16 - La ruota panoramica

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Erano troppi attimi passati con lui in così poco tempo, troppe volte in cui il mio corpo moriva sotto il suo sguardo.
Immense volte in cui mi insegnava ad essere felice.
Sapevo a cosa stavo andando incontro, ma non ero pronta e non avevo intenzione di ammetterlo.

Le sue braccia mi avvicinarono di più a lui, mentre la nostra cabina scendeva completando il giro.《Ho paura, ma so che non posso farci niente》la mia voce tremava, mentre cercavo di non crollare.《Ogni volta》parlai prima di bloccarmi nel pensare alle parole che di lì a poco avrebbero lasciato le mie labbra. Poi sospirai arrendendomi, lasciandole scivolare fuori, con insicurezza.《Ogni volta che sento la tua voce sorrido. Ma non un sorriso forzato, esce spontaneo. Ogni singola cosa che fai, che ti riguarda mi fa quell'effetto》
Presi un respiro profondo, e il suo sorriso fece sorridere anche me, nonostante la mia difficoltà nel mostrare i miei sentimenti, e insieme a loro, la mia vulnerabilità.
《La mia pelle brucia ogni volta che mi guardi, e il mio cuore prende a battere in un modo che non so spiegare》scossi la testa, aprendo la bocca per dire qualcosa, ma la richiusi subito dopo. I suoi occhi continuavano a guardarmi, e vedevo quasi la felicità uscire da essi. Se lui fosse stato felice di ascoltare quelle parole, io non lo ero stata per niente nell'ammetterlo. Ero andata contro me stessa, contro le mie più grandi paure, e mi ero mostrata incredibilmente indifesa.《Non so cosa mi sta succedendo, ma ho paura, per davvero intendo. Non so come reagire, non sono brava in queste cose.》sospirai, passando una mano tra i capelli portando i fitti ricci all'indietro.

《E poi》finimmo il nostro giro, feci per alzarmi, ma Justin mi strinse a se facendomi sorridere. La mia mente stava letteralmente per esplodere.
《Non voglio affezionarmi》sospirai di nuovo, togliendo finalmente la mano dal suo petto, infilandola nel giubbotto, mentre ammisi mentalmente la vera causa di tutti i pensieri che invadevano la mia testa. Estrassi il pacchetto di Camel, e prima che potessi fare qualsiasi cosa le sue mani lo sfilarono dalle mie.

《Justin》lo richiamai con tono freddo, e poi lo afferrai di nuovo sotto il suo sguardo, vedendolo sbuffare. Accesi la mia sigaretta, prima di mettere di nuovo il pacchetto in tasca. Presi qualche tiro nel silenzio più totale, prima di allungare la mano verso la sua bocca. Circondò il filtro arancione con le labbra, e dopo alcuni secondi rilasciò il fumo che aveva aspirato. In quel momento realizzai quanto potesse essere sexy e attraente compiendo anche stupidaggini del genere.

《Non è un male innamorarsi》puntò lo sguardo nei miei occhi, e li sbarrai scuotendo fortemente la testa. Stava scherzando vero? Mi era già stato difficile far uscire tutti i miei pensieri dalla bocca, lasciandoli liberi nell'aria notturna di New York. Ora pensava che mi stessi innamorando? Era decisamente fuori di sé.
Quella che provavo per Justin poteva essere considerata come attrazione fisica. Non ero innamorata di lui e mai lo sarei stata.

《Io non mi innamoro》presi un tiro dalla sigaretta, voltandomi verso di lui, guardandolo in cagnesco.《E scordalo, non mi piaci nemmeno》lui annuì, prima di sfilarmi la sigaretta dalle mani, senza fare domande. Ne prese un tiro, con un'espressione indecifrabile. Sembrava quasi stesse sorridendo, ma allo stesso tempo riuscivo a leggere la determinazione nei suoi occhi.

《Non ti dispiace se faccio questo, allora》lasciò uscire il fumo dalle labbra mentre parlò, e non dandomi nemmeno il tempo di realizzare cosa avesse appena detto, poggiò le sue labbra sulle mie. Puntai le mani sul suo petto costringendomi a spingerlo lontano da me, o meglio, a farmi alzare dal suo corpo, ma quel minimo di dignità fu spazzato via quando la sua lingua picchiettò sulle mie labbra per avere accesso nella mia bocca. Il mio respiro si fece più veloce quando il nostro bacio si approfondì, e le mani di Justin mi strinsero di più a lui. Il mio petto era talmente attaccato al suo che riuscivo a percepire il movimento del suo torace alzarsi e abbassarsi, e le sue mani si poggiarono delicatamente sul mio sedere.
Diamine, spingilo via.
Scacciai via l'odiosa vocetta del mio orgoglio dalla testa, mentre le nostre lingue danzavano sempre con più  passione. Quando ci staccammo, per riprendere fiato, il suo sguardo compiaciuto si puntò sul mio corpo, facendomi pentire del mio scarso auto controllo.

Who We Are - J. B. || #Wattys2018Where stories live. Discover now