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*Sei mesi dopo*



«Lorrain, da Lei non me lo sarei mai aspettato» mormorò allibito, prendendo dell'altrettanta distanza da me, seduta al di là della scrivania imponente del suo ufficio.

Abbassai lo sguardo, continuando a torturarmi le mani, nervosa e impaurita, ma soprattutto mi sentivo umiliata davanti al suo sguardo schifato.

«E' stato un incidente, io non volevo far prendere fuoco a tutto» ci tenni a precisare, una cosa ovvia, ma lui sembrava non voler cambiare opinione su di me, rimanendo distante.

«Ci mancava solo che fosse intenzionale!» si drizzò con la schiena «Non sarà espulsa, ma dovrà pagare tutto, ogni minima cosa andata distrutta che l'assicurazione non riesce a coprire»

Socchiusi per un momento gli occhi, sentendoli pizzicare, intanto che le lacrime premevano per uscire, ma non lì, non davanti a lui.

«Chi altro è coinvolto?!» mi guardò torvo, senza fare un frizzo quando mi vide con gli occhi lucidi, forse lo infastidì anche vedermi in quelle condizioni.

«Nessuno, ero solo io in aula» mi asciugai il naso, rimanendo qualche istante in più sullo zigomo, levando via una lacrima.

«Per colpa sua ora le aule saranno chiuse non appena finirà la lezione, si rende conto di quanto questo potrà aggravare sugli altri studenti?!» sbottò, sempre più adirato.

«Le giuro che non volevo» piagnucolai ancora di più.

Spalancai gli occhi, sobbalzando. Avevo la gola secca, gli occhi appiccicosi ed ero completamente sudata. Era solo un incubo, il solito incubo che mi perseguitava da mesi.

Avevo pensato molte volte a "costituirmi", ma Harry me lo aveva sempre impedito, soprattutto quando il Rettore annunciò che chi aveva scatenato l'incendio avrebbe dovuto pagare metà delle spese, ed erano spese esorbitanti.

Mi girai di lato, verso l'armadio di Niall, ma non trovai pace dato che mi ritrovai davanti le gambe di Harry, fermo a guardarmi con la testa inclinata su un lato, lasciando che i capelli penzolassero tranquilli.

«Dio Santo, Harry! Mi hai spaventata» sussurrai, portandomi le mani al viso, grattandomi via la stanchezza che sentivo aggravare ancora di più «Che ci fai qui?!» continuai guardandolo dal basso, ancora stesa.

«Niall mi deve ancora ridare i mie joggers, e oggi mi servivano così sono entrato con le chiavi di riserva» fece spallucce, rimando in piedi davanti a me «Stavo per uscire ma ti sei svegliata, e poi non facevi altro che parlare nel sonno»

«Davvero?» sbuffai, rotolando per tornare a pancia all'aria, portandomi ancora una volta le mani al viso.

«Fai ancora quell'incubo?» posizionò le mani sul bacino, sovrastandomi ancora di più.

«Secondo te stavo sognando dei folletti felici?» sputai, dato che era anche colpa sua se quei sogni non mi facevano dormire bene da notti.

«Rain, smettila di attanagliarti il cervello, non serve a nulla! Si sono arresi tutti a scoprire chi sia stato e poi dalle ricerche che hanno fatto i pompieri sembra che l'incendio sia scoppiato qualche tavolo più in là del tuo. Perciò, davvero, smettila» disse seriamente.

«Io vorrei soltanto levarmi di dosso questa colpa che mi logora da mesi, ormai!» mi accanii, forse parlando troppo ad alta voce, notando come Niall –in disappunto- si girò bruscamente nel letto, dandoci le spalle, riprendendo poi a russare.

U.N.I || Harry StylesWhere stories live. Discover now