Capitolo 15.

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<< Non ti preoccupare. Pensa che adesso il suo spirito si è frantumato in tante piccole stelle e che questa sera potrai riconoscerle nel cielo! Te le mostrerò io, se vuoi. >> fu quella la frase che pronunciò per cercare di tirarmi su di morale. Continuai a pensarci e a pensarci, e mi veniva difficile da credere che quello stesso ragazzo che mi aveva aiutata anche in momenti stupidi, era stato in grado di tradire la mia fiducia...

Soprattutto, a quale scopo?

Eppure era andata esattamente così, e ormai nulla poteva cambiare il passato.

La mia attenzione fu distolta dal Ethan quando il mio cellulare cominciò a squillare. Sullo schermo comparve un numero che non era segnato nella mia rubrica, ma decisi lo stesso di rispondere. Magari era qualcuno dei miei amici che aveva perso il cellulare e aveva urgente bisogno di me, o forse qualcuno che aveva solo cambiato numero, o forse semplici pubblicità.

Quando risposi, in sottofondo si sentì solamente una televisione accesa e la vocina acuta di qualche personaggio di un cartone animato per i bambini, poi una bambina mi disse << Salve signora, saprebbe dirmi a che ora apre il negozio delle caramelle? Papà dice che è ancora presto, ma io non gli credo perché mi ricordo bene che l'altro altro ieri ci siamo stati a quest'ora. >>

Non riuscii a capire nulla... << Tesoro, credo tu abbia sbagliato numero>> le dissi, ma lei non mi sentì. Il cellulare le fu strappato di male e l'unica cosa che riuscii a sentire fu:<< No amore, quante volte papà deve dirti di non rubargli il cellulare? Fammi vede chi stavi chiamando>>

Quella voce la riconobbi in pochi secondi. Chiusi subito la chiamata, senza pensarci su nemmeno per un secondo... Il tasto rosso della chiamata fu digitato in pochissimi attimi.

Il mio respiro cominciò a farsi irregolare e mi si formò un nodo in gola... Faceva male pensare a mio papà. Faceva male sapere che nella sua vita le cose stessero andando alla grande e che addirittura era diventato padre per altre due volte. Momenti singoli in cui da piccola fui tanto felice con lui cominciarono a farsi spazio nella mia mente, e le lacrime cominciarono a rigare il mio volto.

Per me e mia madre era stato difficile comunicare da capo senza di lui, ma per papà non era stata la stessa cosa. Lui aveva già un'altra da parecchio tempo, doveva solo in qualche modo sbarazzarsi di me e mamma... Cosa che era successa grazie a Ethan, che aveva ficcato il naso in faccende che non lo riguardavano per niente!

E a proposito di Ethan... Non appena cominciai a piangere, eccolo che comparve con la sua moto nera dal boschetto. Era pazzo. Aveva davvero avuto il coraggio di farsi il tragitto tra gli albero con la moto nuova?

Mi asciugai rapidamente le lacrime, e cercai in tutti i modi di non prestargli attenzione. Restai seduta per terra con lo sguardo puntato nel vuoto... In quel momento non avevo voglia di rivolgere parola proprio a nessuno, tanto meno ad Ethan, che non doveva nemmeno esserci in quel posto.

<< Cos'hai ? >> sentivo i suoi passi farsi via via più vicini a me, mentre calpestava l'erba.

<< Ti avevo chiesto di cercare di non venire qui nei miei stessi orari>> ero infastidita dalla sua presenza. Avevo cercato il mio angolo di solitudine per un motivo ben preciso : starmene da sola.

<< Non abbiamo degli orari>> rispose. << Dai, dimmi cos'è successo>>

Continuò ad insistere e si sedette anche accanto a me, nella speranza di riuscire a convincermi. Sapeva bene che cosa pensavo di lui e del fatto di raccontargli le mie cose...

<< Non ho alcuna intenzione di dirti le mie cose. Fatti gli affari tuoi >>

<< So che sei convinta del fatto che non ti puoi fidare di me! Ma le cose sono cambiate. Sono passati sei anni. E per la cronaca, sono sempre stato bravo a mantenere i segreti delle persone>> si vantò. Mi voltai verso di lui e lo osservai per cercare di capire se si stesse trattando di uno scherzo. Ma no... Era serio.

Stavo per aprire bocca per rispondergli, ma lui mi anticipò, appoggiando un dito sulle mie labbra per zittirmi:<< Quando avrai voglia, ti racconterò come sono andate veramente le cose. Ma adesso, sei ancora troppo ferita e testarda per starmi a sentire>>
Mi allontanai da lui e decisi di starmene zitta. Non avevo intenzione di rivolgergli parola.

<< Allora? Guarda che non me ne vado da qui fino a quando non mi avrai detto cos'è successo!>> minacciò.

<< Ethan, te lo dico con tutto il cuore. Non è giornata. Se sei venuto fino a qui per infastidirmi, beh, sappi che non è il momento. >> ero fragile. Troppo fragile. E non ci volle molto a farmi scoppiare a piangere di nuovo. << Perciò, ti scongiuro, di lasciarmi stare>>

Cercai in tutti i modi di asciugare le lacrime dal mio volto perché odiavo mostrarmi così vulnerabile davanti alle persone, ma noi risultava difficile dato che le lacrime uscivano rapidamente una dopo l'altra.

<< Ehi>> mi disse Ethan, afferrandomi delicatamente il volto in modo che potessi guardarlo dritto nei suoi occhi profondi. << Se non vuoi dirmelo, va bene. Ma voglio stare qui con te. non ti lascerò soffrire da sola.>>

La mia voglia di lottare contro di lui era davvero poca, perciò alla fine mi lasciai cadere tra le sue braccia, nella speranza che quell'abbraccio riuscisse in qualche modo a mascherare la sensazione di vuoto che sentivo dentro di me.

STARLIGHTOù les histoires vivent. Découvrez maintenant