Ma quella mattina, il problema della fiducia non aveva più così tanta importanza.

Mi sistemai dietro di lui e avvolsi le mie braccia attorno al suo busto. Cercai di allontanare lentamente tutti i pensieri negativi, e mi posi come obiettivo quello di arrivare sana e salva all'università. Ethan fece partire la moto e sfrecciò ad una velocità moderata tra le auto che, come al solito, andavano lentissime.

La bellezza di prendere un autobus tutte le mattine consisteva proprio nel fatto di avere tutto il tempo del mondo per poter osservare le persone. Il mondo, al mattino, sembrava essere quasi privo di energia. Le persone si guardavano attorno con lo sguardo annebbiato e la voglia di vivere pari a zero.

Riprendevano la loro allegria a mezzogiorno, ossia dopo qualche tazza di caffè e brioche zuccherata... Al pomeriggio tutto tornava come al mattino. Tutti privi di voglia di vivere, con gli sguardi puntati nel vuoto e la stanchezza evidente sul volto.

Arrivammo davanti alla mia università addirittura in anticipo, cosa che mi fece mettere di buon umore! Avevo ancora ben venti minuti di tempo prima di cominciare lezione e forse sarei stata in grado di prendermi anche il caffè a una delle macchinette dentro l'edificio. Ci fermammo vicino ad Ale e Noemi, che smisero di chiacchierare non appena ci videro arrivare.

<< Allora? Come sono stato?>> domandò Ethan, togliendosi il casco.

<< Non male... >> sussurrai scendendo dalla moto e sorridendo per fargli capire che stavo solo scherzando.

<< Non male? Vorrai dire che è stata un'esperienza meravigliosa che merita di essere rivissuta>>

<< Te l'ho già detto : io non salgo sulle moto>>

<< Eppure, mi sembra che tu l'abbia appena fatto>> rispose, fiero di se stesso per essere riuscito a farmi fare una cosa che odiavo. In realtà, lui era già stato in grado di farmi cambiare idee su molte cose da quando era tornato a far parte della mia vita.

I miei due amici si avvicinarono, Ale con il sorriso in volto, Noemi invece con un'espressione amareggiata. I suoi occhi castani continuavano a spostarsi da destra a sinistra, da me a Ethan, dalla moto, a me, a Ethan... Sembrava confusa. E fu in quel momento che mi resi conto del fatto che poco tempo prima, la mia migliore amica mi aveva parlato di quanto trovasse interessanteEthan.

<< Ehi Ethan, ma dopo tutti gli incidenti che hai fatto, hai ancora il coraggiosi guidarla?>> domandò Ale, facendomi spalancare gli occhi a causa dell'ansia e della paura. Non potei fare a meno di girarmi in direzione del ragazzo che aveva deciso di darmi un passaggio per cercare di capire che diamine gli fosse saltato in testa.

<< In- Incidenti?>> balbettai.

<< Credo che per me sia giunta l'ora di andare... Ci si becca in giro, eh >> Ethan fece partire la moto e se ne andò via senza dire una parola, cosa che mi fece innervosire ancora di più...

Mi aveva mentito, ma in quel caso per buone ragioni dato che grazie alla sua bugia ero riuscita ad autoconvincermi che andasse bene andare in moto per arrivare in orario a scuola. Ma non fu quello che mi stupì quel giorno...

Noemi, dopo aver visto l'intesa che si era creata tra me ed Ethan, era diventata strana. La mia migliore amica sembrava aver cambiato completamente umore. Avevo paura che in qualche modo ce l'avesse ta con me per la mia quasi-amicizia con Ethan, e avrei tanto voluto dirle che non c'era nulla da temere. Ma decisi di starmene zitta.

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