Shameless

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*Più tardi la notte*

«Mi fai male, così» mormorai, continuando a camminare all'indietro, troppo presa dalle sue labbra instancabili.

«Dove ce le hai le chiavi?» mormorò sorridendo maliziosamente, cominciando a tastarmi il sedere solo per puro scopo privato.

«Non lì» risi divertita, cominciando a cercarle nella borsa, impaziente di trovarle, aprendo poi la porta.

Entrammo inciampando ovunque, così gettai –senza pensarci- la borsa sulla poltrona appena l'entrata, lasciando Harry chiudere la porta con un calcio, per poi tornare a baciarmi con bramosia voglia.

A terra i fili e i cavi c'intralciarono la strada, finendo per cadere sopra una delle poltrone affianco la batteria.

«E' completamente sbagliato quello che stiamo facendo» ammisi affannosamente, quando mi lasciò le labbra per proseguire sino al collo.

«Zitta» mormorò, ormai in ginocchio fra le mi gambe, mentre io ero seduta – o meglio, sbragata- sulla poltrona.

Mi slacciò rapidamente i jeans, sfilando la maglia a collo alto, gettandola a terra.

«Completamente sbagliato» continuai a mormorare, osservando ogni suo movimento intanto che cercava di togliermi le scarpe fino a calarmi i jeans alle caviglie.

«Taci» sorrise, tornando a baciarmi.

Mi accarezzò la coscia, fino ad arrivare al monte di venere ancora ricoperto dagli slip, iniziando ad accarezzare ogni parte che era in quei punti.

Mi rilassai sotto il suo tocco, sospirando lasciandogli tutto lo spazio sul collo, sentendo le sue labbra ovunque e in ogni dove, come le sue mani che vagarono fino alle caviglie per spogliarmi.

«Noi siamo amici, perché lo stiamo facendo?» approfittai del suo essersi allontanato per sfilarmi gli slip, lasciandoli leggermente abbassati per guardarmi e sorridermi.

«Ti fai troppe domande» si alzò per spogliarsi anche lui.

Sì, mi stavo facendo troppe domande, e sì, eravamo entrambi ubriachi, non del tutto persi, ma dopo tre birre eravamo completamente andati almeno la parte razionale del nostro cervello, anche se il mio resisteva ancora.

Mi alzai anche io, aspettando che mi guardasse e quando lo fece gli saltai addosso, baciandolo spudoratamente, sentendo come si stesse divertendo, ed in effetti ci faceva bene distrarci dai problemi, da Ashton che sembrava essere un grande problema, da Niall e dal suo esame e dai nostri problemi personali.

Ci ritrovammo a terra, nudi ed io sopra di lui, intenta a farlo entrare nella maniera più straziante possibile.

Sospirammo assieme quando ormai era in me, e soprattutto quando cominciai a muovermi con il suo aiuto.

«Cosa diremmo agli altri?» sospirai di piacere, avendo fatto una mossa particolarmente bella, così socchiusi gli occhi lasciandomi andare ancora di più.

Non rispose, mi prese semplicemente per i fianchi e girò, fino a farmi trovare sotto di lui, con la testa vicina allo sgabello della batteria di Ashton.

Ashton il mio ex ragazzo.

Scossi la testa per liberarmi di quel pensiero malsano.

Spinse velocemente in me, comprendendo molto bene che non volesse conversare in quel momento, così mi azzittai, incapace di poter formulare una frase.

Sinceramente guardandolo non lo facevo un Dio del sesso o qualcosa del genere, ma solamente una persona normale che lo faceva con le solite pose classiche, ma quando mi ritrovai –dopo un'ora- in posizioni strane e inebriata dal piacere, mi dovetti ricredere, specialmente quando mi fece poggiare con le mani alla porta mentre spingeva dietro di me, toccandomi ovunque.

U.N.I || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora