43 - Una nuova angolazione

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Tornato a casa cercai un po' di sollievo in una doccia bollente.

Lo scrosciare dell'acqua accompagnato alle parole che, durante tutto il tragitto, avevo scambiato con Andrea, stava portandomi a vedere la situazione da una nuova angolazione.

Forse lui non aveva tutti i torti. Forse davvero mi ero perso qualche passaggio.

Il fatto era che mi ero lasciato sconfiggere da una reazione diversa da quella che mi aspettavo senza nemmeno prendere in considerazione strade alternative. Ero partito in quarta senza lasciare a nessuno il beneficio del dubbio e forse avevo esagerato. 

Si, perché non potevo mettere in dubbio tutto per una stupida sensazione.

Magari Lei non aveva tanta voglia di partire o forse aveva altri piani, altre intenzioni, altri progetti.

E ok, non che quella prospettiva mi allettasse particolarmente ma meglio del castello di carte barcollante che mi ero costruito in mente.

Uscii dalla sala da bagno e mi richiusi nella mia camera, indossai gli abiti per la serata  e raggiunsi gli altri che, a turno usufruivano del bagno.

-Vi fermate per cena?-  chiese mia mamma affacciandosi all'uscio.

-No mà, stasera usciamo tutti-

-Bene!-  disse Lei con un ampio sorriso  -Divertitevi allora-

Le sorrisi in rimando e aspettai che si allontanasse per tornare a concentrarmi sui ragazzi.

-A che ora usciamo?-  chiese Manuel dal letto su cui era disteso.

-Non lo so, facciamo tra mezz'oretta? In realtà dovrei un attimo chiedere a Lei, non abbiamo fatto nessun appuntamento preciso-

-E chiamala no?-  disse lui.

Presi alla lettera il suo consiglio e lasciai partire la chiamata. Lei non rispose né al primo né al secondo tentativo mandandomi leggermente in agitazione.

Riprovai ancora fin quando non sentii il suono della sua voce.

-Oi ma è successo qualcosa?-  le chiesi.

-No è che stavo asciugando i capelli e non ho sentito il cellulare-  disse senza alcuna inflessione nella voce.

-Sicura che sia tutto ok?-

-Si, sono solo un po' stanca-

-Stanca? Io tra mezz'ora ti passo a prendere-

-Ah!- quel sospiro fu come un colpo allo stomaco per me.

-Ricordi? Stasera sei impegnata-

-Certo che me lo ricordo, il tempo di vestirmi e sono pronta-

-Non sembri entusiasta-  non riuscii a trattenermi.

-In realtà lo sono-  

Man mano che sentivo quella voce atona qualcosa di spiacevole cresceva nel mio corpo.

-Faresti bene ad esserlo davvero-

-Tranquillo è tutto ok-

-Lo spero, ci vediamo tra mezz'ora-

-D'accordo-

Una volta chiusa la chiamata la nuvola nera dei miei pensieri tornò a farsi densa.

Ok, mi ero ripromesso di riflettere prima di parlare, di cercare di capire, di guardare la situazione da un'angolazione diversa ma, da qualunque punto la guardassi quella storia non mi piaceva per niente.

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