Paranoid

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*Più tardi nel pomeriggio*


Eravamo ormai in giro per la città, sperando di trovare qualcosa da fare, ma sembrava che tutto il paese fosse rintanato in casa anche con una giornata come quella.

«Non sto molto simpatico a tuo fratello» rise, dondolando qua e là mentre camminavano lungo il viale nel bel mezzo del parco più grande che avevamo.

«Se ti consola nessuno è simpatico a Dylan, nemmeno me sopporta» sbuffai una risata, saltando per non passare sopra una pozzanghera.

«Nessuno ti sopporta, Rain» mi ammonì, sembrando serio, ma poi si tradì ridendo nel vedermi in confusione «Nemmeno tuo fratello sa dell'incendio?» cambiò discorso.

«No! Ovvio che no! Lo avresti capito se lo avesse saputo» risi sarcasticamente.

«Perché?» chiese divertito, calciando più in là un sassolino.

«Sarebbe andato in giro dicendo che aveva la sorella piromane; avrà anche diciotto anni, ma il cervello è rimasto fermo a quando ne aveva cinque» borbottai, ricordandomi di tutte le brutte figure che mi fece fare negli anni passati, anche difronte ad alcuni miei vecchi amici.

«Sei sempre così dura con lui, ecco perché non ti sopporta»

Forse si riferiva al fatto che quella mattina lo avevo quasi preso a sberle quando aveva fatto rovesciare –a posta- la sua ciotola con i cereali e il latte di soia, perché lui voleva il latte normale, ma non poteva berlo dato che era allergico, così aveva iniziato a straparlare urlando contro me ed Harry, perciò ero stata costretta a minacciarlo, ma nulla di che, insomma.

«Questa mattina sono stata costretta! Lo hai visto come fa?! Non sembra un adulto!» mi arrabbiai nuovamente, mentre iniziavamo ad incamminarci verso i campi della campagna circostante.

«E' un ragazzo ancora, alla sua età con mia sorella facevo di peggio, e poi non lo vedi quasi mai, dovresti trattarlo meglio» mi consigliò con tutta la sua sincerità.

«Cambiamo discorso, altrimenti inizio a litigare anche con te» mi allontanai appena un po' da lui, strizzando gli occhi per la luce accecante di quel pomeriggio quasi giunto al termine.

«Mike mi ha detto che Ashton è venuto in camera tua qualche giorno fa» si schiarì la gola, mettendosi i suoi occhiali da sole, prima appesi al colle della sua felpa.

«Sì, quando tu sei partito» sospirai annoiata.

«Che voleva?»

«Nulla d'importante, voleva sapere che doveva fare con alcuni vestiti che avevo in camera vostra l'anno scorso» scrollai le spalle indifferente, evitando intenzionalmente di dirgli altro.

«E' venuto solo per dirti questo?» alzò un sopracciglio che uscì fuori dal bordo superiori degli occhiali.

«Sì» infilai le mani nelle tasche del chiodo.

«Continua a comportarsi in modo strano» si grattò la barba leggermente più lunga del solito.

«Ma che ti frega? Lascialo comportare così, se non vuole essere aiutato tanto meglio per noi! Che andasse a fanc-...»

«Woo! Lorrain!» m'interruppe, bloccandosi davanti a me «Stai calma! Ash ha bisogno di amici, e se non vuole farsi aiutare a me non importa, sono suo amico e lo aiuto» fece spallucce, coprendomi per quei pochi istanti il viso dal sole.

Effettivamente in quei giorni avevo riflettuto sulla situazione di Ashton, ed ero arrivata alla conclusione che se non voleva aiuto evidentemente non gl'importava averne. Ma le parole di Harry erano piene di verità, ed ero sicura che Ash avesse ancora bisogno di qualcuno.

U.N.I || Harry StylesWhere stories live. Discover now