Capitolo 23

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«Resti qui?» gli chiesi poi, e lui accettò. Dopo un intero pomeriggio passato a ridere e scherzare, era arrivato il momento di affrontare la notte.
«Puoi dormire sul divano o nel sacco a pelo.» dissi imbarazzata, presi il mio pigiama e un cuscino da dargli. Non volevo cacciarlo in quel modo, ma mi metteva in imbarazzo dormire con lui.
«Oppure dormiamo insieme qui.» mi prese per la vita, gli sorrisi e poi annuii. Non sarebbe successo niente, avrei dovuto combattere il mio imbarazzo, non era un estraneo.
«Va bene, vado a cambiarmi.»

Mi infilai sotto le coperte e lui fece lo stesso, fortunatamente il mio letto era abbastanza grande da contenere due persone.
«Domani hai la partita giusto?» gli chiesi io e lui annuì.
«Metto la sveglia presto allora.» dissi e afferrai il mio telefono, andai a mettere la sveglia e la puntai alle sette e trentacinque.
«Alle nove dobbiamo essere allo Juventus Stadium, che iniziano i riscaldamenti, poi alle undici inizia la partita, la sveglia puoi metterla anche alle otto dai.» disse Paulo e feci come richiesto, posai di nuovo il telefono sul comodino e mi girai verso di lui.

«Dopo la partita andiamo a mangiare fuori?» chiese lui e arrossii, poi scossi la testa.
«Io..devo uscire con Antoine.» dissi e il suo sguardo si fece triste.
«Non saremo solo io e lui, ci sarà anche Yannik e la sua fidanzata, Raffaella.» spiegai io e lui annuì, ancora con lo stesso sguardo di prima.
«Un'uscita a quattro praticamente.» ridacchiò lui e in imbarazzo annuii.
«Ma da amici.» dissi.
«Rosie ma tranquilla, puoi fare quello che vuoi. Se vuoi uscire con Antoine fallo pure. Io troverò altro da fare.» disse e si girò di spalle.
«Buonanotte Rosie.» aggiunse poi in modo più rude.
Mi girai dall'altra parte e provai ad addormentarmi. Dopo un paio di minuti sentii un sospiro e poi le braccia di Paulo mi avvolsero in vita, tirandomi verso di lui. Feci finta di dormire. Lui credendo che mi fossi addormentata iniziò a parlare.
«Scusa. Il fatto è che devo ammettere di essere geloso, perché mi manchi, e mi manca essere il tuo ragazzo. E ho paura che tu possa innamorarti di Antoine. E se lo farai sarò costretto a lasciarti andare, perché dovrai stare con lui. E non voglio farlo.
Non voglio lasciarti andare per nessuna ragione al mondo Rosie.» disse e il mio cuore fece un salto, mi lasciò un bacio sulla guancia e si stese di nuovo nel letto, sicura che non mi vedesse sorrisi. Da piccola pensando all'amore, sognavo il principe azzurro, quello che con un mantello e con il cavallo arriva a salvarti da tutti e ti da il 'bacio del vero amore'.
Adesso invece, se penso all'amore, mi viene in mente Paulo, non so perché.
Non penso di essere innamorata di lui, insomma siamo solo amici. Anche se per lui no.
Ogni ragazza sogna il principe azzurro perfetto, che la salvi da tutti, e che le dimostri il suo amore tutti i giorni, attraverso regali e piccole dimostrazioni d'affetto.
Ma io ora come ora non voglio queste cose, perché il mio principe ha un paio di scarpe con i tacchetti e una maglia con il numero 21.
E non chiedo niente di meglio. Devo essere proprio fortunata ad avere al mio fianco un ragazzo come Paulo, perché diciamocelo, è perfetto, in tutto.
E a volte mi chiedo cosa ho fatto per meritarlo.
Prima di perdere la memoria sono convinta fossimo stati una coppia meravigliosa, piena d'amore. Peccato che però non ricordi nulla.
Paulo è entrato nella mia vita e me l'ha stravolta fin da subito. Con poco. Quando lo vidi in ospedale subito fui colpita da lui, sembrò felice di vedermi, ma poi scoppiò a piangere. I suoi furono i primi occhi che vidi appena sveglia. E che visuale. Due smeraldi verdi, con qualche tonalità di azzurro e marrone. Un sogno.
Ero stata dimessa dall'ospedale da ormai quasi due settimane, e in questi giorni passati con Paulo era successo di tutto, il mio cuore era stato messo a soqquadro dalle emozioni.

Fin da piccolo è sempre stato un ragazzo dolce, sempre pronto a difendermi, disposto a mettersi contro chiunque solo per farmi felice.
Lo stesso ragazzo che, però, su due piedi mi ha abbandonato in Argentina per andare in Italia, a seguire il suo sogno di calciatore. Ero felice per lui, ma tremendamente triste perché mi aveva abbandonata. Senza di lui ero persa. Poi quando arrivai qui a Torino e andai a conoscere la squadra di mio zio rimasi colpita quando lo vidi li davanti a me. Con la voce tremante mi chiamò, ma io non lo ascoltai, provavo così tanta rabbia per lui. Con le poche forze che avevo lo allontanai da me. Ma senza risultato, perché a fine allenamento tornammo a casa insieme.
Abbiamo parlato di tutto, lui si è scusato con me per la sua assenza e per il suo comportamento. E poi mi ha baciata, ero al settimo cielo.
Poi il giorno dopo l'ho con la sua ragazza, Antonella, era davvero è carina, il suo carattere orribile, ma lei davvero bella.
Era con Antonella e si stavano baciando, al parco. Il mio cuore quel giorno si spezzò. Tornai a casa in lacrime. Iniziai a capire che forse non valevo così tanto la pena come pensavo, forse per lui non ero abbastanza.
Pensavo di essere importante per lui, ma bastò vedere quel bacio per distruggermi.
Lui mi ignorò per due giorni, e il terzo venne da me a scusarsi per la sua assenza, dichiarando di aver avuto impegni con sua madre.
Ovviamente, cavolate.
Ma dopo dichiarò di volere solo me, e altre cose smielate a cui subito credetti, come una sciocca, così tornammo insieme.
Il giorno in cui scoprii che Paulo e Antonella aspettavano un bambino scoppiai. Pensai di non riuscire più a continuare a vivere essendo a conoscenza di quella notizia.
Scoppiai a piangere, e di corsa uscii di casa mia. Corsi, corsi, corsi talmente tanto da non accorgermi di dove stavo andando. E nelle lacrime non vidi una macchina, che mi prese in pieno.

Mi alzai di scatto dal letto e presi a fare grossi respiri. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata.
Paulo, al mio fianco, si alzò di scatto e subito si allarmò.
«Rosie, che succede?» mi prese la mano. Non risposi. Guardai un punto indefinito davanti a me. Gli occhi spalancati, la bocca aperta a fare respiri profondi, e la mano destra poggiata sul petto, e la mano sinistra unita alla mano di Paulo.
«Io ricordo tutto. Tutto quando Paulo.» dissi e lui spalancò gli occhi.

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SPAZIO AUTRICE
Halooo. Questo capitolo è molto intenso. Rosie ricorda tutto quanto *-*
La parte scritta in corsivo, è la parte che rievoca tutti i suoi pensieri e ricordi legati al passato. Felici che Rosie abbia ripreso la memoria?😊
Spero vi piaccia il capitolo, votate e commentate miraccomando. Un bacio.
-Fede

Mi Joya //Paulo Dybala Where stories live. Discover now