Capitolo 19

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Mi stó pentendo di quel che ho fatto.
Passo tutta la notte a pensare alla giornata che mi avrebbe aspettata. Penso a quando finalmente rincontrerò (?) la mia adorata scimmietta, e quel ciglione mi farà stare con lui pochissimo tempo.
Fatto sta che dopo circa una mezz'oretta mi addormento.
Mi risveglio che sono le dieci del mattino.
Scrivo a Lorenzo la mia via e a che ora sarebbe dovuto venire.
Il tempo passa e io sono sempre più ansiosa di rivedere la mia scimmietta.
Mi metto una salopette che assomiglia più ad una tuta da lavoro e sotto una maglia, il tutto abbinato a delle vecchie vans nere. Mi lego i capelli in una coda di cavallo alta e una bandana allacciata intorno alla testa per tenere i ciuffi ribelli sotto controllo. Mi metto un filo leggero di matita e mascara watherproof e sono pronta.
Dove minchia si é cacciato quel testa di cazzo, é tardi e voglio andare!!!!!!
Finalmente sento suonare il campanello. Ave o Giulio Cesare alleuja é arrivato, poi dicono di noi femmine.
Afferro al volo la sacca di scaut con dentro il necessario, telefono, cuffiette, carica batterie e un cambio. Scendo giù dalle scale e afferro le chiavi di casa
Io: Ciao mamma, io vado dagli zii a dare una mano! Ci vediamo dopo!
M: Ok ciao a dopo!
Esco di casa chiudendomi la porta a alle spalle e non lo guardo neanche dirigendomi direttamente verso la mia bici mentre con lo sguardo basso metto le chiavi dentro la sacca, non lo saluto neanche.
L: Ciao eh comunque!
Dice venendomi dietro
Io: Ah si ciao, perche tutto questo ritardo? Va bhe non parlare, dov'è la tua bici?
L: Bici? Quale bici?!
Io: La bici con cui sei venuto qui.
L: Io non sono venuto in bici, mi ha accompagnato un mio amico in macchina
Io: Allora come ci andiamo dagli zii, io non ho un'altra bici. Va bhe, vuol dire che ti caricheró.
Ci avviamo alla mia bici, metto la sacca nel cestino e mi siedo. Lorenzo si mette nel portapacchi
L: Aspetta, forse é meglio che guidi io, sono troppo pesante per essere portato da te.
Io: Non ti preoccupare ce la faccio benissimo.
Dico scicciata alzando gli occhi al cielo. Inizio a pedalare e faccio mota fatica e il maubrio va dove gli pare rischiando di farci cadere, così mi fermo
L: Che ti avevo detto? Dai scendi che guido io
Io frustrata per quel che é successo scendo e mi metto nel portapacchi. Com'è possibile, fin da piccola ho sempre caricato di tutto sulla bici, anche di più pesante di Lorenzo.
Partiamo, gli spiego la strada , arriviamo al secondo incrocio e voltiano nella lunga via che porta alla casa dei miei zii, non che quella dei miei nonni paterni. Quella via a causa dei trattori che passavano di continuo é tutta disfatta e piena di buchi. Prendiamo una buca e rischio di cadere, cosi mi aggrappo subito ai fianchi di Lorenzo per non cadere abbracciandolo.

Lorenzo's pov

Sono stato io a fare in modo che non riuscisse a portarmi sopra al portapacchi, così ho praticamente inchiodato i piedi al suolo quasi impedendo alla bici di muoversi, se no sarebbe stato facile come una passeggiata caricarmi in bici. Ho fatto tutto questo per quello che sta succedendo ora. Ho fatto apposta anche a prendere quella buca, così adesso mi sta abbracciando, molto forte, come se non volesse farmi andare via. Nel momento in cui sentii le sue braccia attorno ai miei fianchi e la sua testa appoggiata alla mia schiena, un sorriso da ebete mi spuntò in faccia, e ora sono felicissimo.

E anche oggi niente suspence 😖😖😡😡😠 che fortunelli che siete!!

Uno stronzo dannatamente irresistibile ||Lorenzo Ostuni ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora