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*Più tardi la sera*


«Allora, Niall-...»

«Si chiama Harry, papà...Niall è il mio compagno di stanza» lo corressi velocemente, sapendo perfettamente che Harry non glielo avrebbe detto mai.

«Mi ero confuso, credevo che l'altra sera avessi detto che avevate dormito insieme» mi guardò attentamente.

«Infatti, ma lui non è il mio compagno di stanza» proseguii senza battere ciglio.

«Perciò tu dormi in stanza con due ragazzi?» s'intromise Dylan, scoppiando a ridere, forse pensandomi con tutti quei ragazzi in camera.

«Zitto, salame!» mormorai a denti stretti, guardandolo male.

«Smettetela» ci ammonì mamma.

Tornammo ai nostri posti, smettendo di litigare inutilmente.

«Allora, Harry, cosa studi?» riprese papà, calcando bene il suo nome, dandomi un'occhiata veloce, posando ai bordi del piatto le posate.

«Giurisprudenza» gli sorrise felice, vedendo dell'approvazione da parte di mio padre, e come biasimarlo? Papà era avvocato da generazioni, e probabilmente Harry era capitato nella casa migliore del mondo per lui, sempre se avesse voluto diventare avvocato penalista.

E da lì passarono l'intera sera a parlare di leggi e processi a cui papà stava lavorando in quel periodo, chiedendo addirittura l'opinione di Harry –sempre più fomentato e felice, ma era triste pensare che papà chiedesse opinione a quasi tutti nella famiglia, anche Dylan era preso in considerazione! Per fortuna che mamma era responsabile della polizia in aeroporto.

Quando –finalmente- papà si piazzò davanti la televisione, intrappolando mamma fra le sue braccia, addormentandosi entrambi nel giro di pochi minuti, e che Dylan sgattaiolò in camera sua, io ed Harry potemmo andare in camera mia e parlare del più e del meno, come se non lo avessimo già fatto.

«Tuo padre è un grande» s'infilò la maglia del suo pigiama, come me d'altronde, era inutile rimanere in tuta, perché sapevamo entrambi che ci saremmo addormentati anche noi molto velocemente.

«Se vuoi te lo regalo» sbuffai sollevando le sopracciglia, cercando il dritto della mia felpa.

«Sei così antipatica con la tua famiglia!» sbottò stanco.

«Hai ragione, la prossima volta vedrò di elogiarli per le loro doti di bravi genitori» risposi sarcastica.

«Fanno grandi sacrifici per pagarti l'Università» disse seriamente, rimanendo in piedi dal suo lato di letto.

«Lo so, Harry, stavo scherzando» mi girai ridendo.

«Beh, non farlo» mi ammonì, così sbuffai tornando a concentrarmi sulla mia felpa.

«Non ti sopporto quando ti trasformi in quello antipatico» c'infilammo insieme sotto le coperte, lasciando che solo la luce bassa dell'abat-jour illuminasse la stanza.

«Mi trasformo in quello antipatico, quando sento che la tua mente partorisce certe stronzate, provo solo a riportarti con i piedi sulla Terra» si sistemò meglio sul cuscino, osservando il soffitto.

«Ragazzi, non voglio che dormiate insieme» mamma sbucò in camera, facendoci spaventare, essendo rimasti in silenzio ormai mezzi addormentati.

«Mamma, mi scoccia farlo dormire per terra» mi strofinai bene il viso, stanca di dover stare ancora a discutere.

U.N.I || Harry StylesWhere stories live. Discover now