Wake Me Up When September Ends

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*Due mesi dopo*


Mi specchiai, ritoccando leggermente una sbavatura sulla palpebra destra, passando un altro strato di mascara.

Mi sentivo bene, finalmente un altro anno era finito, e tutti gli esami erano andati bene, tranne quello di Chimica, che mi ritrovai a balbettare, non appena il professore tirò fuori il discorso dell'incendio, ma alla fine accettai il diciotto, e me ne andai sana e salva da lì.

Avevo un semplice tubino super attillato di un cipria scuro, lungo fin sotto il ginocchio, con scollatura olimpionica. Dovevo essere elegante, e così abbinai il tutto con un sandalo con tacco nero.

«Lorrain! Ci sei?» qualcuno urlò dall'entrata della camera, così spensi la luce in bagno ed uscii.

Era tremendamente elegante, mi piaceva troppo, così tanto che mi portai le mani alle labbra truccate con una tinta bordeaux.

«Come sto?» fece lo stupido, girando su sé stesso mentre faceva delle mossette ridicole, facendomi ridere ancora di più.

«Fatti sistemare quella giacca» mi avvicinai, fermandolo nei movimenti.

Gliela posizionai meglio sulle spalle, sistemando anche la camicia bianca.

«Non sentirai caldo, vestito così?» gli domandai, guardandolo.

Aveva degli skinny neri, molto sobri, senza spacchi da qualche parte, e una camicia bianca abbinata ad una giacca nera.

«Che dici? Forse è meglio che tolga la giacca?» storse il naso.

«No, lasciala, se sentirai caldo te la toglierai» feci spallucce, scansandolo per prendere il mio profumo e cospargermi tutta con quello.

«Come stava?» mise le mani nelle tasche dei jeans.

«Era agitato, poi gli ho dato uno schiaffo e si è ripreso» ridemmo insieme.

«Lo hai davvero preso a schiaffi il giorno della sua laurea?!» sghignazzò piegandosi in avanti.

«Stava delirando! Non voleva alzarsi dal letto, dimmi te che dovevo fare!» mi girai verso di lui, chiudendo con una botta l'anta dell'armadio «Il tuo amico è pronto?» mormorai, infilando nella pochette il cellulare con dei fazzoletti e uno specchietto, le uniche cose che entravano.

«Sì, credo stia vicino la mensa»

Tornai dritta, mettendo la borsa sotto il braccio per poi farmi vedere da lui, l'unico che mi era rimasto affianco, oltre Niall –tranne quando doveva studiare, cioè sempre.

«Sto bene? Dillo ora o taci per sempre» lo minacciai, sentendomi sempre più in ansia.

«Stai da Dio, ora andiamo che fra poco comincia la cerimonia» batté le mani fra loro, aprendomi la porta e lasciarmi uscire di lì.

C'incamminammo a passo svelto verso l'ala centrale, vedendo una miriade di macchine nel parcheggio, per non parlare dei parenti che intasavano il passaggio, già alla fine del corridoio dei dormitori.

Luke mi prese per mano, riuscendo ad arrivare alle porte della mensa –chiusa- senza perderci fra quella flotta di gente, raggiungendo Harry.

Era in un completo nero, con stivaletti orrendi e un foulard bianco e nero stampato.

«Mike ci ha preso i posti» nemmeno si sprecò a salutarmi, anzi, nemmeno mi guardò, sembrava ci fosse solo Luke.

I mesi che passarono dopo la litigata, furono duri da dover sopportare, era sempre presente a tutti gli incontri con il gruppo, ma –grazie al cielo- non si era più fermato a dormire da noi, preferendo andare da Calum quando Luke portava la ragazza, piuttosto che dover chiedere a Niall di ospitarlo.

U.N.I || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora