52. I soldi non fanno la felicitá

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Sad's pov

L'arrivo del carico era previsto il 30 dicembre ore 23.00. Tutti dovevano essere puntuali. I venditori erano ignoti, non avevano mai mostrato la propria identità se non attraverso le telefonate . Non erano americani, avevano un'inflazione particolarmente accentuato . Non avevamo ancora capito di che nazionalità fossero, anche se ce ne importava ben poco .
L'arrivo del carico avrebbe fatto sì che tutti noi ci incontrassimo con il "capo", ma non eravamo sicuri che fosse una questione facile. Era stato ben chiaro quell'uomo: più soldi avete , più probabilità ci sono che il carico sia vostro . Era prevista una specie di asta , dove noi non conoscevamo gli avversari , e loro non conoscevano noi , e sopratutto nessuno conosceva quanti chili di cocaina contenesse quel carico. Eravamo sicuri solo di una cosa:ci avrebbe fatto guadagnare milioni di dollari , praticamente tutti noi avremmo avuto la possibilità di rifarci una vita.
Il punto di incontro era al Louis Armstrong Park, dove nessuno sarebbe venuto data la sua reputazione . Era un parco violento , e nessuno avrebbe posto fine alla sua vita in un modo così crudele.
Jack era all'oscuro di tutto ciò.
Ero uscita senza dare troppe spiegazioni .
Il giorno prima venni tartassata di domande su domande , specie da Anne. Si sentiva troppo in colpa e cercava in ogni modo di rimediare cercando di farmi ragionare per restare,assicurandomi che i ragazzi mi avrebbero accettato in ogni caso. Ma il problema non erano loro , ero io. Cercavo in tutti modi di stare lontano da Gimmy e dagli altri , ma non ci riuscivo . Avevo scelto io quella vita , nessuno mi aveva obbligato di scegliere loro al posto di lei e dei ragazzi. Non era stata una scelta, a dire il vero consideravo ancora Anne la mia amica e Jack mio fratello, solo che non avevo più bisogno di loro , non avevo più bisogno della protezione di mio fratello. Volevo sbagliare , volevo farmi del male , volevo fare tutto ciò che un tempo credevo maledettamente sbagliato. Quello che Jack era un tempo, ora lo stavo diventando io , inconsapevolmente.

Prima di andare nel magazzino decisi di passare da Megan, l'avevo lasciata lì, da sola senza darle ulteriori spiegazioni.
I raggi del sole mi arrivarono dritti sul viso , ma faceva ugualmente un freddo agghiacciante. Nonostante avessi i vestiti pesanti non riuscivo a prendere calore, tremavo come una foglia.
L'aria condizionata che c'era nel bus era bassissima, e la gente spintonava per farsi spazio e sedersi. Non c'era abbastanza posto per me, così mi accontentai di stare alzata e attendere che si fermasse alla mia fermata.
Appena sentii il suono della campanella dell'autista che ci informava della prossima fermata , mi abbottonai il cappotto e, con le mani nelle tasche scesi senza aver salutato nessuno.
Presi le chiavi di casa e mi affrettai ad entrare nel portone. Secondo piano, ultima porta.
Nelle scale c'era la solita puzza, le solite urla e la solita solitudine. Preferii prendere le scale in modo tale da permettere alle mie gambe di riprendere la circolazione, erano congelate, come minimo.
Speravo solo di trovare Megan in casa , mi sarebbe servito ricevere un suo sorriso.
Ultimamente era strana anche se cercava di non mostrarmelo, aveva qualcosa che la turbava e che aveva paura di dirmi. Non ci pensai molto e decisi di aprire la porta.
La solita aria gelida mi avvolse, abbracciandomi. Era tutto silenzioso segno che Meg non c'era.
Chiusi la porta alle mie spalle delusa e triste e decisi di stendermi un po' sul divano. Poggiai le chiavi sul piccolo tavolo e, senza togliere il cappotto accesi la piccola TV. Portai un cuscino sotto la mia testa e con il continuo parlare di quell'inutile programma televisivo mi addormentai.

