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- Ditemi la verità - lo supplico, - sono sicura di poter affrontare la realtà.
Evan sbuffa, scuotendo la testa.
- Siete debole d'animo, mia Eleanor.
Stringo i pugni, ripensando alla paura irrazionale ed al senso di gelo provati poco prima.
- Ce la posso fare, qualsiasi cosa si tratti - dico, sedendomi sul bordo della fontana.
Evan mi raggiunge, ma resta in piedi. - C'è una maledizione. Sulla villa, sul giardino. Sulla mia famiglia e sulla vostra. Si tratta di un antico patto che ha portato un equilibrio naturale oscuro. I Donato "donano" la figlia femmina all'età dei diciotto anni a dei mostri come me. Ma questo equilibrio si è iniziato  spezzare il giorno in cui ti ho portata via dalla tua dimora e tua madre ti ha regalato quella collana. Tu non hai ancora compiuto i tuoi diciotto anni, ma ho dovuto prenderti adesso, nella sciocca speranza che tutto ciò possa cambiare, che la maledizione venga spezzata. Spero, Eleanor, che tu sia quella rosa bianca in mezzo ad un intero campo di rose rosse - sussurra.
- Come posso, io, spezzare una maledizione? - chiesi - e che relazione c'è con ciò che è appena accaduto?
- Quella fontana assume le sembianze degli amanti maledetti.
- Ma noi non siamo amanti - correggo, ed Evan mi fulmina con lo sguardo, mentre una folata di vento freddo si alza da terra, spazzando le foglie secche. La maledizione non permetteva che il giardino e la dimora di Evan fossero luminosi e degni?
- Ad ogni modo, quando la ragazza Donato muore, la statua torna ad assumere sembianze neutre.
- Ogni volta che...muore?
Evan annuisce. - Qui c'è molta sofferenza...queste rose che un tempo erano bianche, ora sono completamente ricoperte di sangue. Sangue umano, e l'aria è impregnata dell'odore della morte.  Ogni rosa, infatti, rappresenta una Donato nel corso dei secoli, che ha perso la vita in questo posto.
Sono sconvolta. Ho toccato delle...ragazze morte? Sono passati secoli, ma questo è come se fosse un cimitero. Il cimitero privato della famiglia Woods.
Improvvisamente, mi viene in mente un pensiero.
- Avete detto che la maledizione è in corso da secoli - inizio, ottenendo la sua attenzione. - E che riguarda la vostra famiglia e la mia. Perciò i nostri antenati. Ma voi non siete immortale?
Evan sembra aver inteso dove voglio andare a parare e non trattiene un ghigno.
- Oh, ma infatti. Io ho solo lasciato intendere l'esistenza dei vostri antenati, non dei miei. Quelle ragazze le ho uccise io - dice girando su se stesso per indicare le siepi. Uno strano verso mi esce dalla gola, mentre indietreggio.
- Odiavo il fatto di starmene rinchiuso nella mia buia dimora. Non sopportavo l'esito della maledizione, ed avevo problemi a controllare la mia sete. È vero, la maledizione riguarda i Woods, ma solo io, discendente leggittimo, sono stato realmente maledetto e sono diventato questo! - esclama, mostrandomi i suoi occhi inniettati di sangue. Reprimo un urlo di sorpresa e terrore insieme.
- È un ciclo maledetto e dannato, Eleanor. Tu morirai, e la tua rosa si velerà del tuo sangue. Ma la tua discendenza non sarà interrotta, poiché continueranno ad esserci Donato. Posso trovarle. Clara era una Donato, ad esempio. Ha violato le regole e mi ha disubbidito, così l'ho uccisa. Ma questo ciclo può terminare, se tu ti concederai a me di tua volontà. Sigilleremo il nostro patto, bevendo il nostro sangue a vicenda.
Indietreggio ancora di più, inorridita. - Cosa? Voi siete pazzo. Non berrò mai del sangue!
Evan si rabbuia di colpo. - Dovrai farlo ugualmente, perché ti trasformerò anche se contro la tua volontà e la maledizione non sarà interrotta.
Si avvicina e mi afferra il braccio sinistro. - Cosa volete fare?
- Torniamo in casa, tra poco calerà la sera.

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