Chapter 35.

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Well, I shouldn't have to justify what I do,
I shouldn't have to prove anything to you.
I'm sorry that it's this way,
But I don't know what else to say
'Cause I didn't mean to push all my friends away.

Rimuginai sui miei pensieri, che, al momento, non stavano facendo altro che confondermi ancora di più.
Passai le dita sopra alle corde della chitarra, pizzicandole appena, creando un piccolo motivetto. Canticchiai sotto voce delle parole, che uscirono quasi inudibili persino da me stesso.
Mancavano poche ore alla partita ed io ero seduto sul mio letto, cercando di suonare una chitarra.
A scuola erano tutti pronti a festeggiare, convinti che avremmo vinto. Beh, principalmente grazie al loro amato quarterback. Inserire risata sarcastica.

Sospirare era diventato il mio passatempo preferito, ormai.
Aprii l'armadio, tirando fuori la mia divisa da football, insieme alle protezioni ed il casco. Avevo portato tutto a casa, per dargli una lavata. Erano tutti sporchi e macchiati.
Li appoggiai sulla scrivania, sulla quale avevo lasciato dei libri; avevo sistemato la mia stanza, dopo scuola. Non avevo abbastanza mensole sulle quali sistemarli.
Cercai il mio borsone da palestra, che utilizzavo sempre agli allenamenti. Avevo lavato anche quello, siccome odorava di chiuso e sudore. Lo poggiai sulla sedia, pronto a sistemare la divisa al suo interno, quando sentii qualcuno bussare alla porta.
"Avanti." Dissi, aprendo la lampo della sacca.
"Hey." Rispose una voce che conoscevo piuttosto bene. Mi voltai, trovando la figura di Ellington che mi sorrideva, appoggiato contro lo stipite della porta. Teneva le mani nelle tasche dei blue jeans e sfoggiava una maglia con un gatto dagli occhiali psichedelici ed un giacchetto nero.
I capelli erano pettinati, con quella sua sottospecie di frangia che ricadeva verso la sinistra.
"Ell, ciao!" Lo salutai, sorridendo.
"Come stai?" Mi domandò il mio amico.
"Agitato, ma bene." Scrollai le spalle, voltandomi completamente verso di lui.
"Che fai qui?"
"Aspetto i tuoi fratelli per andare alla partita. Comunque, in bocca al lupo per dopo."
"Grazie Ell."
Lui si guardò le spalle, poi chiuse la porta.
"Ross, so che quello che ti sto per dire non ti piacerà, ma..."
"L'ultima volta che hai iniziato una frase così mi avevi incollato la suola delle scarpe al marciapiede."
"A mia discolpa, era stato Calum."
"Tu mi hai fatto fermare nel punto in cui c'era la colla." Gli feci notare, roteando un polso, per poi alzare le dita verso l'alto.
"Lui aveva messo la col..." Lo interruppi, dicendo: "Cosa dovevi dirmi?"
"Oh sì, giusto. Cosa dovevo dirti?" Ell si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli e grattandosi la cute, con un dito. Io mi accigliai, confuso. Perché ero amico di certa gente?
"Ah sì!" Esclamò lui. "La tua "cotta" per Laura c'è ancora? Anche se chiamarla cotta sarebbe un eufomismo."
Esitai. Fu quello a fregarmi. "No."
"Potrò anche essere stupido, distratto e maldestro, ma non sono idiota."
"Parliamone."
"Mi stai dicendo che non provi più nulla per lei?"
"No, tutto passato. Era solo una sciocca infatuazione."
"Se ti dicessi che qualche tipo la sta baciando, che faresti?" Mi sfidò, incrociando le braccia sul petto. Imitai la sua posizione, inarcando un sopracciglio. Sentii le labbra irrigidirsi, come se mi stessi trattenendo dall'urlare.
"Se ti stessi dicendo che qualche tipo le sta mettendo le mani addosso, che faresti?"
"Niente, non sono fatti miei."
"E se qualcuno le stesse facendo del male? Se la stesse picchiando o..."
"Ellington, vuoi stare zitto?!"
Lui sorrise, soddisfatto.
"Per fortuna che non ti interessava più di lei."
"Perché mi stai parlando di lei?" Chiesi, sull'orlo di una crisi di nervi.
"Perché so che stai ancora male. Ti stai rovinando con le tue mani. Stai facendo una grande cazzata."
"Quale delle tante?"
"Ti stai facendo scappare Laura. Ross, te ne pentirai per sempre." Spiegò Ellington, con sguardo supplichevole, come se la cosa lo riguardasse nello specifico.
"Che ne sai tu?"
"Prima di mettermi con Rydel avevo dei ripensamenti. Avevo paura di rovinare la nostra amicizia, avevo paura di sbagliare qualcosa e di farla soffrire. Sono stato male per giorni, prima di capire che se non avessi provato, non avrei potuto saperlo.
Stare con lei è stata la scelta migliore di tutte.
Laura può essere la tua scelta migliore di tutte, ma non lo saprai mai di questo passo." Disse il ragazzo davanti a me, guardandomi dritto negli occhi.
Riflettei sulle sue parole. Aveva ragione ma non riuscivo ad ammetterlo a me stesso.
"Ormai neanche ci parliamo più. Ci evitiamo. Non ci guardiamo neppure in faccia."
"Perché hai deciso di chiudere il rapporto?" Mi domandò. Lo fissai confuso. Gli avevo già spiegato il motivo e non riuscii a capire il perché di quella domanda.
Appoggiai un fianco contro la scrivania, per poi bilanciare il mio peso con un mano contro la sedia.
"Te l'ho detto. Ero stanco di essere usato, come avevano fatto Celine e Judy. Non volevo che lei fosse un'altra." Risposi, la mia voce poco più alta di un sussurro. Avevo paura che alzando la voce sarei scoppiato in un pianto disperato e mi ero ripromesso di non farlo. Non di nuovo.
"E ti sei chiesto perché Laura abbia reagito in quel modo, quando ha visto te e Lennea?" Scossi la testa.
Effettivamente non avevo pensato al perché della sua sfuriata. Avevo pensato semplicemente che non avesse fiducia in me e che come tutti gli altri mi considerava uno sciupa ragazze.
"Se tu hai deciso di allontanarti, per paura di essere ferito di nuovo... cosa ne sai che Laura non abbia avuto paura che tu potessi tradirla, come aveva fatto qualcun altro?"
"Che intendi?" Chiesi io. Mi grattai il mento; quella conversazione mi stava mettendo ansia.
"E se Laura avesse reagito così male, perché qualcuno le aveva già spezzato il cuore, in un qualche modo?"
"No, non..." Mi fermai.
Ricordai che Laura mi parlò del suo ex ragazzo, che l'aveva sempre trattata come una merda.
I poveri ingranaggi dentro la mia testa iniziarono a girare all'impazzata, cercando di formulare un pensiero coerente, per capire cosa diavolo stesse accadendo.
Non mi accorsi che Ell aveva estratto il suo cellulare, dalla tasca posteriore dei jeans.
"È quasi ora della partita ed i tuoi fratelli mi aspettano in macchina." Disse lui, con un sorriso pieno di scusa. "Tu pensaci, eh. Ci vediamo alla partita." Aprì la porta e se ne andò, lasciandomi da solo a raccogliere i miei pensieri.

Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.Där berättelser lever. Upptäck nu