Remember

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20° petalo

Stacco il primo petalo e subito i ricordi più brutti della mia vita vengono a galla.

Ricordare qualcuno o qualcosa può farti star bene, a me fa star male, ma io sono un caso a parte. Io devo sorridere e sembrare serena quando l'unica cosa che vorrei fare è piangere.

I ricordi mi travolgono in pieno. Risento ogni singolo dolore sulla mia pelle.

Risento il rumore delle auto attorno a me, il metallo freddo sfiorare il mio braccio. Poi le urla dei miei genitori. È tutto una reazione a catena.

Ricordo la felicità di mia sorella che canticchiava in macchina canzoni a caso, ricordo il rumore assordante dell'impatto con l'altra macchina, ricordo mia sorella gridare dal dolore e dalla paura. Poi buio.

Quando mi svegliai sentii solo il pianto disperato di mamma, papà che cercava di consolarla, ma quei pianti non erano lacrime di dolore riservate a me.

Ricordo che la prima cosa che vidi fu il color bianco latte delle pareti dell'ospedale, poi nell'angolo opposto al mio un altro lettino sul quale vi era un ragazzino intento a girarsi tra le mani il suo cellulare.

Si girò all'improvviso verso di me e mi scrutò per qualche secondo, poi ritornò ad osservare il cellulare.

Sento ancora tutt'ora la sensazione dei miei piedi nudi quando sfiorai il pavimento gelato.

Infilai le mie scarpe e mi affacciai alla finestra. Fuori pioveva a dirotto.

Uscii dalla mia stanza silenziosamente quasi fossi un ladro che non vuole essere scoperto quando si intrufola in una casa.

Il corridoio era deserto a parte qualche infermiera. Raggiunsi istintivamente la camera di fronte alla mia, quasi come già conoscessi chi ci fosse al suo interno, e ci entrai.

Il primo volto che vidi fu quello stanco e improvvisamente invecchiato di mamma.

Portava ripetutamente le mani nei capelli e le scarpe battevano freneticamente al suolo. Quando alzò lo sguardo e incontrò il mio, i suoi occhi cerulei si riempirono di lacrime.

"Ritorna in stanza" disse piano, come un sussulto ma io non le ubbidii.

Mi avvicinai a lei e l'abbracciai, poi notai mia sorella sdraiata nel letto, inerme.

Era questa la triste verità, ci eravamo scontrati con una macchina con a bordo quattro ragazzi ubriachi che ritornavano a Melbourne dopo una serata di eccessi.

Da quel giorno tutto cambiò. Mia sorella non si svegliò più e tutto per causa mia.

Avevo pregato io mamma e papà di andare fuori città a visitare i negozi, avevo insistito così tanto da non rendermi conto che avrei dovuto cedere con le mie insistenze.

Perché non possiamo nascere sapendo giorno per giorno già quello che ci succederà?

Perché papà non era lì con mamma in quel momento, in stanza con lei ad abbracciarla e a rassicurarla?

La verità è che preferiamo chiuderci nel nostro dolore invece che esporci agli altri.

Io compresa.

Avrei voluto dirlo a mamma che il senso di colpa mi opprimeva, avrei dovuto dirle tante cose, ma non l'ho fatto.

Crediamo di riuscire a sopportare il dolore ma non è la verità. Crediamo che piangere sia per i deboli, non lo è.

Piangere è una dimostrazione di coraggio, esporre agli altri senza timore le proprie passioni lo è.

Io avrei dovuto farlo.

Ma non ho fatto neanche questo.

Ritorno ad osservare la margherita e tiro piccoli fili d'erba dal suolo. Si sta facendo buio ma non ne ho paura. Mi piace restare da sola con i miei pensieri.

Più passa il tempo più noto solo finzione accanto a me.

Le persone felici si fingono tristi per essere alla moda. Io sono triste ma cerco perennemente la felicità.

Tutto ciò non è giusto.

Vorrei che fossero solo per un secondo nella mia mente per capire tutta la mia tristezza per poi vederli ritornare felici.

Giro tra le dita il fiore.

19 petali.

Restano 19 petali. 19 ricordi che mi hanno reso la vita impossibile.

Mi alzo dall'erba bagnaticcia e percorrono la stradina che porta a casa mia. Annuso l'odore dolce della margherita e quando arrivo in camera mia prendo un bicchiere in plastica, lo riempio di acqua per metà e la metta al suo interno.

Poi chiudo gli occhi e mi addormento con i miei soliti flashback a rovinarmi anche i sogni.

Dopo anni che non aggiornavo eccomi di nuovo qui. Sinceramente non ho nulla da aggiungere, ho lavorato molto per questo capitolo.

Al prossimo aggiornamento
-Giada

Smoking kisses (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora