Chapter 20.

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"Chase, ne sei sicuro?" Domandò David, guardandolo. Il ragazzo al mio fianco incrociò le braccia sul petto, continuando a scuotere la testa.
"Certo! Perché non dovrei?!" Chase gli rivolse un sorriso, allacciandosi il casco.
Calum continuava a ridacchiare, mentre tirava fuori dalla scatola il pluriball.
Io osservai la scena, appoggiato contro il muro, con un sopracciglio inarcato.
Le chiamavano ore buche produttive.
Con il piede picchiettavo il pavimento, tenendo il ritmo dei secondi che passavano.
Capitava spesso che sotto Halloween qualche professore si ammalasse e capitavano spesso ore buche. Loro la chiamavano una maledizione, noi studenti una benedizione. Forse qualcuno aveva fatto un patto con Satana, vendendogli la sua anima, per far sì che gli insegnanti si ammalassero. Chiunque fosse il giovane eroe, gliene ero grato.
Era circa la terza ora del mercoledì, il giorno prima di Halloween.
Mi ero incontrato con i tre idioti presenti, per passare il tempo.
Ci trovavamo sulle scale del primo piano, Calum e Chase avevano avuto un'idea 'geniale'. Parole loro, non mie.
Calum arrotolò il pluriball intorno a Chase, fermandolo in vari punti, con dello scotch.
"Mi sento tanto un bruco dentro ad un bozzolo, pronto a diventare una farfalla!" Esclamò Chase, contento.
"Oppure un cretino dentro a del pluriball, pronto a rompersi qualche osso." Ipotizzò David, alzando le spalle.
"Sei così noioso!"
"Dai Calum, aiutami!"
Il rosso aiutò Chase a stendersi per terra, in cima alla rampa delle scale.
"Ross, tu vai infondo, così mi prendi."
"Perché io?" Chiesi, allontanandomi dal muro. Chase girò la testa verso di me, lanciandomi uno sguardo annoiato.
"Prima non vuoi fare la troia e poi non vuoi aiutarmi. Come facciamo ad essere amici?!"
Iniziai a scendere le scale, con le mani in tasca. "Me lo chiedo spesso anche io." Borbottai.
Arrivai a piano terra e guardai annoiato i miei amici, pochi metri più in alto.
David e Calum diedero una spinta al corpo di Chase, che iniziò a rotolare lungo gli scalini.
Le risate di quest'ultimo risuonarono in tutto il corridoio, mentre il suo corpo raggiunse i miei piedi.
Io mi limitai a guardarlo. "Sei ancora vivo?"
"Sì! Ed è stato fantastico!" Disse, sorridendomi.
Gli altri due scesero le scale, affiancandomi.
"Perché ti parlo ancora?"
"Perché mi ami."
"Con tutto il cuore, guarda. Ora vado a lasciare Maia e divento gay per te."
"Fallo, amor de mi vida."
"Inizio a shipparvi." Dissi, osservando i due, che si stavano ancora prendendo in giro.
"Come prego?" Chiese Chase, rotolando su un fianco, per guardarmi in faccia. David si limitò ad alzare il dito medio nella mia direzione.
"Vi shippo. Chavid."
"Io shippo i Coss." Disse quello che era avvolto nel pluriball.
"I cosa?"
"I Coss. Te e Calum."
Io guardai Calum, confuso. Lui si limitò a scuotere la testa.
"Scusami Ross, non sei il mio tipo."
"Povero il nostro biondino. Prima friendzonato da Laura e poi da Calum. Vuoi un abbraccio?" David mi prese in giro, scoppiando a ridere.
"Come osi abbracciare un altro, dopo tutto quello che abbiamo vissuto?!" Domandò adirato Chase, guardando male tutti e tre.
"Scusami Chase, fra noi è finita. Ora voglio Ross." Disse David, indicandomi con un dito.
"Come ti permetti?!" Calum mi spostò con il braccio dietro di sé.
"Ragazzi?" Domandai, continuando ad essere confuso.
"Abbiamo tante ship a disposizione. Con Ross sono: i Coss, Ravid ed i Chass. Con me sono: i Ravid, i Cavid ed i Chavid. Con te sono: i Coss, i Cavid ed i Caluse. Con Chase sono: i Chass, i Chavid ed i Caluse." Spiegò David. "Qual è la migliore?"
"I Coss."
"No i Ravid."
"Io mi shipperei con un'altra persona." Mi intromisi, da dietro il braccio di Calum. Tutti e tre mi lanciarono un'occhiata pragmatica. "Sapete... una ragazza bassina. Capelli castani. Di nome Laura."
"Ci tradisci così?!"
Roteai gli occhi, appoggiandomi la mano sul viso. Dove avevo sbagliato?

Lungo il corridoio davanti alle scale sentimmo dei passi e la voce del preside, farsi sempre più vicina.
"Merda." Bisbigliò David.
Calim afferrò Chase per i piedi ed iniziò a correre per le scale, mentre la testa di quest'ultimo continuava a sbattere la testa sugli scalini.
David corse verso lo stanzino del bidello, chiudendocisi dentro.
Io rimasi in mezzo al corridoio a guardarmi intorno.
Vidi l'ombra del preside, così iniziai a correre nel corridoio alle mie spalle.
Svoltai alcuni angoli, vedendo solo lunghe file di armadietti con la coda degli occhi.
I miei passi rimbombavano nei corridoi vuoti. Arrivai davanti alla porta degli spogliatoi e mi ci appoggiai contro, per riprendere fiato.
Piegai le ginocchia e ci appoggiai le mani sopra, inarcando il busto.
Quel giorno avrei persino avuto gli allenamenti ed ero morto già prima.
Ottimo.

Don't Forget Me Now || A Raura Fanfic.जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें