Capitolo 22

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Paulo's pov.
Non riuscivo a dormire, era già la terza volta che mi rigiravo nel letto. Il pensiero di Rosie e quel ragazzo continuava a tormentarmi, la loro immagine non voleva togliersi dalla mia mente. E se fossero stati fidanzati? E se si fosse innamorata di lui? Anziché di me? Avevo bisogno di risposte. Il mattino seguente sarei andato a tutti i costi da lei, volevo chiederle spiegazioni, e capire se per noi ci fosse ancora speranza o eravamo ormai destinati a stare separati.
Accesi un po' la televisione, in attesa che arrivasse il sonno, ma niente da fare.
Avrei voluto scrivere a Rosie, magari era sveglia, magari come quando eravamo piccoli e ci scrivevamo quando non riuscivamo a dormire avremmo fatto qualche gioco online.
Ma non era più come quando eravamo piccoli, le cose stavano cambiando.
Così verso quasi le cinque di mattina riuscì a prendere sonno.

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Rosie's pov.
«Buongiorno.» salutai i miei genitori una volta scesa in salotto.
«Come stai?» chiese mia mamma.
«Bene.»
«Ieri sei uscita con Paulo?» mi chiese mio padre e io scossi la testa.
«No, ieri no, un amico mi aveva chiesto di andarlo a vedere agli allenamenti, e sono andata lì.» spiegai e loro si guardarono, non capendo, era così strano avessi degli amici?
«Ah.» risposero in coro.
«Chi è questo tuo amico?» chiese mio padre.
«Antoine Griezmann.»
«Addirittura, esci con i vip ora.» scherzò poi mia madre.
Sentimmo bussare alla porta e mi alzai per andare ad aprire.
Davanti a me trovai quel ragazzo con gli occhi verdi che in un certo senso sapeva sempre come farmi felice.
«Ciao.» gli sorrisi e lui sembrò invece piuttosto agitato.
Lo feci entrare in casa e salutò anche i miei genitori.
«Possiamo andare in camera tua? Devo parlarti un attimo.» disse lui e si grattò la nuca nervoso. Mi sedetti sul letto e lui prese la sedia della scrivania e la posizionò davanti a me, sedendosi sopra.
«Paulo tutto ok?» chiesi io e lui annuì, aveva due anellini che stava rigirando nervosamente tra le dita.
«Allora,» iniziò a parlare «ieri dopo averti accompagnato lì al campo sono tornato a casa, dopo un'oretta sono uscito di nuovo di casa e ho preso la macchina e sono venuto verso il campetto, magari ti serviva un passaggio per tornare non lo so, pensavo di poter fare un gesto carino.
Quand'ero ormai molto vicino al campo, ti ho vista uscire da lì con un ragazzo, voi due eravate abbracciati e le vostre mani erano incrociate, stavate ridendo e parlando tranquillamente.
Non lo so istintivamente mi sono sentito uno stupido, state insieme?» parlò a raffica. Era venuto qua a chiedermi se Antoine fosse il mio fidanzato? Assurdo. E poi a lui che interessava?
«No non stiamo insieme, perché me lo chiedi?» chiesi e lui s'irrigidì.
«Così.» alzò le spalle.
«E poi Paulo che cambia se siamo fidanzati o meno? Pure tu sei fidanzato, e non te ne ho mai fatto una colpa, non ti ho mai detto niente a riguardo. Quindi io ti ringrazio che mi sei amico, ma la vita è la mia. Se voglio fidanzarmi lo faccio. Idem per te, hai una fidanzata hai detto, perché perdi tempo ancora con me? Mi illudi e basta.» dissi d'un fiato e lui spalancò gli occhi. Si alzò e mise la sedia a posto, sbattendola di poco.

