Chapter 19.

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Stavo fissando l'acqua a circa un metro da me. Il lago non era molto grande e in tutto il perimetro c'erano delle canne, che crescevano dall'acqua. Anch'esse erano piuttosto secche.
Nel cielo c'erano alcune nuvole, ma non abbastanza da oscurare il Sole. Riuscivo a vedere il loro riflesso sullo specchio d'acqua.

"Allora..." Iniziò Laura, stendendo una gamba e piegando l'altra. "Che posto è?" Domandò, guardandosi intorno, lentamente.
"Non ne ho idea. Lo trovai un giorno, per caso. Volevo stare solo e guidai, per tanto tempo. Finii qui e rimasi all'ombra di quell'albero laggiù..." Indicai con il dito l'albero più vicino a noi. "...per non so quante ore."
Laura girò nuovamente la testa, per guardarmi negli occhi. Mi sorrise, come per farmi capire che comprendeva.
"Come mai volevi stare solo?"
"Problemi dentro la mia testa." Risposi, scrollando le spalle. Fissai la vastità di campi davanti a noi, tenendo gli occhi leggermente socchiusi. La luce non era delle migliori e non avevo gli occhiali dietro.
"Fa strano."
"Cosa?"
"Pensare che un ragazzo come te volesse stare solo."
Mi rigirai l'anello che portavo nell'anulare, distrattamente. "Perché?"
"Perché sei sempre circondato da persone. Sei sempre socievole. Pensare che tu volessi stare così solo, da isolarti qua, mi fa strano."
"Proprio perché sono sempre con qualcuno, certe volte mi piace restare da solo. Non riesco a pensare bene in mezzo agli altri." Risposi, girando la testa verso di lei. Laura aveva voltato tutto il corpo nella mia direzione, per potermi osservare più comodamente.
Feci la stessa cosa, sistemandomi davanti a lei.
"Sai, chi siamo non determina la vita che viviamo."
"Cosa intendi?"
"Pensa a quello che fa sempre lo stronzo con tutti. Lui è così, no? Ma la persona che è non determina la sua vita. Magari è il primo che a casa scoppia a piangere, perché non ha un genitore con cui parlare." Spiegai, appoggiando la mano sinistra giù del pontile. Sfiorai l'acqua con la punta di due dita ed iniziai a fare dei piccoli cerchi.
"Probabilmente hai ragione..." Disse Laura, sorridendomi.
"È che nessuno conosce mai l'intera storia di te stesso. Possono averne sentito dei pezzi, ma non tutti. Ed è molto facile giudicare dai quei piccoli frammenti di vita."
Laura rimase in silenzio, con lo sguardo vuoto. Era come se stesse pensando profondamente a qualcosa. Qualcosa che la tormentava.
"Hey, tutto okay?" Domandai, non appena notai uno strano luccichìo nei suoi occhi.
"Sì... stavo solo pensando..."
"Posso sapere a cosa?"
"Brutti ricordi."
"Vuoi dirmi quali? Se non te la senti è uguale e..."
"No, tranquillo." Disse lei, interrompendomi. Le tremavano le labbra ed avrei tanto voluto premerle contro le mie, per farle dimenticare qualsiasi cosa la facesse stare così male.
"Molti mi criticano per questo cambio che ho fatto. Non sanno le ragioni, dietro di esso. I-insomma... per farla breve, il mio ex ragazzo non mi faceva mai complimenti. Tutt'altro, mi criticava spesso e... non riuscivo a sentirmi bene con me stessa, anche a causa sua. Non mi abbracciava mai ed usava ogni scusa per... toccarmi.
Grazie a questo cambio che ho fatto mi sento molto più sicura e felice di me stessa." La sua voce era flebile, come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno.
Mi morsi l'interno della guancia, per resistere all'impulso di andare a cercare lo stronzo che l'aveva fatta sentire in quel modo e che la trattava come se fosse un oggetto.
Dio, doveva essere un emerito idiota. Aveva avuto la possibilità di stare con Laura e l'aveva sprecata, criticandola e facendola sentire inutile. Se fossi stato al posto suo, non avrei fatto altro che gioire del poter stare con lei. Avrei ringraziato ogni santo, perché avrei potuto chiamarla 'mia'.

Osservai di nuovo Laura. I suoi occhi erano pieni di tristezza e la cosa non mi piaceva affatto. Non volevo che lei fosse triste. Avrei solo voluto vederla sorridere, perché quando sorrideva era ancora più stupenda.
"Laura, solo perché tu non assomigli ad una persona che ritieni bella, non significa che tu non lo sia. Pensa ai fiori. I fiori sono belli, no? Ma anche le luci di Natale lo sono. I libri lo sono. Anche i tramonti lo sono.
Tutte queste cose sono belle, ma non si assomigliano." Lei mi rivolse un sorriso grato.
"Sei sempre così... così... gentile. Sono così contenta che tu faccia parte della mia vita." Lei si sporse verso di me e mi strinse in un abbraccio.
Le sue piccole braccia erano intorno al mio collo e la sua testa era appoggiata sulla mia spalla. Io appoggiai la mano destra sulla sua schiena, stringendola a me.
Rimanemmo abbracciati per alcuni minuti interi, a respirare il profumo dell'altro.
Non potei negare che la sua vicinanza aveva degli effetti su di me.

Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.Место, где живут истории. Откройте их для себя