Chapter 08.

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Entrai in casa, passandomi una mano nei capelli. Chiusi la porta, cercando di non sbatterla.
Appena la serratura scattò, sentii dei passi pesanti sulle scale.
Non riuscii a girarmi, siccome mi ritrovai bloccato contro il tappetto del soggiorno, dietro al divano.
"Devi raccontarci tutto!" Esclamarono i miei fratelli, continuando a tenermi fermo.
Perché la mamma non mi ha dato in affido, quando ero piccolo?
"Se magari mi fate alzare, senza farmi inghiottire altre palle di polvere vi ringrazierei!" Protostai, togliendomi di dosso le loro braccia.
Mi alzai, ma Rocky e Riker mi spinsero contro lo schienale del divano, bloccandomi di nuovo.
"Mi dite quali sono i vostri problemi?! Non stiamo giocando una partita di football, non potete placcarmi così!"
"Vogliamo tutti i dettagli!" Disse Ellington.
"Ell?"
"Sorpreso di vedermi?"
"Non tanto, praticamente vivi qui." Dissi, alzando un sopracciglio.
"Dai, racconta!" Esclamò sognate, Rydel.
"Bacia bene Laura?"
"Dove l'hai portata?"
"Cos-... lasciatemi!" Strattonai le braccia, cercando di andarmene da quella palese umiliazione.
"Dai! Racconta!"
"L'ho portata al parco, okay?"
"Perché hai la maglia sporca d'erba? Te la sei fatta sul prato?" Domandò Rocky, alzando le sopracciglia.
Gli arrivai un pugno in pieno petto, facendolo barcollare all'indietro.
"No, cretino! Ti pare?!"
"L'hai baciata almeno?"
"No! No! E no! Non l'avrei mai baciata oggi! Voglio convincerla che non sono un puttaniere e mi metto a baciarla al primo appuntamento?!"
"Beh, con Alexa ha funzionato."
"Inizio a chiedermi come faccia a stare con te." Rydel fulminò Rocky con lo sguardo e viceversa.
Mi scansai dai miei fratelli, salendo le scale e chiudendomi in camera mia.
"La conversazione non era finita!" Urlò Rocky, dal salotto.
Io non risposi, ignorandolo compleatamente.

Mi stesi sul mio letto, tenendo le mani giunte sul petto. Osservavo il soffitto con aria sognante.
Ora avevo la certezza che Laura sarebbe uscita con me. Sapevo di non starle più antipatico. E quella consapevolezza mi sollevò da tutti i problemi.

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La mattina seguente dormii fino alle 11:00.
Che bello il sabato.
Mi alzai in tutta tranquillità, senza dover fare di fretta.
Restai steso nel letto, per almeno un'altra mezz'ora. Non avevo intenzione di fare nulla.
Sospirai, togliendomi i capelli dal viso, con la mano.
Dopo pochi minuti suonò il mio cellulare. Lo afferrai e risposi a quell'idiota.
"Ciao, zotico." Risposi, aspettando che il mio migliore amico mi rispondesse.
"Super-mega-festa a casa di Rick sta sera! Preparati!" Urlò Chase. Fui costretto ad allontare il telefono dall'orecchio per evitare di rimanere sordo.
"Chase, cosa urli? È l'alba!"
"Caro mio, è quasi mezzogiorno. E comunque... andiamo a quella festa!"
"Ma chi ne ha voglia?"
"Io!" Rispose, allegro. Roteai gli occhi, annoiato.
Ero interessato alla festa. Mi piaceva uscire con i miei amici, in qualsiasi caso. Ma mia mamma non mi avrebbe mai mandato ad una festa, sapendo che ci sarebbero stati alcoolici e dei poco di buono. Non mandava Riker. E Riker aveva ventun'anni.
"Credi che mia mamma mi mandi ad una festa? Soprattutto di quell'idiota?" Domandai, in modo retorico.
Se c'era un tipo dal quale stare alla larga, era proprio Rick.
Rick Raynold, era il re degli imbecilli.
Aveva vent'anni, ma era ancora all'ultimo anno. Bocciato due volte. Non era nemmeno nella nostra scuola, ma tutti lo conoscevano per le sue feste.
Ne faceva una ogni tanto, perché spesso si ritrovava la polizia a bussare alla porta; ma quando le faceva, nessuno voleva perdersele.
Era stato proprio Riker ad informarci di tenere le distanze da quel tipo. Portava solo guai e Vanessa aveva aggiunto che era stato denunciato per aver quasi picchiato - o molestato - la sua ex ragazza.
Bel tipo, vero?
"Esci di nascosto!"
"Mi vuoi morto, per caso?! Se non mi farai morire per avermi mandato in coma etilico, ci penserà mia mamma a mandarmi in coma per le percosse!"
"Da quando sei un ragazzo responsabile?" Chiese Chase, annoiato.
"Da sempre?"
"Allora andrò con gli altri. Comprese le ragazze."
"Fa quel che vuoi."
"Maia aveva pensato di invitare Laura."
Scattai sulla difensiva. "Guai a te se la porti ad una festa del genere! Quello a morire sarai tu, non io!" Lo minacciai, con rabbia.
Non avevo la minima intenzione di permettere ai ragazzi di portare Laura ad una festa di Rick Raynold. Poteva succederle di ogni ed io sarei stato qua a casa, senza poterla aiutare.
"Okay, calmo Romeo." Mi schernì lui, ridendo.
"Sei un idiota."
"Andrò io ad ubriacarmi, anche per te."
"Non ubriacarti, cretino."
""Non ubriacarmi" non fa parte del mio vodkabolario." Poi scoppiò a ridere. "L'hai capit-" Non terminò la frase, a causa delle risate.
Io attaccai.

Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.Where stories live. Discover now