Harry's pov

Atterrammo alle sei del mattino. Per fortuna avevo dormito per tutto il viaggio e non ero stanco. Aiutai Demi e Nikki a prendere le valigie e chiamai un taxi. Demi ancora non sapeva quale fosse il vero motivo per cui noi ci trovavamo lì. Aveva detto qualcosa riguardo Sad, ma non volli sapere niente. Nikki cercava in tutti modi di farmi capire che dovevo essere diverso con Demi che anche lei era, in qualche modo, mia sorella ma non ci riuscivo. Ero troppo arrabbiato con lei e con Zayn. Cazzo, ma si rendeva conto che doveva crescere un bambino da sola? Non aveva dato peso alla decisione che aveva preso. Era stata stupida e sciocca. Si era comportata come una bambina e come tale doveva essere trattata. Le avevo dato dei consigli, delle raccomandazioni ma lei era stata così testarda da farsi del male.
Forse odiavo più Zayn. Odiavo quel Zayn che era diventato, lo odiavo perché mi era rimasto nel cuore e non ne era mai uscito. Non mi meravigliai, in realtà del fatto che fosse scappato, era così: non prendeva le sue responsabilità. Ma era diventato padre , cazzo, perché non ci ragioni Zayn,mh?
Se non mi ero stancato durante il viaggio , mi stavo stancando ora a furia di pensare inutilmente.
-Ragazze venite , andiamo. Ho prenotato un hotel.-
Annuirono senza dire alcuna parola. Mi seguirono con un'aria triste e malinconica. Sul loro viso c'era impressa l'aria di chi non aveva dormito, infatti avevano delle incredibili borse sotto gli occhi . Demi si muoveva con fatica, visto la pancia che cominciava a crescere così,senza dire niente mi avvicinai e le presi la valigia. Mi guardò con confusione ma poi capì, e continuò la sua camminata di solitudine.
Il taxi ci aspettava fuori dall'aeroporto che, stranamente, non era affollato.
Raggiungemmo il taxi e partimmo.
L'aria di New Orleans era diversa rispetto quella di Bronx, sembrava più calma e tranquilla e mi trasmetteva una certa serenità. È bello essere liberi, dove nessuno ti conosce, dove nessuno ti punta il dito contro, criticandoti . Avevo una certa reputazione, certo, venivo rispettato e come tale anche temuto , ma non era ciò che voglio . Volevo l'amore , nella mia vita , no soldi e paura.
Seppur cercavo di farne a meno dei soldi , di ritirarmi dal giro non ci riuscivo, non potevo. Sì, starete pensando che se lo vuoi, lo fai e forse avete ragione. Non lo ammettevo a me stesso che avevo bisogno di sentirmi superiore a tutti, ma in tutto ciò non ero felice .

-Ci lasci pure qui, per favore.-
Si fermò, così dopo aver dato i soldi all'autista , scendemmo e prendemmo le nostre valigie. Mi sistemai bene il cappotto e posizionai meglio gli occhiali da sole.
-Harry-chiese una voce esitante. Mi girai e la guardai negli occhi, anche se lei non lo notava.
-Ho bisogno di andare in farmacia, ho dimenticato di comprare le compresse per la gravidanza e-
-Scrivimi tutto in un messaggio che ci vado io, il tempo di prendere la vostra stanza e la mia e vado .-Dissi secco. Stavo per camminare quando di nuovo venni fermato.
-No, veramente tranquillo,ci vado io.-
La sua voce era sottilissima. Era evidente che provava una vergogna assurda nei miei confronti, e non le davo torto. Nikki mi guardò con fare supplichevole, sapeva che le avrei risposto in modo arrogante o addirittura avrei fatto andare lei, pentendomi di conseguenza.
-Demi, tranquilla. Siete entrambe stanche, riposatevi.-
Chiusi l'argomento qui, e dopo aver visto un debole sorriso da parte di Nikki mi diressi , finalmente, alla reception.

-Salve , avevo prenotato due stanze , una doppia e una singola.-Mi appoggiai sul bancone in attesa che la ragazza mi desse le chiavi.
-Nome ?-
-Harry Styles.-
-Ecco a lei , 523, stanza doppia e 525,stanza singola.Buona giornata.-
Le rivolsi un sorriso di cortesia e me ne andai .
-Ecco ragazze la vostra è la 523. Io vado, ci vediamo tra un po'. Oh aspetta Demi, non dimenticare il messaggio.-

Fortunatamente la farmacia era vicina all'hotel. Presi il telefono per vedere se Demi mi avesse mandato il messaggio, ma non ne vidi. Al suo posto c'era un altro messaggio. Titubante lo aprii e lo lessi con una confusione mista alla rabbia .
"Harry, stiamo arrivando. Sono riuscito a convincere Zayn !
Appena arrivo ti contatto.
Liam"
Non volevo coinvolgere nessuno, fui costretto a contattare Liam. Ma no, non volevo vedere Zayn. Zayn ? Ma come cavolo faceva ? Perché aveva accettato ? Mi odiava, porca troia e ora mi aiutava?
Gli risposi con una risposta secca e fredda.
"Fottiti Payne!"

Arrivai in camera e mi distesi sul letto. Finalmente riuscii a distendere le mie lunghe gambe!
Ero andato a portare le medicine nella camera delle ragazze ma sicuramente stavano dormendo, visto che nessuno delle due mi aveva risposto. Così decisi di mettermi comodo e di addormentarmi un po', cercando di non pensare all'indomani.

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora