Capitolo 12

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«Perché mi hai fatto fermare qua?»chiese Paulo, aveva parcheggiato abbastanza lontano da scuola.
«Hai detto tu che non vuoi essere osservato, e poi non voglio che ti vedano. Una mia compagna è pazza per la Juventus, ed oggi volevo portarla a Vinovo, sono pubblici oggi gli allenamenti no?» gli chiesi.
«Rosie.. non dire che stiamo insieme e che hai contatti con la Juventus, per piacere. Poi i giornalisti iniziano ad assillarti con tutte le loro domande e interviste varie. Con Antonella lo facevano.» si spiegò lui. Annuii, sarebbe stato meglio fare così, non volevo essere seguita fino a casa.
«Va bene, ora io entro. Ciao Paulino.» dissi e gli lasciai un bacio sulla guancia.
«Dai non non chiamarmi così.» sbuffò, sempre però sorridendo.
«Ma ti chiamo così da quando eravamo piccoli.» dissi e feci il segno della lacrimuccia con la mano. Lui scoppiò a ridere.
«Comunque si, gli allenamenti oggi sono pubblici, a dopo.» mi salutò, scesi dalla macchina ed entrai nell'istituto.
«Ros! Ros, ehi.» Sam arrivò correndo assieme ad un'altra ragazza mai vista prima di quel momento.
«Lei è Alice, mia cugina.» mi presentai alla ragazza che mi sorrise.
«Ma tu sei la ragazza che c'era un paio di giorni fa su una rivista?» chiese la ragazza di fronte a me, la guardai confusa, non capivo di cosa parlasse.
«Non so a cosa ti riferisci.»
«L'altro giorno sulla rivista, del mercoledì, nella sezione gossip, hanno parlato di aver visto Paulo Dybala che usciva con un'amica, e devo ammettere che ti somigliava molto.»spiegò lei. Seriamente ci avevano beccati insieme? E fatti persino finire sul giornale?
«Ma no, sarà un'altra ragazza che mi somiglia. Lo conosco solo come calciatore.» fortunatamente non mi fecero altre domande, così mi tranquillizzai.
«Io mi scrivo con Morata.» disse Alice tutto d'un tratto. Spalancai gli occhi e mi girai verso di lei.
«Come ti scrivi con Morata?»chiesi, incredula.
«Si, ci siamo conosciuti ad una partita, ci siamo guardati e fuori abbiamo scambiato due parole, poi ci siamo scambiati i numeri.» ci spiegò contenta. Non me l'aspettavo proprio. Tanto che rimasi allibita, soprattutto incuriosita da quell'amore a prima vista.
«Noi oggi andiamo a Vinovo a vedere gli allenamenti.» intervenì poi, Samantha.
«Posso venire con voi? È da un po' che non vedo Alvaro.» chiese Alice. Io annuii, tanto se era vero che lei e Alvaro uscivano insieme, non penso sarebbe stato un problema per lui averla sugli spalti.
«Andiamo dopo scuola.» dissi. Lei annuì, e poi entrammo in classe. Dove mi sedetti vicino a Sam.
«Mi farai conoscere Marchisio allora?» Sam unì le mani in segno di preghiera. Mi misi a ridere e annuii.
«Ma lui è molto più grande di te.»
«L'età è solo un numero, anche Alice è più piccola di Alvaro.» mi spiegò lei.
«Non ho il potere per fartelo conoscere, ma vedremo che si potrà fare.»

Le lezioni proseguirono e una volta finita la scuola mi ritrovai con Samantha e Alice fuori da scuola.
«Ci siamo?» chiesi e loro annuirono. Prendemmo l'autobus e, con mia grande fortuna, quando salii vidi Antonella seduta con un libro tra le mani. Wow sa anche leggere! Allora è buona in qualcosa.
«Ehi, sei Antonella? La fidanzata di Dybala?» chiese Alice, che in quel momento avrebbe dovuto stare zitta. Ma non potevo impedirle di parlare, povera.
Antonella mi guardò, poi chiuse il suo libro e sorrise.
«Sì. Sono proprio io. Vuoi una foto?» Antonella sorrise e avrei voluto prenderla per i capelli.
Alice le sorrise.
«Volentieri, grazie.» le due si avvicinarono per fare una foto insieme e successivamente la bionda ringraziò Antonella, tornando a sedersi al suo posto.
«Dove siete dirette?» chiese poi.
«T'interessa?» risposi io a bassa voce, guardandola male. Samantha e Alice però riuscirono a sentirmi, e mi guardarono male. Ma poco importa, non sapevano la storia.
«Tu?» chiese Alice.
«Io vado a Vinovo, devo parlare, appunto, con Paulo.» mi rivolse uno sguardo divertito. La guardai male e lei sghignazzò.
«Anche noi andiamo li!» esclamò Samantha, tutta allegra.
«Oh che bello, facciamo la strada insieme allora.» esclamò Antonella. Cercai di respirare a pieni polmoni per evitare di buttarla giù dall'autobus. Cosa voleva ancora da Paulo, non poteva lasciarci vivere tranquillamente la nostra vita?
Arrivati a destinazione scendemmo e Antonella, purtroppo, ci seguì.
«Salve.» l'uomo della sicurezza ci fermò davanti ai cancelli. Lo salutai, nel tentativo che mi riconoscesse e mi facesse entrare senza storie. D'altronde gli allenamenti oggi erano pubblici. Dopo un po' girò il suo sguardo verso Antonella.
«Siete tutte insieme?» chiese sempre lui. Lei annuì, poi mi guardò e un sorriso diabolico si formò sul suo viso. Oh no.
«Tranne lei, non so perchè sia qui.» mi indicò. Spalancai gli occhi.
«Non è vero! Noi stavamo venendo qua con lei. Io non so chi tu sia, di certo non la fidanzata di Paulo perché ormai sanno tutti che non è più fidanzato. Comunque Rosie si era offerta di accompagnarci qui, perché sapeva che gli allenamenti di oggi erano aperti al pubblico.» Sam rispose, alzando di poco la voce. Questo suo lato aggressivo non l'avevo mai visto prima d'ora.
Antonella stette zitta e mi guardò male. Io sorrisi.
«Rosie scusa non ti avevo riconosciuto, certo entrate.» ringraziai a bassa voce Samantha per la scenata di prima e una volta dentro ci andammo a sedere nelle tribune vicino al campo.

Mi Joya //Paulo Dybala Where stories live. Discover now