Capitolo 15

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Capitolo 15

Mi svegliai di soprassalto nella notte in un bagno di sudore, ma per la prima volta non ero sola.
Due occhi color smeraldo mi guardavano preoccupati e due mani possenti mi cingevano le spalle.
Il respiro pesante, la voce rotta e la fronte perlata di sudore.
"Hanna urlavi nel sonno mi sono preoccupato" lo guardai inespressiva, tramavo  non riuscivo a muovere un muscolo ero bloccata.
Poi per la centesima volta quella sera mi accolse fra le sue braccia. Mi sentivo piccola, delicata e fragile.
Alex iniziò ad accarezzarmi i capelli sussurrandomi all'orecchio parole rassicuranti. "Era solo un incubo, non è reale" mi disse ed io volevo urlargli contro che non era un incubo, che era tutto reale che lo avevo vissuto realmente , ma non dissi niente mi limitai a inspirare il suo profumo che mi tranquillizzò all'istante.
Quella nottata per me era stata devastante, un mix di emozioni contrastanti ed Alex mi era stato vicino, ma rimaneva sempre Alex, lo stronzo presuntuoso a cui non fregava niente di nessuno se non di sè stesso.
Non volevo e non potevo dipendere da nessuno, Alex c'era stato quella sera ma non ci sarebbe più stato, non mi avrebbe più accarezzato i capelli e non mi avrebbe più stretto la mano nella sua in segno di conforto  , non ci sarebbero più stati i suoi occhi rassicuranti a guardarmi nè il suo dolce profumo.
Mi staccai di scatto da lui e mi sdraiai sul letto dandogli le spalle. Ma lui non si arrese.
" Li fai spesso?" Mi chiese ma sapevo che conoscesse già la risposta.
"Sono stanca voglio dormire" non era vero, non volevo chiudere gli occhi e rivivere per la milionesima volta quella scena raccapricciante, e per un breve attimo sperai che al posto di Alex ci fosse David. Era lui quello che mi consolava sempre, era lui che c'era quando stavo male, era lui che mi stringeva la mano.
Dopo la sua scomparsa le cose in casa peggiorarono sempre di più finchè non diventò talmente insopportabile da spingermi su un aereo. Ma mai avrei pensato di incontrare mio fratello, mai.
"Rispondimi" tuonò lui mi girai e lo vidi serrare la mascella e stringere i pugni.
"La sai già la risposta ma se ti preme così tanto averne una conferma, sì tutte le notti" dissi tagliente rigirandomi verso il comodino.
"E gli attacchi di panico?" Non capivo perchè gli importasse tanto saperlo, infondo io non ero nessuno.
"Non sono affari tuoi" dissi duramente, mi faceva male parlarne, non ne avevo mai parlato con nessuno perché dovevo dirlo proprio a lui?
"Lo stai facendo di nuovo"
"Che cosa ?" Gli chiesi scocciata, volevo chiudere lì il discorso, mi stava iniziando a dare fastidio.
"Mi stai tagliando fuori dalla tua vita" disse lui addolcendo un po' il suo tono ma suonò sempre come un'accusa.
Scoppiai a ridere sarcasticamente. "Non ne hai mai fatto parte" dissi girandomi a guardarlo negli occhi.
Il discorso si chiuse lì, si stese sul letto girandosi dalla parte opposta dalla mia, mi rannicchiai in un angolino facendo sì che i nostri corpi non si toccassero minimamente e non chiusi più occhio quella notte.

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Il leggero russare di Alex mi fece capire che si fosse addormentato, mi alzai lentamente appoggiando la schiena contro la testiera del letto e accesi la lampada sul comodino e una fioca luce si diffuse nella stanza.
Mi girai a guardarlo, mi chiesi cosa ci facesse quel ragazzo nel mio letto, aveva la bocca leggermente aperta e per la prima volta da quando lo conoscevo mi sembrò sereno.
Aveva visto la mia parte debole, quella che non mostravo a nessuno e  questa cosa mi spaventava.
Aprii il quadernino che tenevo sul comodino e estrassi la foto che avevo infilato nell'ultima pagina, la portavo sempre con me, ritraeva ,me mio fratello e mio padre sorridenti, scoppiai a piangere silenziosamente, ricordandomi quei tempi felici per noi.
Non avevo mai pianto dopo la morte di mio padre, ma da quando mi ero trasferita a Londra sembrava che tutte la lacrime trattenute fino a quel momento stessero riemergendo tutte in una volta.
Tutte le mie corazze create negli anni in quel momento crollarono, mi sentii debole, soprattutto sapendo che mio fratello si trovava a pochi kilometri di distanza da me, dalla vita che pian piano mi stavo costruendo.
La mia testa pulsava, mi portai due dita sulle tempie iniziando a massaggiarle cercando di alleggerire il dolore, ma non servii a niente.

Scostai le coperte dal mio corpo indolenzito e mi diressi in bagno riempiendo la vasca.
Mi immersi nell'acqua bollente, questo alleviò di poco il mio mal di testa ma non placò i miei pensieri che continuavano imperterriti ad invadermi la testa.

Quando uscii dall'acqua brividi di freddo invasero il mio corpo mi avvolsi l'asciugamano intorno al corpo e rientrai in camera per vestirmi trovando Alex sveglio e sorridente.
"Credo di dovermi andare a fare una bella doccia ghiacciata" mi disse lui indicandosi il pacco dei pantaloni.
Io arrossii visibilmente suscitando una risata da parte del moro, quella mattina non ero in vena di battutine sarcastiche e non dissi niente limitandomi ad annuire.
Mi diressi verso la cassettiera e presi l'intimo, poi dall'armadio presi un paio di pantaloni della tuta ed una felpa larga e comoda nera.
Alex se n'era già andato, sentii l'acqua della doccia scendere così mi vestii e scesi al piano di sotto a bermi un caffè.

Mi stesi sul divano e accesi la tv era domenica e non volevo fare niente, non volevo incontrare nessuno volevo semplicemente starmene a casa a guardarmi un film. Ne trovai uno comico e lo lasciai lì, era proprio quello di cui avevo bisogno in quel momento.

Alex mi raggiunse poco dopo con i capelli bagnati con addosso i vestiti della sera precedente mi alzò le gambe provocando una mia smorfia contrariata, si sedette e riappoggiò le mie gambe sulle sue.

"Hai la mia felpa" mi disse lui guardandomi il ventre, non mi ero accorta di aver indossato la sua felpa ne avevo presa una a caso.

"Tanto non te la ridarò indietro" dissi con un'alzata di spalle.
"Tranquilla sta meglio a te che a me" e passammo cosí la mattinata a guardare uno stupido film e  a ridere e scherzare, nessuno dei due menzionò la sera precedente, ci rinchiudemmo nella mia piccola bolla lontano dal mondo.

ChangeWhere stories live. Discover now