«Sai perché perdo ancora tempo con te Rosie? Perché, io tengo a te, eri tu la mia fidanzata Rosie! Sei tu la ragazza che ha fatto l'incidente è non si ricorda di me. Ora non ti voglio obbligare a tornare con me, per carità, come hai detto tu la vita è la tua e se vuoi fidanzarti con qualcuno sei libera di farlo. Ma cerca di capire che se mi da fastidio vederti con un altro è perché non ho ancora accettato che tu non sia più innamorata di me.» disse lui e si prese la testa tra le mani. Rimasi del tutto sconvolta da quelle parole, non me lo aspettavo.
Tutta quella situazione era troppo per me.
«Io..non so cosa dire...»
«Immagino, tranquilla. Comunque, chi era quel ragazzo?» chiese poi ridacchiando, si sedette sul letto affianco a me. Eravamo molto vicini, e quel contatto mi metteva in un tremendo imbarazzo, specialmente dopo il discorso di poco prima.
«Si chiama Antoine Griezmann. Gioca nell'Atletico Madrid, sicuramente lo conosci.» dissi e lui spalancò gli occhi. 
«Griezmann? Certo che lo conosco, solo non me lo aspettavo, ma come hai fatto a conoscerlo?» chiese lui ancora sconvolto dalle mie parole.

«È un po' buffo. Stavo camminando, e sono andata a sbattere contro di lui, mi ha fatto cadere il telefono, che per fortuna non si è rotto. Poi per scusarsi di questo piccolo incidente mi ha offerto una cioccolata al bar lì vicino, e da lì abbiamo un po' parlato e ci siamo conosciuti, mi ha invitato ai suoi allenamenti.» spiegai e lui annuì.
«Ti piace?» chiese e il suo sguardo si fece triste.
«Cosa? No.» lui fu sollevato da quelle parole e sorrise. In realtà non sapevo nemmeno io cosa pensare, mi piaceva stare con lui, ma d'altro canto mi piaceva anche molto stare con Paulo.
In più, erano due bellissimi ragazzi quindi il tutto mi confondeva ancor di più.
«Chi ti piace?» chiese scherzando, tutta questa curiosità mi metteva visibilmente a disagio.
«Nessuno.»

«Paulo posso farti due domande?» gli chiesi poi e lui annuì sorridendo.
«La prima è: come ho fatto a fare incidente?» chiesi e lui rabbrividì. Gli venne un groppo in gola al ricordo di quei momenti.
«Avevi avuto una giornata no, ed eri uscita di casa tua correndo, nel frattempo stavi anche piangendo, e nel correre e piangere, aggiungici anche la pioggia, non ti sei accorta di una macchina che correva per la strada, che ti ha colpito. Per fortuna non è stato un colpo mortale, altrimenti dio solo sa dove saresti in questo momento. Però la caduta ti ha provocato danni, appunto come la perdita della memoria.» spiegò lui. Chissà cos'era accaduto quel giorno per farlo diventare una "giornata no".
«L'altra domanda è... tu sei innamorato di me?» chiesi, diventando subito rossa per quella domanda. Lui all'inizio sembrò sorpreso da quelle parole, poi sorrise e mi prese le mani. Ci lasciò due baci sopra.
«Vuoi la verità?» annuii.
«Sono molto innamorato di te.» disse quelle parole e il mio cuore saltò un battito, non mi aspettavo questa determinazione. Milioni di farfalle stavano girando nel mio stomaco. Sorrisi. Lui si avvicinò a me e mi lasciò un dolce bacio a stampo. Rimasi scioccata da quel gesto. Ci guardammo per un dei secondi che sembravano durare un eternità, quando non so dove ma trovai il coraggio di prendergli la faccia e baciarlo. Lui mi strinse a se e mi lasciai cullare dalle sue braccia. Chi lo sa, forse, infondo, mi ero innamorata anche io di lui.

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SPAZIO AUTRICE
Ehi belliii. Questo capitolo è troppo cute aw, piace pure a me.
Spero vi piaccia, votate e commentate il capitolo. Un bacio. Buon primo dell'anno🍾
-Fede

Mi Joya //Paulo Dybala Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon