In Technicolor Pt.1

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*La mattina seguente*


Dovevo immaginarlo. Insomma, era molto ridicolo aver creduto che non sarebbe successo.

Girarmi sembrava una cosa così complicata che dovetti dargli un calcio sulla gamba per farlo spostare e lasciarmi più spazio.

Eravamo rimasti in dormiveglia finchè mamma non era venuta a controllare che tutto andasse bene e quando era sciuro che se ne fosse andata, sgattaiolò fino al mio letto, anche con me che lo minacciavo, ma niente.

Effettivamente mi dispiaceva lasciarlo dormire a terra, ma tenevo più alla mia vita che alla sua salute.

Mi alzai, sentendo dei rumori fastidiosi provenire da di sotto.

«Dove vai?» borbottò, svegliandosi per non avermi più sentita al suo fianco.

«Vado di sotto, tu continua a dormire» mormorai, andando verso la porta e uscendo.

Non feci in tempo ad uscire che Dylan sbucò fuori dalla sua stanza, in boxer e completamente indiavolato.

«Ma che sta facendo mamma?!»mi abbaiò contro.

«Non lo so! Ora vado a vedere, calmati, troglodita!» lo ammonii, proseguendo verso le scale, sentendo meglio le cose sbattere e le imprecazioni di quella donna.

Tutti i rumori provenivano dalla cucina, così filai dritta lì e il macello mi si presentò davanti. Pentole ovunque –pulite, ovviamente- i ripiani tutti completamente vuoti, piatti e bicchieri a terra, pronti per essere lucidati e mia madre con i capelli legati e scompigliati allo stesso tempo, e le occhiaie più nere che avessi mai visto.

«Mamma?» entrai cautamente, facendola girare all'improvviso.

«Ciao» ripose seccata, continuando a sfregare con uno strofinaccio una pirofila.

«Ma che stai facendo?» mi diedi un'occhiata in torno.

«Secondo te?! Sto pulendo!» si accanì.

«Perché? Abbiamo pulito l'altro ieri!»

«Perché c'è il tuo amico e non voglio che veda che casa sia sporca!»

«Ma Harry se ne andrà questo pomeriggio e poi passeremo il giorno in giro!»

«Mi stai infastidendo! Vattene» mi ammonì, vedendola rallentare nel pulire le cose.

Mi girai senza nemmeno aspettare altro tempo. La sera prima mi era sembrata troppo tranquilla, dovevo aspettarmelo un suo declino.

Sicuramente i rumori erano diminuiti ed ero quasi sicura che stesse rimettendo a posto tutte le cose che aveva tirato fuori, probabilmente prima di andare a lavoro.

Chissà da quanto tempo era sveglia a mettere a posto! E poi quel giorno avrebbe lavorato fino a tardi! Perché si rovinava la vita da sola?!

«Che è successo?» Harry era ormai in piedi, pronto per vestirsi.

«Niente, mia madre è una pazza isterica» sbuffai, socchiudendo la porta, per lasciare ad entrambi un po' di privacy, dato che sentivo papà muoversi dalla loro stanza davanti la mia.

«Da che pulpito» borbottò «A proposito, hai smesso di fare incubi» affermò, andando a ricercare nella sua borsa il cambio, tirando fuori una felpa grigia.

«Sì, da quando sono tornata qui sto meglio, ma i sensi di colpa mi divorano» andai a sedermi sul letto ancora disfatto.

«Passeranno» sminuì vestendosi immediatamente, lasciando me ancora in pigiama.

Ormai mia madre era tornata in camera sua per darsi una sistemata, con papà che le correva dietro per metterle fretta e poter uscire di casa ad un orario decente, lasciando prima a me il comando della casa e su mio fratello, cosa alquanto impossibile, dato che già sapevo sarebbe scappato via dal mio controllo e poi io avevo da fare con Harry.

«Mi aiuti a fare la colazione?» gli proposi, legandomi i capelli in una crocchia, dirigendomi nuovamente verso il piano terra.

«Basta che non fai saltare in aria anche casa tua» mormorò sghignazzando.

Mi fermai a metà scale, giusto per dargli uno schiaffone sulla spalla, facendolo ridere ancora di più.


U.N.I || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora